“Primavera Rosso Robot”: parla Hurricane
Ivan Manuppelli, nome d’arte Hurricane, a 16 anni ha fondato la rivista: The Artist, diventata poi Puck!, su cui hanno pubblicato numerosi protagonisti del fumetto underground internazionale. Come autore unico ha lavorato per le riviste Frigidaire, Il Male di Vauro e Linus, per citarne solo alcune.
Dal 2018 regolarmente collabora con la leggendaria rivista americana MAD Magazine e per il quotidiano Il manifesto.
È tra i fondatori e organizzatori del festival di autoproduzioni AFA e direttore irresponsabile della rivista Čapek.
- Ringraziamo ancora una volta Bailo Fausto e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per aver reso possibile questa intervista esclusiva!
Ivan, spiegaci un po’ chi sei e com’è nata la tua passione per l’illustrazione…
“Ho sempre disegnato, che io ricordi. Mia madre mi racconta che da piccolissimo mi lasciava davanti alla tv che trasmetteva I Visitors, i Munsters e la Famiglia Addams. E infatti le prime cose che disegnavo erano solo mostri… Oddio, non che i miei soggetti siano poi cambiati così tanto”!
Quali sono stati i tuoi illustratori di formazione?
“Quelli che mi hanno dato proprio una scossa sono: Jack Davis, Bill Elder, Magnus, Jacovitti, Crumb, Harvey Kurtzman, Basil Wolverton, Otto Dix, Georg Grosz, Tom Bunk, Vincino, Filippo Auti, Francesca Ghermandi, Pazienza, Bruno Bozzetto, Bonvi, Reiser e Stefano Tamburini. Lo so, son tanti”.
Come nasce il fumetto Primavera Rosso Robot ?
“L’idea mi è venuta un anno fa, prima della pandemia. Avevo trovato sotto casa alcuni volantini di Lotta Comunista e allora mi sono chiesto cosa succederebbe se una volta invece di trovare degli umani, i venditori porta a porta di quel giornale si fossero ritrovati un robot domestico disposto ad ascoltarli e ad apprendere…ad esempio Alexa.
Mi affascina molto il discorso delle intelligenze artificiali, di come rispondono agli input e apprendono le informazioni prendendole alla lettera… senza la possibilità di avere una opinione personale. Da qui è nato tutto. La storia è una distopia comica, una specie di fantascienza sgangherata. I protagonisti sono quasi tutti robot ed elettrodomestici: Alexa, Minipimer, il Subcomandante Rotowash, Kombattina De Longhi“.
Come è nata la tua collaborazione con il quotidiano Il Manifesto?
“Ci siamo trovati da subito. Avevo bisogno di una nuova casa per i miei Sopravvissuti dopo la brusca interruzione con il nuovo linus di Igort ed Elisabetta Sgarbi, e così ho provato a riproporre quei personaggi a Il manifesto.
Mi piace molto lavorare per i quotidiani, perchè mi permettono di fare un intrattenimento popolare ed economico e di confrontarmi con un pubblico eterogeneo e ancora frequenta l’edicola (un tempio della cultura pop, una istituzione da preservare). E Il manifesto è il giornale che sento più mio, l’unico che abbia mai davvero seguito e anche quello che più si avvicina alla mia sensibilità.
Sono felice che sia nata questa collaborazione con una realtà che stimo, che poi ha anche aperto una via per altre produzioni perchè prima di allora non c’erano fumetti seriali sui quotidiani italiani, era una pratica ormai quasi dimenticata. Con Il manifesto ho fatto finora tre serie diverse: I Sopravvissuti, che era a episodi settimanali autoconclusivi, Cronache dal Virus , che era una striscia quotidiana uscita in pieno lockdown, e Primavera Rosso Robot che invece è un’unica storia suddivisa in appuntamenti settimanali, come le vecchie serie tv”.
Quanto tempo ti serve per realizzare una striscia?
“Dipende. Per le comic strip dipende tutto dall’idea, per le storie invece anche dalla documentazione che serve e dalla voglia che ho di disegnarla. Diciamo che se sono in forma posso produrre una striscia al giorno e una storia alla settimana. Ma parliamo di un universo parallelo ed idilliaco, perchè c’è sempre qualche problema che finisce per intromettersi nel flusso”.
Quale genere musicale può racchiudere il carattere del tuo fumetto?
“Direi blues psichedelico”.
Progetti per il futuro?
“Sto lavorando a un nuovo progetto horror, e anche ad alcune idee di corti di animazione. E prima o poi vorrei racchiudere in una raccolta tutte le mie storie di paura e distopia comica realizzati negli anni, compresa la nuova Primavera Rosso Robot e alcuni inediti”.