Francesco Vecchi, Tg5 e TgCom24 ma anche romanzi

Francesco Vecchi, Tg5 e TgCom24 ma anche romanzi

Francesco Vecchi, giornalista, scrittore e volto noto della nostra TV, è il vincitore della 7^edizione del Pegasus Literary Awards di Cattolica, concorso letterario internazionale fra i più prestigiosi, con il suo ultimo romanzo Avrà l’odore delle cose nuove.
L’ho incontrato durante la cerimonia, alla quale ho partecipato in veste di giurata, e lui gentilmente mi ha concesso questa intervista.

Prima però, due parole su di lui:

Francesco Vecchi, è nato a Milano nel 1982 dove si laureato in Discipline Economiche e Sociali presso l’Università Bocconi.
Come molti di voi sapranno, lavora a Mediaset per la quale, fra le tante cose, ha anche seguito come inviato i Campionati Mondiali di Calcio del Sudafrica nel 2010 e i campionati Europei in Polonia e Ucraina nel 2012.

E’ stato anche inviato alla finale di Champions League nel 2010,2011 e 2012 oltre ad essere autore delle rubrica Pagelle e La scheda di Controcampo.

Attualmente è conduttore del programma di attualità Check Point su TgCom24.

A soli 16 anni ha vinto il suo primo Premio Letterario con il racconto Matrioska.

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(nella foto sopra, il secondo da sx, con i colleghi del TG5)

Pur essendo molto giovane, lei è già un volto noto della televisione italiana. Giornalista del TG5, TgCom24, inviato e autore di trasmissioni televisive, oggi è anche scrittore. Si trova a suo agio in questa nuova veste?

È una bella domanda: obbliga a chiedersi in quante delle vesti che indossiamo ci sentiamo davvero a nostro agio e non è facile rispondere. Penso che se non ci fosse anche l’attività di scrittore, mi sentirei meno a mio agio anche in tutte le altre vesti, meno rappresentato. Per me è fondamentale andare al lavoro, magari covando nella testa qualche nuova pagina di un libro.

L’amore per la scrittura: un fulmine a ciel sereno o qualcosa di latente che si è fatto strada piano piano?

Il mio primissimo libro lo scrissi a pochi anni. Si intitolava “Uomini nei tubi”. Lo conserva mia madre in qualche cassetto del suo armadio. Sono al massimo 3 o 4 fogli a quadretti.

Francesco vecchi fotoAvrà l’odore delle cose nuove, edito da Leone, è il titolo del suo romanzo d’esordio ( fra l’altro fresco vincitore dell’ambito Premio Città di Cattolica, denominato l’Oscar della Letteratura italiana) Come lo definirebbe?

Rubo la definizione da Roberto Sarra (nella foto durante la premiazione), l’ideatore dell’Oscar della Letteratura: un romanzo emozionale. C’è un po’ di noir, una traccia di mistero, c’è una truffa ma ci sono soprattutto i rapporti intimi tra le persone, c’è l’amore che è sia amore per una donna, ma anche amore per un amico e per un figlio.

 

Ha trovato difficoltà nella costruzione della storia, piuttosto complessa anche da un punto di vista introspettivo?

La storia principale si intreccia con le pagine di un diario lasciate da uno dei protagonisti del libro. Queste pagine influenzano sia gli altri personaggi, sia il lettore. Direi che la difficoltà principale è stata mantenere in sintonia lettore e personaggi, senza svelare troppo ma dando gli input sufficienti per addentrarsi nella storia.

Ad un certo punto della vita tutti dobbiamo fare i conti con la nostra coscienza. E’ forse questo, alla fine, il filo conduttore del romanzo?

Direi di sì. Il punto è che la nostra coscienza è molto elastica. È un volano che ci consente di tenere assieme lavoro, compromessi, affetti, colpe e diritti. Ma può arrivare il giorno, in cui, per quanto elastica, tutte queste cose insieme non ci stanno più. L’idea del libro è causare quell’incidente che provoca una rottura di coscienza.

Roberto e Giovanni, i personaggi principali, sono ritratti in modo verosimile e naturale ed entrano subito in empatia con il lettore. Li ha messi a servizio della storia oppure ha confezionato la vicenda su di loro?

