Anche la notte ha i suoi colori di Giuseppe Ponzi
(L’immagine di copertina è opera di Gaspare Silverii)
Chi è Giuseppe Ponzi
Pediatra, Giuseppe Ponzi vive e lavora in Salento. Sposato, e padre di tre figli, da sempre si occupa di bambini e ragazzi con patologia cronica. Adolescentologia e Sessuologia dell’infanzia e dell’adolescenza sono le sue specializzazioni.
Autore di saggi e interventi scientifici, collabora con scuole e istituzioni in programmi di educazione sanitaria e promozione alla salute.
Oltre a questo romanzo, molte le pubblicazioni al suo attivo, fra le quali Un pianeta da scoprire, appunti e riflessioni sull’adolescenza, Salento offset (1999); Come nasce una vita, Manni Editore (2004); Il dottore dei bambini, Il Filo (2009); Cartoncini azzurri attorno al cuore, curare i bambini con il diabete, Manni Editore (2014).
Di cosa parla Anche la notte ha i suoi colori
Avevo conosciuto Andrea quindici giorni prima, in quella stanza e in quel letto. Dopo tanti anni trascorsi a studiare, avvertivo la necessità di un po’ di pratica clinica e quel reparto me ne dava la possibilità….
…Quel giorno notai come Andrea fosse l’unico bambino senza la mamma né altri familiari accanto. Aveva otto anni ed era stato ricoverato per un episodio di bronchite acuta. Allora non feci molto caso, pensando che la mamma si fosse allontanata per telefonare o comprare qualche rivista dall’edicola vicina.
«Come mai Andrea, il bambino dell’ultima stanza, è sempre solo e non è stato ancora dimesso?».
Nella stanza c’era solo la caposala, che in quel momento controllava il quaderno della terapia. Mi rispose subito, proprio come se si aspettasse la mia domanda: «Andrea è una nostra vecchia conoscenza, un bambino attualmente in attesa di adozione».
Inizia più o meno così il romanzo, con l’incontro tra il giovane dottor Giuseppe Martini ed Andrea, un bambino triste e solitario, nato in un ambiente degradato in attesa di adozione. Ed anche quando finalmente troverà due splendidi genitori adottivi pronti ad amarlo, rimarrà sempre sulle difensive.
Avevo conosciuto Giulia l’estate precedente, nel piccolo ospedale di Tricase, una cittadina vicino Leuca. Approfittando delle vacanze estive, frequentavo ogni mattina il reparto di Pediatria di quell’ospedale. Avevo bisogno di fare esperienza in un ambiente clinico, e quel reparto, piccolo ma attrezzato, con personale gentile e preparato, mi dava questa opportunità. Giulia, invece, conclusi gli esami di maturità, aveva deciso di trascorrere alcuni giorni di vacanza a Tricase insieme ad un’amica. Anche lei aveva deciso di dedicarsi al volontariato presso lo stesso ospedale.
Frequentava la sala parto, imparava ad accudire correttamente i neonati e aiutava le mamme ad allattare i propri figli.
Un altro incontro, però, segnerà la vita di Giuseppe: quello con Giulia, una ragazza che nonostante molti problemi, fra i quali incontri sbagliati, la perdita del padre e la folle paura di essere rifiutata, sta tentando di trovare la sua strada nella vita.
Saranno proprio queste tre esistenze a tessere la storia. E quando le loro orme sembrano ormai distanti le une dalle altre, accade qualcosa di sconvolgente che le riporterà vicine.
Cosa ne penso
Anche la notte ha i suoi colori è un romanzo che tocca tematiche sociali molto importanti, come quella dell’adozione o delle molteplici implicazioni del rapporto medico/paziente, ma che ha come fil rouge la solitudine insormontabile dell’anima, quella che spesso deriva da traumi e non è facile da superare, nemmeno crescendo.
La solitudine è infatti ciò che accomuna Andrea e Giulia e, in alcuni passaggi, evoca quella che si ritrova in La solitudine dei numeri primi, pur con le dovute differenze di trama e atmosfere. Votati alla sofferenza, quasi fosse una scelta consapevole, i protagonisti sopravvivono a storie personali di estrema durezza, storie legate all’adolescenza, alla famiglia, e destinate a minare per sempre l’armonia della loro vita.
Nonostante ciò, l’autore non cede mai a sterili compiacimenti letterari e accompagna delicatamente il lettore verso una profonda riflessione sui lati più oscuri della mente e del cuore e su come la medicina, se in grado di sfruttare i punti di forza delle varie discipline, possa curare meglio e di più.
E, a differenza del libro vincitore del Premio Strega 2008 dove i due protagonisti avrebbero forse avuto bisogno di qualcuno che avesse potuto aiutarli a superare ed accettare la loro condizione, nel romanzo di Giuseppe Ponzi questa figura c’è ed è proprio il dottor Giuseppe Martini. Perfettamente caratterizzato nel suo ruolo di medico/amico, si sforzerà di curarli nella loro globalità psico/fisica mettendo in luce anche tutti quegli aspetti meno noti della professione di medico.
Con una scrittura diretta eppure fragile, come un sussurro che si insinua in chi legge, come un telecamera che segue Andrea e Giulia nello scorrere del tempo, la storia trasuda umanità e dolore, eppure non smette mai di suggerire che c’è sempre un tempo per tutto e che anche nel buio più profondo della notte, possiamo intravedere i colori dell’arcobaleno.
Una lettura assolutamente consigliata.