“Il potere della coscienza” di Marcello di Muzio
Chi è Marcello di Muzio
Laureato all’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti, imprenditore, ricercatore e scrittore, Marcello Di Muzio si occupa da molti anni di discipline introspettive ed è un esperto di psicologia dell‘io.
Il suo primo libro, Vademecum per l’ambiente, è di tutt’altro genere, poiché è uno strumento di consultazione sulla normativa ambientale italiana. Pubblicato nel 2002 da Epc editore ha venduto oltre 10mila copie.
Negli anni successivi, Di Muzio matura e approfondisce gli interessi sulla psicologia e l’introspezione sui quali si è spinto a cercare fin dall’adolescenza. Il primo frutto di questo lungo percorso arriva nel 2019, con la pubblicazione del saggio Dall’Universo all’anima, uscito sempre per i tipi di Epc, che affronta i risvolti interiori più nascosti della mente umana.
Il potere della coscienza (Epc editore, 2020) riprende e completa questo percorso.
Di cosa parla Il potere della coscienza
Il libro è un saggio ricco a articolato, basato su un’ampia ricerca bibliografica, che analizza la radice del comportamento umano e offre una guida per imparare a conoscersi, un vedemecum anche in questo caso.
Il punto di partenza è “perché persone con un’infanzia serena e uno sviluppo equilibrato, sono incapaci di gestire anche gli aspetti più semplici della vita e perseverano “diabolicamente” nei propri errori?” Una domanda da un milione di dollari, verrebbe da dire, che non ha una, ma mille risposte, ognuna delle quali si trova in fondo alla strada, se si decide di percorrerla, che porta dentro se stessi. Non bastano le abitudini, le esperienze, le convinzioni a spiegare cosa influenzi il comportamento, cosa determini le scelte.
C’è molto di più e si arriva a capirlo piano piano, seguendo il percorso proposto da Di Muzio attraverso i 14 capitoli che insegnano, prima di tutto, a essere se stessi. Chi ha il coraggio di affrontare questo viaggio ha la risposta. Parafrasando il sottotitolo, si può scoprire il vero potenziale andando oltre i condizionamenti e migliorare, così, la nostra vita attraverso un percorso di arricchimento interiore.
Cosa ne penso (a cura di Lina Senserini)
Ci sono due parole che mi hanno incuriosito fin dalla copertina del libro: potenziale e condizionamenti. Prese da sole e decontestualizzate non hanno un significato assoluto, che dipende invece dal campo semantico o dal settore del linguaggio in cui vengono usate. Scritte, invece, sotto al titolo Il potere della coscienza lasciano affiorare il concetto di potenziale umano, quello che resta inespresso ogni volta che c’è un fallimento. E qui entra in gioco la seconda parola, “condizionamenti”, quasi sempre responsabili delle scelte che ognuno di noi fa nella vita. Imparare a capire il potere della coscienza, anzi della conoscenza di sé, aiuta a superare gli ostacoli e a vincere i limiti, a migliorare la vita e – si legge sulla quarta di copertina – a gettare la base per costruire la vera felicità.
Il libro di Marcello Di Muzio, tuttavia, non è un un manualetto modaiolo di self-empowerment, quanto piuttosto la ricerca e la spiegazione dei meccanismi inconsci che muovono prima i pensieri, poi le scelte, determinando uno stato di benessere o, al contrario, di malessere se le scelte si rivelano sbagliate. E al centro di tutto c’è l’io, non nel significato filosofico di soggettività di pensiero, ma in quanto essenza intima di ciascun individuo. Il problema è come conoscerlo a fondo questo io, imparare ad ascoltarlo e liberarlo dai condizionamenti.
L’esortazione dell’autore è la stessa che era scritta sulla porta del tempio di Apollo a Delfi, γνῶϑι σεαυτόν, “Conosci te stesso”.
Per i Greci significava riconoscere la limitatezza della condizione umana, per Di Muzio è la chiave per capire (e riconoscere) le proprie potenzialità. Certo non è semplice, lo spiega bene nel libro, perché la ricerca del proprio se stesso è un viaggio dalla meta incerta, lungo il quale bisogna imparare a difendersi dalla apparenze, dalla convenzioni sociali che le determinano, dalle maschere (in senso Pirandelliano) che ciascuno indossa. Ma anche dalla percezione che ognuno ha di sé, a sua volta indotta dall’educazione, dalle esperienze, dagli errori, dalla paura, dalla debolezza, dalla stanchezza, dai condizionamenti di cui spesso nemmeno si è consapevoli. Infatti, e qui Di Muzio è quasi impietoso, cercare se stessi fa talmente paura che invece di guardarsi dentro, ci si proietta all’esterno. Errore gravissimo secondo l’autore, che indica nel giusto equilibrio tra dentro e fuori il presupposto per imparare a essere se stessi.
Del resto non potrebbe essere diversamente: c’è un corpo e c’è una mente che elabora le esperienze esterne, che subisce il contesto i cui si sviluppa, che è frutto di più fattori, comprese le condizioni economiche e sociali.
E quindi?, si legge alla fine del libro, E quindi occorre conoscere se stessi per capire fino a che punto l’io ci spinge ad agire. E una volta raggiunta questa consapevolezza, si può cominciare a gettare le basi per costruire la felicità.