Loro sono nati dopo la storia. Prima è nata la riflessione sulla coscienza, poi i personaggi che mi servivano. Giovanni è un consulente finanziario, perché mi sembrava un mestiere, detto con rispetto, ovviamente, che esaspera l’elasticità di cui parlavamo prima. Svolgere un compito per qualcun altro, senza essere obbligati a chiedersi chi è questo qualcun altro, che fini insegue e se si lavora o no per una buona causa. Un consulente può limitarsi a svolgere bene il suo lavoro e basta.

A quale target di persone è rivolto Avrà l’odore delle cose nuove ?Avrà l'odore delle cose nuove

A tutti coloro che amano i libri senza etichette. Come detto, non è un giallo, non è un noir, non è una storia sentimentale. In questo senso è un po’ più difficile da “vendere”. Che cosa posso dire: leggete le prime 50 pagine e poi decidete.

Quanto ha inciso nella stesura la sua attività di giornalista? La ritiene, come dire, un valore aggiunto?

A 30 anni si è giovani, ma si comincia a dover tracciare una strada anche nel proprio lavoro, prendersi le proprie responsabilità e fare i conti con quelle. Nel giornalismo, quando si scrive qualcosa o si parla in diretta, bisogna tenere conto di tanti punti di vista e di tante sensibilità che non necessariamente sono la nostra. Bisogna essere elastici.

Fare un certo tipo di giornalismo televisivo, parlo di cronaca e programmi di attualità, secondo lei si differenzia molto dal fare narrativa?

Sì, moltissimo. I giornalisti migliori possono raccontare i fatti come se fossero una storia, ma è un guaio quando la storia prevale sui fatti, è un guaio quando scriviamo “sornione” oppure “beffardo” a proposito del sorriso di una persona tratta in arresto. Lì facciamo i narratori, lì vogliamo coinvolgere gli ascoltatori come se quella persona fosse il protagonista di un romanzo. Non è così.

Dopo Avrà l’odore delle cose nuove, continuerà a scrivere?

Al di là dei libri, che potrò avere la fortuna o no di pubblicare, non credo che sarà possibile smettere.

svevo

Ha un autore preferito?

Italo Svevo

Lei ha fatto molto giornalismo sportivo. E’ cambiato il mondo dello sport in questi ultimi anni?

Lo sport, in particolare il calcio è stato confezionato per le televisioni. Prima era un mondo più artigianale, ora tutto ciò che può essere impacchettato e venduto alle tv, viene impacchettato e venduto. Faccio un esempio: quando ho cominciato dieci anni fa, le immagini che un giornalista girava agli allenamenti di una squadra erano di proprietà della tv (o del giornalista freelance). Oggi appartengono alle squadre. Bisogna pagare per far vedere gli allenamenti e addirittura per conservarli in archivio.

L’esperienza fatta nel mondo dello sport potrebbe fare da base per un romanzo?

La protagonista del mio prossimo romanzo è una giornalista sportiva. Perciò…

 

Curiosità e aneddoti legati alla sua attività di giornalista oppure al suo romanzo…striscia la notizia

Sarebbe bello raccontare di tutte le volte che sono finito su Striscia la Notizia, per qualche stupidaggine detta in diretta. Ricordo ad esempio che ci finii perché dissi di aver visto Balotelli uscire dall’allenamento “scuro in volto.” Ovviamente, intendevo dire “arrabbiato.” Un altro episodio che mi porterò nei ricordi risale agli inizi delle mie conduzioni televisive: conducevo uno dei miei primi telegiornali e suonò il telefono in diretta, sulla scrivania. Non sapendo che fare, mi scusai con i telespettatori e risposi davanti alle telecamere. Era uno che aveva sbagliato numero.

Un desiderio o un obiettivo da raggiungere come uomo e come scrittore…

Complicarmi la vita: per esempio, una famiglia…

Un messaggio per i lettori di “Letteratura e dintorni”

Grazie, intanto, se siete arrivati a leggere la mia intervista fino a qui. E non restate nei dintorni, puntate dritto alla letteratura.

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