“Il viaggio di Tim”, l’esercizio della gioia
Chi sono
Adelaide Cattaneo, padre italiano, della provincia di Bergamo, e madre svizzera, è nata a Winterthur nel 1945. Ha lasciato il suo Paese molto giovane e ha vissuto per diversi mesi in Francia, negli Stati Uniti e in Australia, prima di tornare nella sua terra di origine, dove ha conosciuto Rolf, l’uomo con cui ha condiviso la vita, il lavoro, tre figli e cinque nipoti. Innamorata da sempre dell’Italia, nel 1995 si è trasferita con il marito in Maremma, dove ha cominciato a studiare l’italiano, a dipingere e a scrivere. Oggi si divide tra una casa sulle montagne svizzere e la Toscana. Ha già pubblicato tre libri in tedesco, è alla sua opera prima in italiano.
Lina Senserini è nata a Grosseto nel 1966 e ha sempre vissuto in Maremma, tranne brevi periodi di lavoro e studio fuori. Giornalista professionista, ha lavorato a lungo, in passato, come insegnante di lingua italiana per stranieri. È così che, oltre venti anni fa, ha conosciuto Adelaide, cui da allora la lega una profonda e inossidabile amicizia. È proprio Adelaide che l’ha convinta a scrivere questo libro insieme, in un momento particolare della sua vita affettiva e professionale. Il viaggio di Tim nasce da qui: dalla condivisione dei sentimenti e dalla profondità del cuore.
Di cosa parla
Tim è un bambino felice finché un giorno l’adorata sorellina Tina, viene portata via da un male incurabile. Il dolore, la tristezza e la rabbia piano piano trasformano il suo cuore in una pietra, incapace di sentire il calore e l’amore dei genitori e dell’amico Andrea. Una mattina, mentre si trascina verso la scuola, distratto e immerso nei pensieri, curvo sotto il peso della disperazione, attraversa la strada senza guardare e una macchina lo investe. Tim vola in aria, cade, perde i sensi
.
Intanto dall’altra parte del mondo o del cielo o chissà dove, uno gnomo di nome Bofonchione si lamenta delle proprie sventure mentre la moglie lo caccia via di casa per pulire e mettere in ordine. È un mondo strano, il suo, tutto al contrario: si chiama il Bosco delle rughe. Qui nessuno litiga e si arrabbia, gli abitanti si amano e si sostengono l’un l’altro, non esistono odio, violenza, avidità. E nessuno rincorre l’eterna giovinezza. Anzi avere le rughe significa essere saggi e rispettati. E guai a perderle perché con esse fuggono anche maturità e saggezza. Ci sono poche regole e una “pattuglia” di aquile a controllare che tutti le rispettino. Ma non c’è pericolo, perché nessuno si sognerebbe di infrangerle.
È qui che Tim si risveglia, per intraprendere un viaggio, accompagnato dall’inseparabile amico-gnomo Burberino, alla scoperta del nuovo se stesso, fino al sorprendente finale.
Cosa ne penso
Ci sono libri che vorremmo non finissero mai e arrivati alle ultime pagine si rallenta la lettura, fino a quel momento avida e velocissima, per assaporarne ancora la compagnia. “Il viaggio di Tim”, di Adelaide Cattaneo e Lina Senserini, è uno di questi, è un libro che “fa compagnia”, una favola che trascina il lettore in uno strano mondo popolato di gnomi e creature fantastiche, ma anche di umani e di animali, di boschi incantati e fiumi proibiti, in un viaggio attraverso il cuore e l’anima, per riscoprirsi alla fine pieni di speranza e di gioia.
Un libro forte e dolce contemporaneamente, che fa ridere e sorridere, piangere e sussultare, che al di là della favola – che è pur sempre un genere delicato e difficile da scrivere, cosa nella quale peraltro le due autrici sono riuscite perfettamente – si può leggere a ogni età, e per ogni età, acquista un senso e un significato diverso.
La lettura è leggera e e pacata, i dialoghi semplici, la struttura narrativa è quella della favola che ha pur sempre delle regole: la prima è che non ci si devono fare troppe domande, né cercare troppe risposte, ma godersi il piacere della storia. Eppure il libro è profondamente reale e scatena un’onda di emozioni.
Il viaggio “iniziatico” di Tim è una scoperta in cui la realtà si percepisce e si sente, che insegna a vivere insieme, a condividere le esperienze e le emozioni. La storia di questa amicizia formidabile tra un bambino e uno gnometto, così diversi in tutto, nelle caratteristiche fisiche, nelle esperienze di vita, dà la misura di quanto si possa imparare dall’altro, se ci si lascia guidare dal cuore e dalle emozioni.
Illustrato dagli splendidi acquarelli di Adelaide Cattaneo, il viaggio di Tim e del suo amico Burberino insegna ad affrontare quel grande, mirabile, difficile percorso che poi è l’esistenza umana. Ciascuno dei due protagonisti, quando diventerà grande, sarà portato a grandi cose, avrà in qualche modo – e questo è un altro degli spunti importanti di riflessione di questo libro – una vera e propria missione da compiere.
Il libro, in fondo, insegna l’esercizio della gioia, quella che si costruisce faticosamente a partire dalle proprie personali esperienze di vita, tra le quali possono esserci anche momenti molto dolorosi, molto pesanti da sopportare. Ed è lì la forza della storia e delle autrici, perché soltanto attraverso il dolore, possiamo costruire un io che sappia sorridere al mondo.
Questo è il messaggio più forte di questa storia per bambini di tutte le età: la speranza, quella che passa attraverso il dolore e la sofferenza, ma che alla fine porta alla gioia e all’amore per la vita.
Con la prefazione di Francesca Brandes, critica letteraria, e la postfazione di Paola Battocchio, psicoterapeuta, il libro è edito da Supernova (prezzo di copertina, 15 euro). Si trova on line su Amazon, Ibs, Feltrinelli e si può ordinare in libreria.
Questa recensione è stata pubblicata anche sul numero di Settembre del mensile Maremma Magazine