“È lì che ti aspetterò” parla l’illustratrice del fumetto
È lì che ti aspetterò
di Elisabetta Tosi e Elisa Di Virgilio
(Shockdom, 2022)
E’ lì che ti aspetterò scritta da Elisabetta Tosi, alias Lilletta, e illustrata da Elisa Di Virgilio è una bella graphic novel che accompagnerà i lettori in fantastiche avventure.
Dopo l’intervista a Lilletta (https://www.dianoratinti.it/graphic-novel-e-li-che-ti-aspettero/), eccovi quella all’illustratrice Elisa Di Virgilio.
Ci dica qualcosa di lei e di come è nata la sua passione per l’illustrazione…
“Fino alle superiori disegnavo qua e là, come una forma di sfogo o di evasione, o addirittura alle elementari come supporto ai testi che facevo come compiti. Ero però convinta che per essere un vero disegnatore bisognasse essere delle persone eccezionali, fare scuole specifiche, e avere talento fin dalla tenera età.
Poi alle superiori, dove scelsi un liceo scientifico, vidi nel giornalino mensile della scuola dei disegni ben fatti e espressivi, spesso anche fumetti, ad accompagnare gli articoli. E quando chiesi chi li aveva fatti e mi risposero una delle studentesse della scuola, si accese una lampadina di consapevolezza: per disegnare non serve essere dei geni, puoi provarci anche tu! Dai 16 anni in poi, continuo a crederci e a tentare questa strada”.
Quali sono i suoi autori di riferimento?
“Negli anni trovo sempre nuovi disegnatori che mi intrigano e che ampliano i miei orizzonti, ma tutto è partito prima dai cartoni animati della Disney (sia i classici come La Bella Addormentata nel Bosco che quelli dove lo stile di Glen Keane si è imposto come canone) per poi trovare una quadra fumettistica con Alessandro Barbucci (co-autore di Witch, sempre edito Disney) e Elena De Grimani (Rigel, Luna). Manga e anime sono stati compagni fedeli fin dai primissimi anni, e lì gli stili che mi colpivano e che cercavo di imitare erano quelli più grafici e meno realistici”.
Quando tempo ha richiesto la realizzazione delle illustrazioni?
“Una tavola può prendere poche ore, come un’intera giornata se non addirittura di più, tutto dipende da cosa va mostrato e messo in scena. Parlando in generale, fra bozze, matite, chine e infine colore, per È lì che ti aspetterò ci sono voluti circa 7 mesi di lavoro”.
Quale tecnica grafica ha utilizzato per creare le sue tavole?
“Tutto in digitale, per i tempi di consegna richiesti è la soluzione migliore, così da venire incontro nel caso ci siano delle modifiche da fare rispetto alla sceneggiatura. Come programmi ho usato ClipStudio per la fasi di bozza, matita e china, mentre per il colore sono passata a Photoshop. La tavoletta grafica è ovviamente essenziale per me, all’inizio facevo tutto con la mia Cintiq 13, poi mi sono spostata sull’Ipad Pro da 12,9”.
In passato ha realizzato altre graphic novel?
“Ho cominciato con delle autoproduzioni che vanno sotto l’etichetta Wanderer Autoproduzioni, che gestisco assieme al mio sceneggiatore Matteo Parisi e altri bravissimi disegnatori. Con loro portiamo avanti Midnight Roads, una storia urban fantasy, e a breve dovremo lavorare su un’altra, Echoes” dove però sarò solo io a occuparmi delle tavole. Insieme sempre a Matteo abbiamo portato il primo episodio della nostra serie weird-western Ghost Dance nell’antologia Out of the Box edita da Space Otter Publishing e stiamo lavorando a un webcomic, Odd Galaxy, pubblicato a puntate sulla piattaforma TacoToon, della casa editrice BD”.
È lì che ti aspetterò? Due parole sulla trama…
“In una piccola cittadina del Maine il dramma di due innamorati riemerge dopo quasi 60 anni dalle pagine di un vecchio libro.
E’ infatti uno dei biglietti che i due segretamente si scambiavano ad essere rinvenuto casualmente in un volume, ceduto insieme ad altri alla biblioteca locale come donazione da un’importante famiglia del luogo, a solleticare la curiosità di Emma che decide di indagare.
Ad aiutarla inaspettatamente è Thomas, taciturno e apparentemente apatico compagno di scuola della ragazza. Mano a mano che il mistero si dipana, una minaccia pare incombere sui due, qualcuno, forse, non vuole che la verità venga a galla”.
Quale illustrazione potrebbe riassumere meglio questa storia?
“Domanda difficile, per me tutta la parte finale rappresenta il fulcro della storia. Sicuramente la tavola dove viene svelata l’identità del colpevole è quella che spero colpisca il lettore di più! Ma ci sono anche tante sequenze dove piano piano si mostra il legame fra i due protagonisti, Emma e Thomas, che sono state molto carine da disegnare”.
Intervista a cura di Fausto Bailo, promotore culturale, e Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn)