“La città azzurra” di Elena Marmugi
La città azzurra di Elena Marmugi
(Goalbook Edizioni, 2020)
Elena Marmugi, nasce a Empoli nel 1974. Dal 2001 vive a Milano e attualmente è nel team di Virgin Radio dove lavora in qualità di copy e autore dello storico programma Virgin Motel.
Con il nome d’arte di Lady Helena, ha girato l’Italia da nord a sud facendo ballare un numero spropositato di giovani “spettinati ma con la testa a posto”.
Oltre alla musica, un’altra sua grande passione è lo sport, soprattutto il calcio. Ogni volta che la sua Empoli scende in campo, lei prende il treno e ritorna nella sua amata Toscana.
Con questa storia racconta il calcio passando attraverso le vite dei tifosi, fedeli baluardi di memoria. La città azzurra ha la prefazione di Cristiano Militello.
Di cosa parla La città azzurra
Alfredo è un quarantacinquenne single che dopo la fine del suo matrimonio è tornato a vivere dai genitori. Lavora in un’azienda di gelati, la Sammontana, ed è tifosissimo dell’Empoli.
Quando, dopo vent’anni, torna in città una sua vecchia amica,Adriana, di cui era segretamente innamorato, tutto cambia. La sua vita, fino ad allora piuttosto grigia, si colora di speranza. Ma per arrivare al cuore della donna, Alfredo dovrà necessariamente conquistare il figlio di lei, che a soli sette anni ha già una incrollabile fede bianconera.
Cosa ne penso
Toscano come l’autrice, il noto comico cabarettista, conduttore radiofonico Cristiano Militello, firma la prefazione di questo romanzo d’esordio.
Dopo aver prudentemente inserito una specie di glossario con i termini più strettamente dialettali toscani, accompagnati dalla spiegazione del significato e alcune osservazioni, Elena Marmugi apre le porte al lettore di una delle tante realtà provinciali italiane.
In maniera molto semplice ed empatica, racconta come la storia di una città possa intrecciarsi con le vicissitudini della sua squadra di calcio.
Fin dalle prime battute, oserei dire dal glossario (che l’autrice chiama Ufficio informazioni), si intuisce l’amore che lega ancora l’autrice alla propria terra. Sembra quasi che abbia cercato un pretesto, in questo caso una squadra di calcio e il senso di appartenenza e di aggregazione di una comunità, per trovare la forza di dichiarare il proprio amore per la sua città.
Ne esce un ritratto, spontaneo e naturale, di vita di provincia dove si intessono amori, passioni, delusioni e speranze, attraverso personaggi credibili, verosimili.
La scrittura femminile, infatti, offre un punto di vista inedito ad una storia che ha come filo conduttore il calcio. Anche se ormai sono mote le giornaliste che si occupano di questo sport, non sono ancora molte le autrici che ne scrivono. Anche per questo motivo, La città azzurra, vale la pena di essere letta.
Cristiano Militello nella Prefazione, a questo proposito, scrive: … Sebbene più volte mi sia dovuto – provare per credere – fermare qualche istante e ripetermi “ chi scrive è una donna”, talmente sorprendente è la dimestichezza con la psicologia dl protagonista maschile.
Un romanzo che, al di là del contenuto, ci dimostra che anche le donne possono occuparsi, a gran titolo, di calcio. Forse anche grazie ai recenti mondiali femminili di calcio che hanno acceso un riflettore su un’ingiustizia tutta italiana. Le nostre sportive chiedono infatti ora a gran voce di diventare professioniste, come i colleghi maschi e non più solo dilettanti. Insomma, la rivoluzione verso il professionismo è iniziata e non può fermarsi.
Forse anche un libro come questo, può dare il suo contributo.