“Ritratti di donne” di Renata De Franco
Ritratti di donne
di Renata De Franco
(Rainflowergallery, 2022)
Chi è Renata De Franco
Renata De Franco è studiosa in ambito storico, sociologico e antropologico. Tra le sue opere, l’Enciclopedia delle problematiche sociali, in 12 volumi illustrati, da cui sono tratti i temi per lo sviluppo delle opere Atlante dei problemi sociali e Le sacerdotesse del dio serpente. C’è poi Pizzi e merletti di Calabria. Tutti i volumi sono pubblicati in versione e-book sugli store Kobo, Feltrinelli e Mondadori.
L’Enciclopedia tratta gli scenari di degrado presenti nel mondo e si configura come un’ottima risorsa didattico-educativa per la conoscenza delle drammatiche condizioni in cui vivono milioni di esseri umani. Il romanzo Le sacerdotesse del dio serpente è, invece, ispirato a fatti realmente accaduti sullo sfondo dell’Arcipelago indonesiano. Un territorio rigoglioso con panorami incredibili, misteriosi e selvaggi, dove le popolazioni più povere non hanno potuto fare a meno di affidarsi ai riti magici tribali e agli spiriti della natura.
Nel libro Pizzo e merletto di Calabria, l’autrice tratta temi sociali e di attualità, il folklore, la storia, l’artigianato, le eccellenze agroalimentari, i miti e le leggende della terra di Calabria.
Di cosa parla il libro
Ritratti di donne è una sintesi rapida, completa e di alto valore educativo, della storia dell’umanità attraverso il ritratto di 66 donne che hanno lasciato un’impronta indelebile nel cammino verso la civiltà.
Appartengono a momenti diversi e lontanissimi della storia. Dall’antica e fiorente Babilonia della regina Semiramide, all’altrettanto antico e fiorente Egitto di Nefertari e Nefertiti. Dall’Inghilterra del XVI secolo di Anna Bolena, alla Francia di Caterina de’ Medici, da Boaedicea, regina celtica, alla bella Otero, Lucrezia Borgia e Messalina. Senza dimenticare il mito delle donne guerriere, le amazzoni, le suffragette, le eroine romantiche del Risorgimento, fino alle Sibille, sacerdotesse e indovine delle civiltà più antiche, e alle madri coraggio.
Tempi e mondi molto lontani, antichissimi o contemporanei. Paesi con usi e costumi molto diversi tra loro, dove le donne sono eroine resilienti o coraggiose guerriere che hanno cambiato il mondo adattandosi ad esso o combattendone il sistema.
I loro nomi scorrono per diverse pagine, alcuni sconosciuti, altri famosissimi e immortali, disposti in rigoroso ordine alfabetico. Una pagina o poco più per ciascuna lo spazio sufficiente all’autrice per rappresentarle con poche pennellate e riportarle all’attualità, per restituirne la memoria affinché non vada perduta.
Che cosa ne penso
Cos’hanno in comune Maria Maddalena e Maria I d’Inghilterra la celebre Bloody Mary? Oppure Messalina e la poetessa Saffo, Olimpiade, madre di Alessandro Magno, e Wu Zetian concubina e infine potentissima favorita dell’imperatore cinese Gao Zong?
In apparenza ben poche cose, nella sostanza «aver sfidato con la loro spregiudicatezza l’establishment della loro epoca», come scrive nella prefazione del libro la stessa autrice.
A secoli, millenni e milioni di chilometri di distanza l’una dall’altra, ciascuna delle 66 donne raccontate da Renata De Franco, rappresenta la grandezza e la fatica di avere i cromosomi “xx” , in mondi quasi esclusivamente al maschile, tranne rare eccezioni.
Si potrebbe a questi punto scomodare la Bibbia, i fiumi di inchiostro sull‘Ultima cena di Leonardo da Vinci, “sprecati” a disquisire su chi realmente sieda alla destra di Gesù, fino a chiedersi se Dio è femmina, senza correre il rischio di cadere nella blasfemia.
Viene naturale chiedersi se non sia arrivato il momento di parlare di “storia di genere” dove trovano collocazione le donne di incredibile grandezza scelte e raccontate da Renata De Franco. Nel millenario percorso dell’umanità, del resto, i sessi non sono mai stati uguali, ma uomini e donne hanno vissuto in maniera diversa i vari passaggi della storia.
In Occidente – perché altrove lo cose sono andate in altro modo – il cammino delle donne ha portato a un lentissimo processo di avvicinamento che ha messo in crisi la concezione del ruolo maschile, senza raggiungere una vera parità tra i sessi.
Anzi a distanza di secoli si ripetono le stesse dinamiche. Emblematica la drammatica vicenda della pittrice Artemisia Gentileschi, che all’inizio del XVII secolo, a Roma, osò denunciare lo stupro da parte di Agostino Tassi e subì, oltre a un pesantissimo linciaggio morale, anche il dolore – lei, che della violenza era vittima – di un processo durante il quale fu sottoposta a pratiche inquisitorie per dimostrarne l’innocenza e la verginità.
Poco meno di 400 anni dopo, nel 1979, la Rai mandò in onda un documentario, Processo per stupro, che il difensore di parte civile Tina Lagostena Bassi, in una intervista rilasciata nel 2007, non esitò a definire sconvolgente: dimostrava, infatti, come i difensori degli imputati per stupro fossero altrettanto violenti nei confronti delle vittime. Esattamente come il tribunale romano che nel 1612 aveva trasformato Artemisia da vittima a colpevole. Basti pensare che la violenza sessuale, in Italia, è diventata reato contro la persona – e non contro la morale pubblica – nel 1996.
Artemisia è solo una delle 66 donne scelte per raccontare il percorso, grazie al quale, «oggi in molte società la donna è considerata al pari dell’uomo almeno dal punto di vista giuridico, mentre nei Paesi non occidentali e nei luoghi dove vige la legge vive ancora sottomessa e subisce numerose limitazioni alla propria libertà individuale», ci dice l’autrice.
Ritratti di donne rappresenta, in conclusione, un importante strumento educativo e di riflessione e per questo ringrazio l’autrice.
Questo volume è riuscito a mettere a fuoco (e a confronto), alcuni aspetti appartenenti a tempi e mondi diversi, facendo emergere le profonde contraddizioni nell’evoluzione del ruolo delle donne nella storia, che spiegano le distorsioni sociali cui ancora oggi si assiste impotenti.
Recensione a cura di Lina Senserini, docente e giornalista.