Luigi Carletti e il mistero di Supernotes, le superbanconote
Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Luigi Carletti durante la trasmissione di TV9 Quantestorievuoi a cui partecipo come ospite fissa, e non mi sono lasciata sfuggire l’occasione per chiedergli un’intervista.
E, come potete vedere, lui ha subito gentilmente accettato e per questo lo ringrazio!
Come molti sapranno, Luigi Carletti la sua carriera la inizia come giornalista nel Gruppo Espresso-Repubblica dove rimarrà per trent’anni, fino al 2012, con incarichi di inviato, caporedattore e direttore.
Attualmente vive a Roma e, oltre che scrittore, lavora come libero professionista nel settore delle attività multimediali e formazione giornalistica.
Alla sua attività di giornalista (nel 1995 ha ricevuto il Premiolino come Giornalista italiano dell’anno) ha sempre affiancato anche quella di scrittore con ottimi risultati.
Un suo racconto scritto nel 2007, “Il pilota”, ha ispirato la fiction in due episodi “Operazione pilota” con protagonista Massimo Ranieri trasmessa da RaiUno.
Dopo molti romanzi pubblicati con Baldini&Castoldi è approdato alla Mondadori con cui ha pubblicato anche il suo ultimo romanzo, la spy story Supernotes, oramai un caso mondiale.
In questo libro Luigi Carletti ricostruisce la storia di una spia italiana che si fa chiamare “agente Kasper” e che si ritrova invischiata in una affaire internazionale.
Per questo verrà catturata alla frontiera tra Thailandia e Cambogia dove sconterà 373 giorni di dura prigionia nei peggiori luoghi di detenzione: caserme e ospedali – lager per poi finire nel campo di concentramento di Prey Sar, alle porte di Phnom Penh.
Kasper però alla fine riesce a farcela ed anche a raccontare cosa sia successo: uomini dell’intelligence americana lo consegnano ai servizi cambogiani accusandolo di riciclaggio. In pratica non deve uscirne vivo, perchè ciò che ha scoperto non deve trapelare.
Il segreto si chiama Supernotes, banconote da 100 dollari “vere ma false”, stampate pensate un pò… in Corea del Nord, con “macchine e clichet autorizzati” e con le quali l’intelligence americana paga clandestinamente ciò che l’opinione pubblica non può e non deve sapere; vale a dire regimi canaglia, narcotrafficanti e tutto ciò che serve per mantenere la sicurezza nazionale.
I diritti di Supernotes sono stati venduti già in 16 Paesi e presto vedremo anche il film ispirato alla vicenda.
Lei inizia con una carriera da giornalista ed oggi è anche un affermato scrittore. Cosa l’ha portata a scrivere romanzi?
Una grande passione. E la netta sensazione che scrivere mi faccia stare bene.
Quanto ha inciso nei suoi romanzi la predilezione verso un certo tipo di giornalismo?
Immagino che il riferimento sia al giornalismo d’inchiesta e alla cronaca. Be’, come per molti altri scrittori, quel tipo di giornalismo è una scuola a al tempo stesso una fonte primaria d’ispirazione.
Spesso nelle storie che racconta parte da una base giornalistica per elaborare poi una trama che incrocia elementi reali e fiction. A suo avviso è questa la peculiarità della sua scrittura?
Credo che questa sia effettivamente una delle caratteristiche principali. La realtà spesso supera la fantasia, e questo lo sappiamo tutti. Ma non di rado la realtà richiede chiavi di lettura che solo la letteratura è in grado di utilizzare.
Supernotes, il suo ultimo romanzo, è diventato un caso internazionale e presto sarà un film. Parteciperà alla stesura della sceneggiatura? C’è già l’idea di chi potrà essere l’attore protagonista?
Rispetto alla sceneggiatura darò un contributo di conoscenza sullo svolgimento di alcuni fatti, in particolare rispetto al mio incontro con l’agente Kasper. Per ciò che riguarda il cast sono circolati svariati nomi, tutti interessanti e tutti ancora da verificare.Sarà comunque una produzione piuttosto importante.
Il romanzo ha contribuito a far conoscere una storia molto complessa e sicuramente scomoda. Ha mai pensato che questo romanzo potesse crearle qualche problema?
La sensazione di non essere particolarmente amati in certi ambienti l’abbiamo avuta e l’abbiamo ancora. Nel periodo in cui scrivevamo abbiamo adottato delle cautele. Adesso che il libro è fuori e sta uscendo in tutto il mondo, personalmente mi sento un po’ meglio…
Quanto è grave la questione delle superbanconote?
Per dirla all’italiana, il caso delle Supernotes è grave ma non è serio. Nel senso che da decenni, tutti i servizi segreti utilizzano metodi di autofinanziamento assai poco legali. E’ una storia nota che i governi, incluso quello italiano, fingono di ignorare. Alla fin fine quelle dello stamparsi banconote false con strumenti autentici (quindi, alla fine, banconote vere) non è neanche uno dei metodi peggiori. Si pensi che un altro dei sistemi è stato il traffico di droga…
In che rapporti è Luigi Carletti con Kasper?
Rapporti ottimi. Non potrebbe essere diversamente.
Come vive oggi questo 007 italiano?
Vive in campagna, in un ambiente protetto e molto riservato, circondato dai suoi affetti più cari. Credo che dopo trent’anni di vita avventurosa, chiunque al posto suo avrebbe bisogno di un buen retiro.
Tra quelli che hai scritto, a quale romanzo è più affezionato e perché?
Sono tutti figli miei, quindi è impossibile fare una graduatoria. Quello a cui voglio più bene è quello che non ho ancora scritto. Ma lo scriverò. Prima o dopo.
Quando Luigi Carletti ha voglia di leggere una spy-story di qualcun altro cosa legge?
Forsyth e Le Carrè per me sono ancora i migliori. Ma io leggo tutti i generi e soprattutto gli autori americani: Philip Roth, Cormac McCarthy, Don De Lillo… L’elenco è piuttosto lungo.
Un desiderio o un obiettivo da raggiungere come uomo e come scrittore…
Riuscire a scrivere quel romanzo di cui le dicevo prima. Ce l’ho tutto in testa, solo che poi…