Oscar Montani e il Soft Boiled, quando il giallo diventa toscano
Questa volta ho intervistato Oscar Montani (pseudonimo di Marco Santoni) noto scrittore di noir e gialli ironici e divertenti, oltre che pubblicista e saggista.
Con un manifesto pubblicato sul suo Blog Soft Boiled, ha fondato un nuovo genere, il soft boiled appunto, che indica agli altri autori come punto di aggregazione del modo toscano d’interpretare il giallo.
Fra le tante altre cose, è anche curatore del Marchio editoriale Nerocromo con tre collane: gialli, thriller e noir. Romanzi di qualità per i tipi di QuBi-media editrice (Vicenza).
Oscar Montani inizia con una carriera da ingegnere esperto in organizzazioni e sistemi complessi ed oggi è anche un affermato scrittore. Cosa l’ha portata a scrivere romanzi gialli?
Innanzitutto focalizziamo l’attenzione sulla complessità delle Risorse Umane presenti in una grande organizzazione. Se affronti realtà di questo tipo ti abitui a tener conto delle relazioni e dei rapporti che legano le persone.
Poi nella mia vita ho avuto la fortuna d’incontrare un grande editore, Franco Angeli, con cui ho pubblicato quattro saggi. Fu lui a dirmi «Ingegnere, perché non passa alla letteratura? Lei ha buona prosa e ricchezza di metafore… ». Credo sia stata la spinta più importante.
(nella foto Oscar Montani durante la trasmissione Quantestorievuoi su TV9 con Dianora Tinti e la giornalista Francesca Ciardiello)
Secondo lei, può aver inciso nella costruzione delle sue storie, la formazione mentale e professionale da ingegnere ? E, se sì, quanto?
Il discorso, come ho già detto nella prima risposta, è molto complesso. Sono ingegnere progettista fin dalla tesi, ho poi realizzato sistemi software e questo ti porta a organizzare la mente su rigorose basi logico-matematiche.
E’ però l’attività di formatore e quella di consulente che ti abituano a indagare nell’animo umano. Credo che per far funzionare bene un gruppo di persone (piccolo o grande) sia importante la gestione dei rapporti e l’analisi della loro psicologia… da cui passare al giallo è molto facile.
Quando dà vita a personaggi e storie, si rifà a qualche evento realmente accaduto?
Ho tre linee seriali, le ricordo col nome dei personaggi narratori: Corto, contemporanea; Bertuccio, Rinascimento e Idamo ventennio fascista. Nel primo caso è tutto frutto di fantasia.
Nel secondo Bertuccio si muove nella storia minore quotidiana (quella materiale, alla Le Goff o alla Braudel), incontra personaggi famosi che “potevano” (nessuno storico potrà mai contestarmi: ho fatto ricerche accurate) essere lì con lui, ma la storia è di pura fantasia.
Nel terzo caso lo scenario è storico ma Idamo, come gli altri personaggi, è di pura fantasia e i fatti non sono mai avvenuti.
Lei è l’ideatore di un Blog, Soft Boiled, tra i più noti a livello nazionale, dove parla anche di un modo tutto toscano di interpretare i gialli. Può spiegare ai nostri lettori come i toscani affrontano la suspense?
Più per celia (per prendere in giro qualcuno, è ovvio, mi diverte tanto questo!) che per progetto ho inventato il soft boiled! Nasce dalla domanda di un editore molto attento alla tassonomia (non alla tassidermia!) con cui ho ancor oggi a che fare: Nerocromo ha tre collane: gialli, thriller e noir! “Ma come lo chiameresti, è tutto il contrario dell’Hard Boiled?” Gli risposi con una battuta: “Paolo, le mie storie sono soft, soft boiled.” Ovviamente lui non capì, è veneto e il mio stretto toscano lo metteva in crisi.
La sua faccia s’era spenta, la gamba ballettava nervosamente e gli uscì persino una ciabatta dal piede sinistro (eravamo in stabilimento balneare). Allora infierii: “Dài, come le uova alla coque!”. Non aveva capito un tubo lo stesso: infatti, l’incauto, mi pubblicò subito dopo.
Torniamo seri. Non parliamo di Bertuccio, né di Idamo (loro hanno a che fare con delitti terribili e violenze inaudite) parliamo solo della serie di Corto. Io lavoro sui personaggi, sui loro dialoghi in un contesto di provincia toscana agiata. Loro sono comunque benestanti. Viareggio, Forte dei Marmi, Lucca, Camaiore e Pietrasanta. Luoghi dove noir o hard boiled non avrebbero senso. Giallo e il thriller sì. Sono nelle mie corde e ho personaggi in grado di far bella figura.
