Celebriamo i 50 anni dall’allunaggio con “Voglio la luna”
«Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!» Tito Stagno annunciò così lo sbarco sulla Luna nel 1969.
…c’era una volta, infatti, la corsa allo spazio. Come in una partita a scacchi, la prima mossa la fecero i russi il 4 ottobre 1957 con il Bip Bip dello Sputnik 1 lanciato dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. Seguì, il 3 novembre dello stesso anno, il lancio del primo essere vivente, la cagnolina Laika, per poi giungere al primo uomo Jurij Gagarin che, come un moderno Magellano, circumnavigò il globo. Il 16 giugno 1963, fu il turno della prima donna Valentina Tereškova, ma il 20 luglio 1969 avvenne il sorpasso americano con lo sbarco sulla Luna grazie agli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin, Michael Collins della missione Apollo 11.
Anche noi vogliamo celebrare il 50^anniversario del primo allunaggio, quel piccolo passo per l’uomo, ma gigantesco per l’umanità, come disse l’astronauta Neil Armstrong, il primo essere umano a mettere piede sulla Luna.
E lo facciamo intervistando lo scrittore Andrea Valente, autore di Voglio la luna (Giunti Editore), che gentilmente ci ha concesso l’intervista. Il volume si fregia della collaborazione dell’ astronauta Umberto Guidoni e dell’illustratrice Susy Zanella.
Ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per averla resa possibile.
Andrea, ci parli di lei e di come è nata la sua passione per la letteratura…
“La passione per i libri nasce dal fatto che quando ero bambino, a casa, i miei genitori – entrambi maestri elementari – avevano tanti libri. io mi sono dapprima incuriosito, poi lasciato affascinare, intrigare e infine acchiappare”.
Quali sono i generi letterali che preferisce?
“Leggo un po’ di tutto, senza particolari predilezioni.Se un libro non mi prende a un certo punto lo abbandono. Dei libri per adulti, in realtà, da un po’ mi son messo a rileggere i classici di qualche decennio fa: Sciascia, Calvino, Garcia Marquez, Buzzati… e lì vado sul sicuro, anzi, è quasi meglio di quando li leggevo da giovane adulto.Poi leggo molti libri per ragazzi. Anche qui i classici della mia infanzia, ma pure le cose recenti. In questo caso c’è anche la parte professionale, per cui mi piace sapere cosa esce e cosa scrivono i miei colleghi, oltre che sbirciare in avanti e cercare di capire dove stiamo andando. penso anche che ogni adulto dovrebbe ogni tanto leggersi un bel libro per ragazzi.Il mondo ne trarrebbe giovamento”.
Quando è entrata a far parte del progetto editoriale che ha consentito la realizzazione del libro?
“Il libro Voglio la luna è il quinto che realizzo in compagnia dell’astronauta Umberto Guidoni. Lui sa le cose, io le scrivo. Se c’è un errore scientifico è colpa sua, se ce ne è uno di grammatica è colpa mia.
La divulgazione è una materia che ho conosciuto proprio da quando collaboro con lui – ormai sono dodici anni – e devo dire che ha tutto: è intrigante, interessante, avventurosa, affascinante… in più imparo sempre un sacco di cose! La casa editrice (Editoriale Scienza) per altro è un’ottima compagna di viaggio: istruttiva, ma per nulla scolastica”.
Tra i personaggi quale l’ha più incuriosita?
“Più che un personaggio mi affascina la data: quell’irripetibile 1969, dove sono accadute mille cose: da Woodstock all’Apollo, nel cinema, nella letteratura, in politica…”
Per lei cosa significa la frase pronunciata da Armstrong: “Questo è un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”?
“La frase di Armstrong è davvero bella ed esplicita quanto ogni impresa richieda tutta una serie di piccoli passi, ogni palazzo è costruito un mattone sull’altro, ogni mare è una goccia dopo l’altra. in più c’è un aneddoto personale: nel 1969 avevo un anno e mia mamma ha sempre raccontato che proprio mentre Armstrong saltellava sulla luna, io smisi di gattonare e barcollai in piedi sulle mie gambine. Un piccolo passo per l’umanità, ma un enorme balzo per un bambino”.
Progetti per il futuro?
“Alla faccia della scaramanzia, il prossimo progetto in uscita – a settembre – è un ripasso della storia del mondo, attraverso gli occhi dei personaggi secondari, che pure l’hanno vista svolgersi.
Si comincia con il faraone Menes, primo uomo di cui si conosca il nome, e si finisce – guarda un po’ – proprio con l’uomo sulla luna e Michael Collins, quello dei tre che non è sceso, ma senza il quale nemmeno Armstrong e Aldrin sarebbero scesi né, soprattutto, tornati a casa”.