“Le sette porte. Il sogno di un amore” di Giovanni Boschetti
Le sette porte. Il sogno di un amore
di Giovanni Boschetti
(BastogiLibri, 2021)
Chi è Giovanni Boschetti
Scrittore e espero di icone sacre, Giovanni Boschetti nasce a Montichiari, in provincia di Brescia, nel primo dopoguerra, durante la rinascita economica. Le vicissitudini della vita lo hanno portato a vivere più esperienze in ambiti diversi.
Da sempre appassionato di oggetti antichi, ha avuto la fortuna di incontrare, ancor giovane, l’Arte delle Antiche Icone Russe, diventando, in seguito, un appassionato e un esperto.
È stato uno fra i primi studiosi italiani di questa importante Arte Sacra, interessandosi, parallelamente, anche all’ arte delle Avanguardie Russe.
Ha scritto diversi libri su queste due forme d’arte. Con orgoglio personale, ha composto una storia per bambini, per far loro conoscere le Icone e la loro storia, attualmente tradotta e pubblicata in Russia.
Ha curato decine di mostre sull’arte russa in ogni parte d’Italia. Ha collaborato, a livello internazionale, con alcuni esperti russi sulla divulgazione di quest’arte. Ha sempre avuto un desiderio latente di scrivere.
Di cosa parla Le sette porte. Il sogno di un amore
In questa opera, rievoca momenti di vita vera, esperienze vissute, contornate da un alone di mistero che solleticano la fantasia.
Senza alcuna presunzione, tanto che a tratti sembra quasi voler negare a se stesso ciò che lo ha spinto a scrivere, il testo è arricchito da ipotesi, avvalorate da studiosi, su cosa saremo oltre la vita.
Cosa ne pensiamo
Le sette porte. Il sogno di un Amore è un romanzo dal taglio originale, ricco di citazioni erudite, che non può essere ascritto a un unico genere. Avvolto da un alone di mistero, è caratterizzato da un esiguo numero di vicende e personaggi e da una prosa poetica, erratica, visionaria. Esordisce come autobiografia, poi prende una piega diversa narrando fatti presentati come reali, che solo in un secondo momento sveleranno la loro valenza simbolica.
Contiene una lucida analisi della società attuale e dei suoi mali nonché dell’orrore e del sangue di cui è disseminata la storia dell’umanità, della quale l’autore, in una sorta di amplificazione della coscienza, avverte tutta la potenza del grido.
La prosa, da un certo punto in poi, si fa frammentaria avvalendosi di flashback di ignota provenienza, in una sorta di inarrestabile flusso che partorisce immagini come istantanee, volutamente prive di riferimenti spazio-temporali, come le icone sacre e… l’amore.
Filo conduttore dell’opera è la ricerca di Dio, l’aspirazione a un Amore assoluto vagheggiato a partire dall’infanzia. Soprattutto il ricongiungimento con una fede perduta intorno alla mezz’età, che è anche esorcizzazione della morte, concepita, in queste pagine, come strumento di evoluzione.
La narrazione, tolta la parte autobiografica, è paragonabile a un meraviglioso sogno dell’anima – un sogno d’amore – che tende all’elevazione, e al termine del soggiorno terreno varca le sette porte fino ad arrivare al cospetto di Dio e diventare parte di un Corpo unico, di un Immenso Sapere.
L’autore, in queste pagine introspettive e spirituali, che, a tratti, si aprono a scene di pura carnalità, si interroga su argomenti di grande spessore: il senso della vita umana, l’aldilà, il rapporto con Dio e con la religione, e soprattutto l’amore nella sua accezione più alta, come estremo sacrificio di sé.
Frequenti i richiami all’iconografia sacra, porta d’accesso al mondo divino, “che fa da cornice alla ricerca di Assoluto”, e che per l’autore è pura passione convertitasi in lavoro, un lavoro vissuto come una missione.
Se credi in una realtà che trascende la morte fisica,
e questo mondo limitato non ti basta,
se aspiri all’Assoluto,
questo è il libro per te.
(NdA)
Recensione a cura di Daisy Raisi, scrittrice e editor