Melisanda Massei Autunnali…dalla filosofia alla musica…ai gatti
Melisanda Massei Autunnali è filosofa, scrittrice, saggista e studiosa di musica italiana. Ultimamente è uscita in libreria con storie curiose e certamente non usuali…. Dopo averla intervistata alla Trasmissione Quantestorievuoi TV9 Eccola tutta per noi, qui a Letteratura e Dintorni!!
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Prima di parlare dei tuoi due ultimi libri, fra l’altro veramente particolari, vorrei che tu raccontassi ai nostri lettori qualcosa di te e di quello che fai…
- Innanzitutto, cara Dianora, ti ringrazio per questo spazio che mi concedi. Sono nata a Piombino nel 1978. Dopo il liceo classico, ho studiato filosofia a Pisa e mi sono laureata nel 2002 con una tesi in storia della filosofia medievale. In seguito ho lavorato quasi esclusivamente nella comunicazione e da cinque anni e mezzo collaboro anche con la redazione locale del quotidiano «Il Tirreno».
• Tu ti sei dedicata però prevalentemente alla critica e ricerca musicale, una passione che viene da lontano oppure qualcosa che si è fatta strada pian pianino?
Ho sempre amato moltissimo la musica e fin da piccola ho seguito con grande attenzione cantanti e gruppi, soprattutto italiani. Mai però avrei pensato che questa passione potesse diventare una professione! E invece è accaduto, ormai dieci anni fa. Un bel regalo che la vita mi ha fatto.
• In questo percorso hai conosciuto e collaborato con personaggi noti e famosi. Quando hai iniziato pensavi che saresti riuscita a contattarli?
In realtà è iniziato tutto proprio da un contatto. Era l’inizio del 2004. Da qualche mese avevo messo su un piccolo sito che però consideravo esclusivamente un gioco, un passatempo. Poi arrivò la notizia che Roberto Vecchioni sarebbe venuto a fare un concerto nella mia città. Non poco sollecitata e incoraggiata dalla mia famiglia, chiesi un’intervista. E Vecchioni – che oltre a essere una persona generosa, è anche un uomo molto vicino al mondo dei giovani – me la concesse. Il mio stupore fu immenso. Però da lì capii che si poteva fare. Alla fine dell’anno avevo già messo in carniere un numero notevole di interviste e avevo già iniziato il mio primo libro, dedicato al gruppo degli Stadio.
• Come è approdata al romanzo Melisanda Massei Autunnali?
Anche in questo caso, niente che avessi previsto. Almeno in tempi recenti, perché se vogliamo andare a frugare in certi miei cassetti, ci sono addirittura cinque/sei romanzi che ho scritto prima di compiere quattordici anni. Anche se è logico che non fanno testo! In realtà non credevo che mi sarei più dedicata alla narrativa. Però c’era questa storia di gatti che premeva. E ancora una volta, la mia famiglia – mia madre in particolare – ha spinto non poco perché venisse fuori.
• E, soprattutto, a queste storie surreali dove i gatti fanno da protagonisti?
Le cose sono andate così: ho sempre avuto dei gatti e ho sempre inventato per loro delle situazioni, delle storie, che poi condividevo in famiglia, spessissimo “creando” anche una voce, affinché fosse il micio a raccontare le sue avventure in prima persona. A un certo punto il numero di vicende e di personaggi – reali o immaginari – era diventato talmente vasto che passare alla pagina scritta sembrava quasi una conseguenza naturale. Mi ci è voluto qualche tempo a convincermi. Poi ho parlato con Gordiano Lupi – il mio attuale editore – e la cosa a lui è piaciuta. E allora sono nate, finalmente anche sulla carta, le storie del gatto Ivano, del professor Bellandi e di tutti gli altri gatti di questo particolarissimo liceo felino.
• In genere i gatti hanno un indice di gradimento veramente molto alto. E’ stata una cosa studiata a tavolino, come si dice, oppure solamente un atto d’amore verso questi animali?
Per me è stata una cosa naturale, però non ti nascondo che quando io e l’editore ne abbiamo parlato abbiamo tenuto in conto anche di questo grande amore che il pubblico ha nei confronti dei gatti. Amore che comunque io sono la prima a condividere!
• “La coda sotto il banco – Scuola di gatti a Piombino” e “Le zampe sul pallone – Gatti mondiali” come li definirebbe Melisanda Massei Autunnali?
Due romanzi surreali, ma anche due romanzi pop, concepiti entrambi con molta allegria e anche con il desiderio di affrontare in maniera “laica” alcune tematiche importanti relative al mondo della scuola, dei rapporti interpersonali, delle nuove tecnologie e, in ultimo, anche dello sport.
• Una curiosità: qual è il nesso tra gatti e calcio? Sei appassionata di questo sport?
Sicuramente a me il calcio piace molto, da tempo desideravo parlarne in un libro, soprattutto per aprire una riflessione su determinati aspetti che lo rendono molto meno bello di quanto in realtà non lo sia. Insomma, volevo che si tornasse a parlare del calcio non come di una macchina da soldi, ma come di uno sport fatto di valori forti. Ed è su questo punto che ruotano molte delle conversazioni tra i gatti e il loro professore, che seguono insieme un immaginario Mondiale di calcio australiano. E anche in questo caso i gatti rappresentano il pensiero più aperto e più analitico, quello che non si ferma di fronte alle apparenze o ai pregiudizi. La storia de «Le zampe sul pallone» è appunto questa: l’estate di una classe di gatti e del loro prof alle prese con lo studio e le partite di calcio trasmesse in tv.
• A chi si rivolgi con queste storie Melisanda Massei Autunnali?
Il primo libro l’avevo scritto per un pubblico di adulti (tant’è che mi era scappata pure qualche parolaccia!), poi però mi sono accorta che molti lo passavano ai loro bambini. Quindi al secondo volume ho cercato correggere un po’ il tiro nei confronti dei più giovani. Però, ecco, sono libri – credo – un po’ per tutti.
• In genere cosa leggi? I tuoi autori preferiti?
Mi piacciono molto i libri biografici (e autobiografici), soprattutto quelli che raccontano storie di grandi personaggi, da Cristoforo Colombo e John Lennon (insomma, basta che sia gente che almeno un pochino ha cambiato il mondo!). Poi mi piacciono i resoconti di viaggi, scoperte archeologiche, esperienze di conquista. Tra i miei autori preferiti comunque ci metto Giovanni Guareschi (che mi ha un po’ ispirato anche nello stile delle vicende feline), Tom Wolfe e il filosofo Franco Bolelli, che peraltro ha scritto la prefazione al primo dei miei due romanzi. Tra i classicissimi, Omero e Boccaccio.
• Pensi che ci sarà un sequel oppure hai in mente di sperimentare altri tipi di storie?
Il terzo volume delle vicende feline rientra nel Progetto Dodecapoli, che ho lanciato nell’estate scorsa. Da qualche mese, infatti, sto visitando le antiche città etrusche, raccogliendo materiali, informazioni e foto. Nel libro che sto già scrivendo i gatti e il professore visitano le stesse località che sto vedendo io. Poi staremo a vedere quello che succederà!