La vita di Amy Winehouse in un fumetto
Liuba Gabriele è autrice, illustratrice e fumettista.
Ha collaborato con i portali di Stormi e Graphic News, col progetto editoriale This is Not a Love Song e con vari editori tra i quali Mondadori, Logos, Fernandel; i suoi disegni compaiono su libri e riviste. Nel 2019 illustra per la casa editrice Hop! Amy – vita di Amy Winehouse, l’indimenticabile cantautrice inglese morta giovanissima (14 settembre 1983 – 23 luglio 2011).
Espone i suoi disegni a livello nazionale e internazionale ed è stata ospite dei principali Festival italiani di fumetto e illustrazione (tra i quali Lucca Comics, Treviso Comic Book Festival, Bilbolbul, Le Immagini della Fantasia). Pubblica da autrice indipendente poesie, racconti illustrati e diari di viaggio.
Per maggiori informazioni: www.liubagabriele.com
Ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per questa intervista.
Liuba, ci parli di lei e del suo incontro con l’illustrazione…
Di solito con la prima domanda mi trasformo in una statua di sale.Per sc iogliermi, aspetto che un’onda violenta mi trascini al largo e sarebbe meglio per me, se il mare fosse cristallino.
Rispetto al mio incontro con l’illustrazione o meglio, col disegno, direi che è avvenuto prima che riuscissi a pronunciare parole complesse. In tutte le età della mia vita ho dato tempo alle matite, alla pittura e a ciò che ci potevo combinare ed è stato naturale farlo.
Ho coltivato la mia passione con lo studio, frequentando l’Accademia di Belle Arti di Brera e diversi corsi di specializzazione ma mi sento di dire che è con la pratica personale e solitaria che ho imparato a dare forma a ciò che mi premeva rappresentare e la mia esplorazione non è certo conclusa.
Ho iniziato a esporre i miei lavori e a stringere collaborazioni con riviste e case editrici dagli anni dell’Accademia e vorrei che il mio percorso proseguisse soprattutto in ambito editoriale.
Come è nata l’idea di creare un libro illustrato basato sulla breve (ma intensa) vita di Amy Winehouse?
È capitata una coincidenza così precisa che fatico a crederla casuale.
Lorenza Tonani, direttrice editoriale di Hop!, mi disse che le sarebbe piaciuto raccontare la vita di Amy Winehouse attraverso un libro illustrato.
Mi emozionai appena pronunciò il nome di Amy, avevo seguito con empatia il suo percorso musicale e la sua storia.
Credo capimmo immediatamente di aver trovato la figura femminile che scuoteva la mia sensibilità e che avrei voluto e potuto rappresentare.
Quando è entrata a far parte del progetto editoriale che ha consentito la realizzazione di Amy?
Ho ritratto Amy per la prima volta nel dicembre 2018. Quando arrivò l’approvazione dei primi disegni da parte di Lorenza e la conferma che avremmo lavorato insieme, fui entusiasta.
Da febbraio 2019 iniziai a disegnare le tavole definitive, il libro è stato pubblicato lo stesso anno, nel mese di settembre.
Per la creazione delle tavole quale tecnica grafica predilige?
Amo mescolare il tratto della matita o della penna con acquerelli e tempere, combinare un segno graffiante con macchie di colore che si liberano nell’acqua.
È una maniera doppia di lavorare che trattiene una certa tensione, la linea frastagliata argina e aggredisce la dolcezza della pittura.
Per le tavole di Amy ho utilizzato grafite e pastelli e colorato gli sfondi in digitale, una scelta grafica concordata con Lorenza per assicurare ai testi maggiore leggibilità.
Quale illustrazione rappresenta meglio la sintesi del book Amy?
La prima, quella che apre il libro con i due mezzi volti speculari di Amy.
Da una parte lei è raggiante, agli esordi della carriera, quando il futuro sembra una promessa dorata, dall’altra c’è Amy celebre, indebolita dagli eccessi, da una relazione tormentata e prigioniera di un’attenzione mediatica priva di scrupoli.
Un mutamento che si è compiuto in pochi anni.
In molti dei suoi testi, discorsi registrati o messaggi, anche in tempi non troppo sospetti, Amy sembra presentire che dalla vita se ne sarebbe andata presto, che il suo cuore a un certo punto non avrebbe retto.
E quale canzone?
Scelgo Some Unholy War, in questa canzone c’è tutta la devozione di Amy per il marito Blake.
L’amore è stato il tema portante della musica e forse il veleno preferito di Amy.
Nel film documentario Amy – The Girl Behind the Name, in una registrazione vocale dice: “Mi sono innamorata di una persona per cui sarei morta. Eravamo innamorati e stavamo insieme: è come una droga non è vero?”
È stata pronta a danneggiarsi pur di seguire Blake, voleva trovarsi dov’era lui, sentire quello che sentiva lui, fare ciò che lui faceva, essere sua alleata, l’avrebbe seguito in qualsiasi inferno.
Una scelta totale giocata sul filo della vita.Progetti?
C’è un fumetto in fase di lavorazione che spero possa vedere presto il suo compimento, poi alcune collaborazioni in programma rivolte più all’ambito illustrativo”.
Vorrei cercare di non disperdere troppo le energie e concentrarmi su progetti che siano affini al mio pensiero e che possa comprendere e interpretare meglio. Voglio dare vita a qualcosa che abbia valore per me. Spero davvero di averne la possibilità.