‘Il dilemma Maria Giulia’ di Chiara Cionco
Il dilemma Maria Giulia
di Chiara Cionco
(2024, Montag)
Chi è Chiara Cionco
Chiara Cionco è nata a nel 1997 Orbetello, in provincia di Grosseto. Fin da piccola, ha la testa piena di storie e il cuore che batte a ritmo di punteggiatura. Crescendo, ha deciso di cominciare a scrivere i suoi racconti, ma ci ha messo parecchio tempo prima di convincersi a mostrarli a qualcuno. È soprattutto durante l’università che ha riempito il portatile di idee per romanzi, i quaderni di scarabocchi e la fantasia di personaggi.
Dopo aver conseguita la laurea magistrale in Italianistica si è dedicata all’insegnamento, senza dimenticare la sua passione per le storie.
Così nel 2020 ha pubblicato la sua prima opera Dalle ferite, cicatrici con la casa editrice Dialoghi, recensito su questo blog. Nel 2024 è uscito Il dilemma Maria Giulia (Edizioni Montag) e, nello stesso anno, è arrivata al secondo posto nella quinta edizione del concorso letterario Città di Grosseto Amori sui generis con il racconto Scusa, ancora inedito.
Oggi, Chiara insegna alle scuole superiori e si dedica alla scrittura nei momenti liberi. Ha tante storie ancora da raccontare.
Di cosa parla il libro
Giorgio è un ragazzo tranquillo e un po’ impacciato che lavora come giornalista nella cantina del suo superiore. Non ha grandi soddisfazioni dalla vita: pochi amici, nessuna gratificazione professionale, tabula rasa in campo sentimentale. Un giorno, però, al lavoro conosce una collega che riaccende in lui una scintilla di speranza. Maria Giulia è simpatica, socievole e dolce.
Giorgio è convinto che sia la ragazza perfetta. Può, uno come lui, tentare di corteggiarla? E soprattutto, farlo riuscendo a non crollare per la confusione? Perché sì, Maria Giulia è fantastica, ma ogni tanto si comporta in modo strano. Prima lo adora, poi lo odia. Un giorno ride alle sue battute, quello dopo lo fredda con cipiglio severo. Lui non capisce proprio cosa stia succedendo tra loro. Perché Maria Giulia è così strana? Che nasconda qualcosa?
Che cosa ne penso
La prima volta che ho letto un libro di Chiara Cionco sono rimasta sorpresa di fronte a tanto naturale talento. Ho recensito il suo primo romanzo Dalle ferite cicatrici proprio su questo blog, definendola una giovanissima, talentuosa e sorprendente autrice. Auspicando che la storia di Ronnie, così si chiama la protagonista, fosse la prima di tante altre.
Chiara Cionco non mi ha deluso: ha continuato a scrivere e si è aggiudicata un importante Premio letterario e ha anche pubblicato questo suo secondo romanzo. Nel frattempo ha riempito il suo computer di storie che scrive con la foga e la rapidità di chi desidera fermare le idee, dare vita ai personaggi che abitano la sua fervida mente, tra un impegno di lavoro e l’altro. E lo fa con naturalezza, con la sua innata capacità di creare personaggi, pur con qualche ingenuità destinata a scomparire affinando la tecnica.
Non solo, ma con la sua seconda opera si è dimostrata un’autrice eclettica capace di affrontare temi impegnativi, con grande introspezione e al tempo stesso leggerezza.
Capace di passare dal viaggio interiore e feroce dal romanzo Dalle ferite, cicatrici, dove una giovane tossicodipendente in riabilitazione è in cerca di riscatto, al dramma dei personaggi del racconto Scusa o a storia semi-comiche come in questo caso.
Qui l’autrice si è cimentata in una vicenda che fa ridere, ma che certo non trascura temi seri e profondi come l’amore non corrisposto o la condizione di chi, giovane e di belle speranze, cerca di coronare un sogno professionale, in un percorso irto di ostacoli e denso di umiliazioni, pagato poco e considerato ancora meno.
Giorgio è un ragazzo di oggi, che annaspa per trovare un lavoro nel campo che ha scelto, il giornalismo. Costretto ad accettare quello che capita, forse ha anche smesso di cercare l’occasione giusta per svoltare. Maria Giulia, invece, è decisamente fuori dagli schemi, lo scossone definitivo nella vita dell’uomo.
Con l’aiuto dell’amico Credi, Giorgio prova comunque a trasformare la delusione in opportunità cercando di intepretare i frequenti sbalzi d’umore, riempiti di impenetrabili silenzi, della bella, spigliata, ciarliera, allo stesso tempo bizzosa ragazza.
Il linguaggio è frizzante, le situazioni paradossali si inseguono in un crescendo di vere e proprie gag, verso un finale decisamente a sorpresa. Cosa né scontata, né facile da amalgamare al resto del racconto.
Forse il genere di questo romanzo è meno congeniale all’autrice, rispetto agli altri scritti, tuttavia è riuscita bene ad amalgamare una storia gradevole, senza sbavature, che di nuovo rivela un notevole talento.
La aspettiamo con il suo terzo romanzo e di certo non ci deluderà.
Recensione a cura di Lina Senserini, docente e giornalista.