Intervista a Claudio Volpe, scrittore Einaudi Ragazzi
Claudio Volpe nasce a Catania nel 1990, si diploma al liceo classico e si laurea in giurisprudenza a Roma. Giurista, sta studiando per entrare in magistratura.
Nel 2011 viene scoperto da Dacia Maraini che presenta al Premio Strega il suo romanzo d’esordio Il vuoto intorno insieme al poeta Paolo Ruffilli. Questo romanzo vince anche il Premio Internazionale Franco Enriquez ed è finalista al Premio Torre Petrosa. Il suo secondo lavoro, Stringimi prima che arrivi la notte, viene presentato al Premio Strega 2013 da Renato Minore e Cesare Milanese, vince il Premio Napoli Cultural Classic ed è finalista al Premio Flaiano, classificandosi secondo.
Nel 2014 esce il saggio-dialogo Raccontami l’amore, scritto insieme all’allora parlamentare Anna Paola Concia, sui temi dell’omosessualità e della violenza sulle donne.
Nel 2015 pubblica Ricordami di essere felice, raccolta di racconti sul tema della felicità, classificandosi terzo al Premio Piersanti Mattarella.
Ha curato l’opera Sotto un altro cielo (Laurana Editore, 2016), antologia di racconti che ha visto dieci scrittori italiani affrontare il tema dell’immigrazione e in cui ha partecipato anche come autore. Il suo romanzo, La traiettoria dell’amore, 2017 Laurana Editore, è stato candidato al Premio Strega da Francesca Pansa e Carlotta Tagliarini ed è tra i finalisti del Premio Brancati 2018.
A maggio 2018 ha pubblicato il dialogo sul ‘fine vita’ scritto insieme a Dacia Maraini, Il diritto di morire (SEM).
A maggio 2021 esce il suo nuovo romanzo Oltre ogni cosa, edito da Laurana.
Il 4 luglio 2023 segna il suo debutto nella narrativa per ragazzi: va in libreria il suo romanzo Il rosa è solo un colore per i tipi di Einaudi Ragazzi.
Claudio, ci dica qualcosa di lei e di come è nata la passione per la scrittura…
“Ho 33 anni, sono avvocato ma coltivo il sogno di diventare magistrato. Scrivo da quando ne ho memoria, ma il mio primo romanzo è stato pubblicato dodici anni fa. “Il vuoto intorno“, opera d’esordio, fu notato da Dacia Maraini che lo presentò al Premio Strega di quell’anno. Da quel giorno la Maraini è diventata la mia mentore oltre che una cara amica. La scrittura per me è una vocazione. Fin da piccolo ho scoperto che scrivere era per me un modo di stare al mondo, una forma di elaborazione della vita e soprattutto uno strumento di salvezza. Scrivendo faccio i conti con l’esistenza, con i limiti umani, con la finitudine dell’esistere. Scrivere mi dà l’impressione di avere un senso a guidare i miei giorni, come l’amore”.
Quali scrittori l’hanno influenzata?
“Sicuramente i grandi classici da Leopardi a Pirandello, da Svevo a Virginia Woolf. Ma anche autori contemporanei come Philip Roth, Kazuo Ishiguro, Margaret Mazzantini, Melania Mazzucco”.
Quali sono stati i suoi primi passi nella editoria?
“A ventuno anni ho pubblicato il mio primo romanzo, “Il vuoto intorno“, la storia di un ragazzo padre che vive numerose disgrazie finendo anche per prostituirsi. Dacia Maraini lo lesse e le piacque, tanto che lo candidò al Premio Strega di quell’anno. Quel romanzo creò un piccolo scalpore per la sua durezza e per i temi trattati da un ragazzo di ventuno anni. Destò molta curiosità e mi consentì di trovare un agente letterario e di conquistarmi la possibilità di essere nuovamente pubblicato. La mia storia editoriale è fatta di tanti piccoli passi e di molta pazienza, di tanta speranza e notevole tenacia. Ho impiegato dodici anni per riuscire a pubblicare con un editore come Einaudi ragazzi”.
E allora ci dica come è nata la sua collaborazione con la Einaudi Ragazzi…
“La mia agenzia letteraria ha reputato Einaudi Ragazzi uno degli editori idonei ai quali sottoporre il mio nuovo romanzo che parla di ragazzi ed è rivolto soprattutto a loro. Einaudi Ragazzi lo ha letto ci ha dato una risposta positiva quasi subito e per me è stato un sogno che si è avverato”.
Qual è stata la scintilla che l’ha portata a scrivere Il rosa è solo un colore?
“Indubbiamente la triste vicenda di cronaca di qualche anno fa che è passata alla storia come la storia del “ragazzo dai pantaloni rosa“. Un quindicenne si suicidò perché vittima di bullismo di cui era reso oggetto per via del fatto che indossava pantaloni rosa. Quella storia mi ha ferito nel profondo e a distanza di tempo ho voluto prendere spunto da lì per immaginare una storia diversa (e assolutamente non biografica) ma che ruota attorno all’idea della discriminazione e del bullismo. Non è possibile portare un adolescente al suicidio a causa di atteggiamenti vessatori e discriminatori. Nel mio romanzo accadono tante cose che sono frutto della mia fantasia e grazie alle quali ho provato a raccontare la storia di tanti giovani omosessuali che ogni giorno si vedono tutto il mondo contro solo per quello che sono”.
Di cosa parla il romanzo?
“Nicola è un ragazzo di sedici anni che ama il colore rosa e prova attrazione per altri ragazzi. Per questo motivo viene costantemente bullizzato dai compagni di scuola. In famiglia le cose non vanno granché meglio perché i suoi genitori sono assenti o comunque incapaci di comprendere quello che si agita nel cuore del figlio. Il prete del paese col quale Nicola si confida gli dice di pregare per guarire altrimenti andrà all’inferno. Nicola non ha punti di riferimento né speranze, per questo decide di suicidarsi e farla finita. Eppure la vita va in suo soccorso tramite Agata, la coraggiosa amica del cuore, Mattia, il ragazzo del quale si innamora e una sensibile e lungimirante insegnante d’Italiano”.
Intervista a cura di Fausto Bailo, promotore culturale e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn)