“La notte dei bambini cometa” intervista a Pierpaolo Vettori
Pierpaolo Vettori, finalista per due edizioni al Premio Calvino; ha esordito con il libro: La notte dei bambini cometa (Antigone, 2011), seguito da Le sorelle Soffici (Elliot, 2012), La vita incerta delle ombre (Elliot, 2014) e Lanterna per illusionisti (Bompiani, 2018).
Quest’estate le rotative del gruppo Bompiani hanno pubblicato la nuova edizione, riveduta e ampliata, del libro La notte dei bambini cometa. Sentiamo direttamente dall’autore di cosa parla.
Per questa intervista esclusiva, ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn)
Pierpaolo, ci parli di lei e di come è nata la sua passione per la letteratura…
“Sono cresciuto in un paese molto piccolo. A dire il vero, abitavo in aperta campagna per cui la solitudine è stata la mia unica amica per molto tempo. Era necessario trovare una via di fuga da quel mondo angusto e soffocante e inventare storie mi sembrò un’ottima strategia. Ho imparato molto presto a leggere e scrivere e i miei primi, strambi, raccontini risalgono ai tempi della scuola elementare. Si dice che la pratica renda perfetti, io spero che questi anni di lavoro mi abbiano migliorato un po’”.
Quali sono stati i libri che l’hanno formata nella sua infanzia?
“Da bambino ero un voracissimo lettore di fumetti. Mi piacevano molto gli eroi della Marvel. Anche io avevo i loro superproblemi anche se, purtroppo, mi difettavano i superpoteri. Il primo libro che forse ha scombussolato la mia esistenza è stato Sulla strada di Jack Kerouac. Mi faceva immaginare l’esistenza di un mondo libero, colorato e avventuroso. Di recente, rileggendolo, l’ho trovato debole e molto meno significativo di quanto pensassi. Probabilmente era la lettura giusta per i miei quattordici anni. Anche i libri invecchiano, proprio come gli esseri umani”.
Qual è stata la scintilla che l’ha portata a scrivere La notte dei bambini cometa?
“La notte dei bambini cometa è stato il mio primo romanzo. Volevo metterci dentro tutto, a costo di esagerare. Nonostante i miei sforzi, però, il libro non decollava; sembrava mancare di vita, di brillantezza. Tutto è cambiato quando nella mia testa si è fatta strada la voce di un bambino di undici anni: la voce di Ulmer. Tutti i pezzi del confuso puzzle sono andati subito a posto. Ho scritto il libro in un attimo”
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Quali sono state le sue fonti di ispirazione?
“Un libro che mi ha sempre accompagnato e ispirato è Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Gli altri fratelli di questo particolare romanzo sono Amore mio infinito di Aldo Nove e Un dolce odore di morte di Guillermo Arriaga“.
Una domanda curiosa…tra i vari personaggi che compaiono nella Divina Commedia quali potrebbero assomigliare maggiormente a quelli del suo romanzo?
“E’ una domanda alla quale è difficile rispondere in quanto i due libri sono diversissimi. Forse Ulisse, con la sua curiosità e il suo sforzo di essere sempre e comunque umano, anche a costo della vita. Una cosa è certa: Zeno, Irene e Ulmer si troverebbero benissimo a fare due passi assieme a Dante e Virgilio. L’inferno è decisamente dark”.
Progetti per il futuro…
“Continuare a scrivere. Sto finendo il nuovo romanzo e ho cominciato anche la stesura di uno scritto su Daniele Del Giudice, un grande autore italiano. Inoltre, mi piacerebbe lavorare di più nelle scuole. Quando parlo ai ragazzi di lettura e scrittura sento che si crea sempre un’intesa molto particolare ed entusiasmante. Chiamatemi e verrò di sicuro”.