‘Diva d’acciaio. Il caso Tamara de Lempicka’ di Valentina Casarotto
Diva d’acciaio. Il caso Tamara de Lempicka
di Valentina Casarotto
(Gaspari Editore, 2023)
Chi è Valentina Casarotto
Vicentina, storica dell’arte, dottore di ricerca e docente al liceo di Cittadella (Pd), Valentina Casarotto collabora con la casa editrice Zanichelli con articoli tematici sul portale Aula di Lettere e si occupa della la rubrica Arte e dintorni sul giornale online l’Eco vicentino.
Ha lavorato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dove, di fronte ai ritratti a pastello di Rosalba Carriera, ha sviluppato l’idea del suo primo romanzo Il segreto nello sguardo. Memorie di Rosalba Carriera, prima pittrice d’Europa (Angelo Colla Editore, 2012), con il quale ha vinto il Premio Mario Soldati nel 2012 e il Premio Mario Luzi, nel 2016.
Tiene conferenze divulgative e didattiche presso associazioni culturali, biblioteche, circoli Auser e università popolari, è specializzata nel collezionismo numismatico in età moderna sul quale ha pubblicato numerosi articoli sulla stampa di settore.
Dal 2013, collabora con l’attrice Stefania Carlesso alla creazione conferenze-spettacolo in cui arte, letteratura, musica e curiosità si coniugano in un formato di alta divulgazione, che ha ottenuto ampio consenso di pubblico e critica.
Questo suo secondo romanzo è stato inserito tra i finalisti del premio Fiuggi Storia 2023, categoria romanzo storico e si è aggiudicato il terzo premio narrativa edita – I Murazzi (Torino 2024).
Di cosa parla il libro
Il romanzo è una originale ricostruzione della vita della celebre pittrice Tamara de Lempicka, attraverso l’espediente della spy story.
È il 1938, in Europa sta per scoppiare la Seconda Guerra mondiale, che nel giro di 2 anni avrebbe coinvolto anche gli Stati Uniti. Gli occhi del mondo sono puntati sulla Germania e sulla Russia, in attesa che accada l’irreparabile. E Tamara de Lempicka, l’artista più glamour degli anni ’20, emancipata e per l’epoca trasgressiva, emblema stesso dell’emancipazione e della donna moderna, sta per arrivare proprio negli Usa.J. Edgar Hoover in persona, temendo che l’artista possa essere una spia russa, mette sulle sue tracce Clare Bryce, una brillante giornalista newyrkese a cui il direttore dell’Fbi affida la delicata indagine sotto copertura.
Clare, l’unico personaggio inventato della storia, ispirato a un’altra giornalista realmente esistita, Clare Boothe Luce, scava nella vita e nelle amicizie di Tamara de Lempicka ‘inseguendola’ attraverso l’Europa nel biennio che precede l’inizio delle ostilità. Intervista molti personaggi dell’entourage della baronessa per trovare un indizio che ne riveli il ruolo di spia, del quale Hoover è fermamente convinto. Un compito difficile per la giornalista dipanare gli eventi tra menzogna e verità, senza rimanere invischiata nelle trame di malia della pittrice e delle sue opere.
Il lettore si immerge nella vita di Tamara de Lempicka, ricostruita in un girotondo mondanità e arte: dall’infanzia dorata alla corte degli zar, al matrimonio da favola, dalla fuga a Parigi ai difficili inizi come artista, dagli amori saffici alla tormentata relazione con D’Annunzio, in un mondo sull’orlo del baratro, che sta vivendo la sua ultima stagione “di pace” prima della guerra.
Che cosa ne penso
Raccontare in un romanzo la storia di Tamara de Lempicka, dopo che sulla celebre artista polacca si è scritto di tutto e di più, è un’impresa già di per sé ardua. Farlo senza cadere nei cliché che si sono sprecati intorno alla pittrice-diva che ha infiammato la prima metà del XX secolo, lo è ancora di più.
Ma con il suo Diva d’acciaio. Il caso Tamara de Lempicka, Valentina Casarotto c’è riuscita: attingendo alle fonti con il rigore e la certosina pazienza dello storico, non ha trascurato alcun dettaglio. Forte della sua passione e delle profonde conoscenze del mondo dell’arte, ha traslato in una storia avvincente la vita di un’artista sulla quale è già stato scritto tutto. E lo ha fatto in modo originale, con l’espediente della giornalista Clare Bryce – unica deviazione dalla verità storica – incaricata dall’onnipotente Hoover di scovare un dettaglio che confermasse la sua certezza che Tamara de Lempicka fosse una spia russa.
Clare, dunque, percorre in lungo e in largo l’Europa sulle tracce dell’artista, incontrando e intervistando tanti personaggi che a vario titolo hanno incrociato la loro vita con quella della pittrice. Uno dopo l’altro escono dalla penna di Casarotto, in una narrazione senza sbavature, impreziosita da una raffinata ricerca linguistica affinché il registro rispetti l’eloquio dell’haute société del tempo.
Tamara de Lempicka irrompe sulla scena fin dalle prime pagine con la protervia e l’orgoglio aristocratico che connota i nobili decaduti, dice il console Carl Johannes Dahalberg a Clare, raccontando la fuga rocambolesca della donna dalla Russia. Algida calcolatrice, arrampicatrice sociale, donna priva di scrupoli, abile manipolatrice, sono alcune delle espressioni che accompagnano i racconti di Winnaretta Singer, Filippo Tommaso Marinetti, Emanuele Castelbarco Visconti Simonetta, Aélis Mazoyer amica e amante di D’Annunzio che aveva attribuito alla pittrice l’epiteto di cammellona, oltre a definirla insopportabile polacca.
Mentre il ritratto di Tamara de Lempizka si delinea sempre più netto, via via che Clare va avanti con le sue interviste, c’è un secondo livello della narrazione non meno importante del primo. Il racconto, infatti, si muove sullo sfondo di un’Europa in subbuglio, spazzata dai venti di guerra di cui i personaggi intervistati da Claire sembrano quasi non accorgersene, tutti presi dalla loro vita, affogati nel lusso, nella ricchezza, nella stravaganza di un mondo dorato che a breve sarebbe stato spazzato via dalla guerra.Valentina Casarotto, allora, ce lo ricorda attraverso la coscienza di Clare, felice di essere a Roma, ma allo stesso tempo contrariata di essere nel cuore del fascismo, angosciata dall’approvazione delle leggi razziali, sconvolta dalle esibizioni muscolari delle parate hitleriane a Berlino, infine raggiunta a Parigi dalla notizia dell’annessione di Danzica.
È in questo tempo e in questo spazio che Valentina Casarotto accompagna il lettore, sulle tracce della baronessa del pennello, fino al frettoloso rientro di Clare negli Stati Uniti dopo l’attentato a Hitler. Non ci saranno prove che Tamara de Lempizka è un spia russa, anzi nel 1945 ottiene la cittadinanza americana. Clare può infine dimenticarsi della sua esistenza sul piano professionale, ma non su quello umano. Anche lei resta intrigata nella vita avventurosa della grande artista, che al netto della sua spregiudicata ambizione ha precorso i tempi, tanto da essere indicata oggi come un simbolo di emancipazione femminile.
Recensione a cura di Lina Senserini, giornalista e docente