Romanzo storico – “1945 Anno zero sul lago” di Franco Rizzi
(Davide Zedda Editore, pagg.207, anno 2012)
di Dianora TintiQuesta settimana vi parlerò con piacere di un romanzo storico particolare.
Franco Rizzi mi ha contattato tramite questo blog e mi ha proposto una recensione al suo libro. L’ ho letto con piacere perchè mi ha incuriosito fin dalle prime pagine… ma andiamo per ordine…
Franco Rizzi è nato a Torino nel 1935 ma ha vissuto per gran parte della sua vita a Milano. Laureatosi al Politecnico di Milano in Ingegneria elettrotecnica, ha subito iniziato a lavorare nella ditta del padre diventando progettista specializzato.
Per lavoro ha viaggiato in tutto il mondo: Europa, Asia, America, Africa.
“Ho conosciuto uomini comuni, imbroglioni, ciarlatani, manager diabolici, uomini saggi, tecnici mediocri…” mi ha detto, aggiungendo poi “…sono sempre stato un appassionato di storia, armi, vela, pugilato e architettura. Amo la scrittura e ad oggi ho scritto sei romanzi a cornice storica.”
Lo scrittore abita ad Iseo, direttamente in riva al lago (che meraviglia!!) in una bella casa costruita sul terreno dove, durante la guerra e fino agli anni 70, sorgeva uno degli stabilimento della sua azienda, dismesso poi per l’apertura di una nuova sede.
Attualmente divide il suo tempo in parti uguali tra l’Azienda, dove ha ceduto gli incarichi operativi a suoi successori a parte quello di progettista, e il mestiere dello scrivere.
DI COSA PARLA
La storia di questo romanzo storico si dipana tutta nell’arco di un lungo pomeriggio.
Siamo nel 1945, sul finire della seconda guerra mondiale, e casualmente (ma esiste poi la casualità?) un capitano d’aviazione inglese con uno strano nome e un cognome italiano, Keeler Martini, capita nella casa di Mario e della sua famiglia sul lago d’Iseo.
Fra i due nascerà subito un’intesa, nonostante le diversità di vedute, che li porterà ad un dialogo intenso durante il quale rinavigheranno le acque insidiose del passato.
Keeler rivivrà la guerra in Libia con la risalita su per l’Italia, terra dei suoi avi, e Mario l’amore sfortunato della sua giovinezza che l’aveva portato ad arruolarsi nella milizia fascista.
Il dolore e le sofferenze che i due, insieme a milioni di altre persone, hanno patito per questa inutile guerra (ma esiste poi qualche guerra utile?) farà da sottofondo al loro schietto raccontarsi.
Alla fine del pomeriggio però una cosa emergerà chiara nei protagonisti: è necessario sbrigare in fretta la pratica “dolori” e continuare la vita, anzi “ricominciare”… da ZERO!
COSA NE PENSO
Ho letto attentamente questo romanzo e francamente mi è piaciuto sia per lo sfondo storico, sia per come lo scrittore ha sviluppato la vicenda.
Bella l’idea della storia che si dipana in un pomeriggio, ma che in realtà abbraccia un arco di tempo molto più ampio, uno spazio dilatato dalla memoria degli stessi protagonisti.
C’è molto di autobiografico nella storia, Martini ad esempio è il cognome della nonna materna ed alcuni episodi sono realmente stati vissuti, ma Rizzi è stato molto bravo a rimanere presenza invisibile, rendendo il racconto universale.
Probabilmente, come ammette lo stesso autore, la pubblicazione è stata ritardata proprio per il desiderio di salvaguardare la memoria di tante persone che con le loro gesta hanno contribuito alla costruzione di questo affresco di vita.
La ricostruzione storica, il modo di pensare, parlare e vedere dei protagonisti sono stati perfettamente ricostruiti con una abilità che deriva, quindi, non soltanto dalla ricerca ma anche dal fatto che Franco Rizzi ha avuto la possibilità di attingere da tutto ciò che, di quel periodo, era rimasto imprigionato nella sua mente e nel suo cuore.
Riduttivo considerarlo quindi soltanto romanzo storico, perché nei tredici capitoli di questo romanzo troviamo anche una grande lezione di vita da tramandare ai nostri figli e nipoti con l’augurio che non debbano mai vivere periodi così tragici.