Le mie storie cercano di essere divertenti, poco trucide, con nessun compiacimento per i particolari macabri … questa la mia intenzione, ma i lettori a volte ci mettono del suo (lo si sa) e allora sento: “bello il tuo noir”! Signore, perdona loro perché non sanno quello che dicono!
Per quanto riguarda i toscani like soft boliled, Marco Malvaldi lo è, Laura Vignali pure, e altri meno noti. Raccontano anche loro con registro stilistico toscano.
Quanto c’è di autobiografico e di “autoctono” nei suoi romanzi?
Niente. Uso i luoghi come “scene del crimine” eppure in quei luoghi non sono mai stati commessi delitti. Mi definisco artigiano delle parole e ingegnere delle trame. E’ come fare l’albero di Natale. L’ingegnere prepara l’albero e l’artigiano lo decora secondo suo gusto.
Per uno scrittore di gialli/thriller/noir, quanto è importante la trama e quanto la tecnica pura, intendo stile e meccanismi narrativi?
Ti rispondo cosa sono per me, infatti ogni autore ha un suo modo. Io parto da un’idea di movente e modo di compiere il delitto. Poi scelgo lo scenario (la location) e, se è storia, le ricerche che devo fare. Infine faccio l’appello del gruppo di personaggi. quando tutti hanno risposto “presente” in modo convinto si parte. Scrivo di getto nella prima stesura, di fino nella seconda passata, ma il 70% resta. Come scelta di tecnica narrativa lavoro solo con narratori in prima persona. Non perché sia ligio alle regole di S.S. Van Dine (che pure ho sempre in mente), ma perché così riesco meglio a giostrare i personaggi, a farli dialogare e ad usare anche linguaggi particolari (Rinascimento e ventennio).
Fra tutti i romanzi che ha scritto, quale consiglierebbe a chi non ha letto ancora nulla di suo?
Dipende dai gusti del lettore. I ritorni che ho dai miei affezionati lettori non mi consentono di dare consigli. C’è addirittura chi si è così appassionato che ne sa più di me, su tutti i titoli (io non ci riesco: li dimentico)! Cominci pure da ciò che gli sembra più interessante e soprattutto da quello che trova. non dimentichiamo che pubblico dal 2006 e alcuni tutoli sono ormai solo nelle biblioteche comunali.
Quando ha voglia di leggere un giallo/noir di qualcun altro cosa legge?
Amo Camilleri, mi piace la A.J. Bartlett e ho un rapporto di amore odio con Fred Vargas (nella foto). Ho letto tutto di loro e se escono mi sento obbligato. Tra l’altro. A volte mi chiedono un parere sulle autrici di gialli. Queste due sono di altissimo livello, ma affrontano la narrazione in modo completamente diverso. Alicia ha come personaggio narrante Petra Delicado e la visione (anche se si tratta di polizieschi) è hard boiled (negli ultimi s’è un po’ addolcita) con occhi da donna. Fred è narratrice in terza persona è ha personaggi principali tutti uomini. Indistinguibile, anche per via dello pseudonimo, da un maschietto.
L’autore italiano vivente preferito da Oscar Montani.
Maestro Andrea Camilleri ed è così alto nelle mie preferenze che sul podio, accanto a lui non metto altri!
E quello detestato.
Non detesto nessuno, casomai lo sfotto (se no che toscano sarei?). Ma per restare seri, Marco Malvaldi ha enormi potenzialità, ma credo non gli abbiano mai affiancato un editor con la frusta e soprattutto “le palle”. Gli hanno, semmai messo alle costole un “markettaro” che lo pungola a scrivere per risanare i conto della Sellerio (ma perché, se ha Camilleri?). Questo mi fa innervosire: uno così non si dovrebbe far prendere dalla frenesia. Ma pur se “pecunia non olet”, il denaro corrompe. Peccato, alcuni suoi lavori potevano molto crescere con poco lavoro.
Un desiderio o un obiettivo da raggiungere come uomo e come scrittore …
Ho accettato la sfida di Nerocromo per aiutare la piccola editoria, che tanto è vessata, e per dare una mano a giovani scrittori esordienti che massacro di “buoni consigli”, disgraziati quelli che mi mandano manoscritti! Ma se sopravvivono alle mie amorevoli sevizie… Come scrittore cerco di migliorare, ma non voglio scendere a compromessi col mercato. Scrivere mi diverte e voglio continuare a divertirmi, come credo si diverta un artigiano. quando sento che i miei lettori si sono divertiti, sono contento …