Cipriano & Fiorini danno voce alla Concordia
Tecnicamente, ormai tutti sanno nei particolari cosa è accaduto la sera del 13 gennaio 2012 alle 21:45 alla nave Costa Concordia, in navigazione da Civitavecchia a Savona.
Dopo l’urto con il più piccolo degli scogli de Le Scole, a circa 500 metri dal porto dell’Isola del Giglio, la nave è progressivamente sbandata sino ad affondare, portandosi dietro 32 vite umane e lasciando tatuati sulle anime dei 4200 sopravvissuti, e di tutti coloro che hanno in qualche modo avuto a che fare con il naufragio, i ricordi di quella terribile notte.
E gli autori del libro Le voci della Concordia, Guido Fiorini e Angela Cipriano (nella foto) coppia anche nella vita, hanno proprio cercato di dare la parola a loro: al parroco e al sindaco dell’isola del Giglio, ai soccorritori, ai parenti delle vittime, agli avvocati, ai giornalisti, ai sopravvissuti.
A chi si è salvato ma, ancora oggi, si sveglia in piena notte pensando di essere sulla nave, a chi ha smesso di lavorare torturato dalle voci concitate di quella sera, a chi ha salvato i propri figli dall’essere schiacciati e calpestati dalla folla impazzita, a chi invece non si perdona di non aver fatto di più…
Guido Fiorini, noto giornalista toscano, è attualmente vice caporedattore del quotidiano Il Tirreno e responsabile delle redazioni di Piombino-Elba e Cecina.
Dal 2009 al 2014 è stato caposervizio a Grosseto, dove ha seguito fin dal primo giorno il caso Costa Concordia, curando anche la diretta web della notte dell’incidente.Angela Cipriano, dottoressa in Scienze politiche con tesi sul “Il caso Costa Concordia nei commenti dei protagonisti, il ruolo della redazione grossetana del Tirreno” ha seguito l’intera vicenda giudiziaria del naufragio partecipando a tutte le udienze e scrivendo per alcuni settimanali e testate web.
Molto è stato già detto e scritto sulla vicenda della Costa Concordia. Cosa ha di diverso il vostro libro rispetto agli altri? Cosa vi ha spinto a scrivere di questo disastro?
A: Il nostro è un libro che raccoglie le testimonianze dirette di chi, a vario titolo, ha legato il suo nome a questa triste pagina della nostra storia. Facciamo raccontare la Concordia a chi l’ha vissuta nelle sue diverse sfaccettature e nella sua complessità. Abbiamo privilegiato il criterio cronologico in modo tale da accompagnare quasi per mano il lettore nella sequenza degli eventi. Si parte dal dramma di quella notte fino ad arrivare alla sentenza di primo grado che ha visto Schettino essere condannato come principale responsabile del naufragio.
L’idea del libro (per i più curiosi c’è anche il booktrailer) nasce per cercare di mettere un punto su quanto finora accaduto, su una vicenda che, per importanza mediatica, è seconda solo al disastro delle Torri Gemelle. A bordo della Costa Concordia vi erano persone di 56 nazionalità diverse e per settimane gli occhi del mondo sono stati puntati sul Giglio.
La genesi del naufragio è sembrata sin dalle prime ore fuori da ogni spiegazione logica. Un gioiello della nautica che nel 2012 va a sbattere contro uno scoglio in condizioni di mare calmo, ha aperto una serie di interrogativi ai quali cerchiamo di dare un senso nel nostro lavoro.
G:Ho seguito la vicenda Costa Concordia fin dalla notte dell’incidente, la diretta web del mio giornale è stata a lungo l’unica. Ma quasi da subito in troppi hanno semplificato l’accaduto, quando invece la vicenda è assai più complessa. Per questo ritengo che servisse un quadro completo, equilibrato, per consentire ai lettori di farsi un’idea propria. Questo ha di diverso il nostro libro: non prende una posizione, ma dà gli strumenti per capire meglio cosa è successo quel 13 gennaio.
Secondo voi è corretto ricondurre ciò che è accaduto soltanto all’errore umano, al mero fatto tecnico? Oppure esistono molti altri aspetti – simbolici, culturali, economici – che entrano in gioco in questa storia?
A: Sicuramente quanto accaduto parte da un errore umano. Non c’era alcun motivo perché la nave si trovasse a quella distanza dalla costa e a quella velocità. Qualcuno ha sbagliato nel fare il suo lavoro. Schettino durante la sua deposizione parla di incomprensioni in plancia durante il passaggio di consegne nel momento in cui lui assume il comando. L’ex comandante dichiara di non essersi accorto che la nave fosse molto più vicina al Giglio di quanto credesse. Aveva dato uno sguardo fugace al radar, convinto che la nave fosse in distanza di sicurezza. Non percepisce la reale posizione, che, a suo dire, derivava da un errore dell’ufficiale di guardia che, ovviamente, respinge le accuse. L’ufficiale sostiene che Schettino avesse chiaramente la volontà si avvicinarsi all’isola.
G:La pratica dell’inchino, il passaggio ravvicinato alla costa, era sempre stato tollerato, se non incoraggiato, dalla compagnia armatrice. A questo, almeno così ha detto il processo di primo grado, si è aggiunta una sorta di “sfida fra comandanti” che ha aumentato il rischio della manovra. Dopo l’impatto, poi, sono emersi malfunzionamenti della nave che hanno contribuito all’accaduto. Alcuni controlli degli standard costruttivi sono stati resi più rigidi dopo l’incidente.
Attraverso le testimonianze riportate, alcune delle quali assolutamente inedite, si può ripercorrere la storia di quella che, per ora, rimane la più grossa nave passeggeri mai naufragata. E’ stato pesante dal punto di vista psicologico raccogliere queste dichiarazioni ?
A: Molte interviste sono state fatte a persone che hanno avuto grande risalto mediatico. Entrare nella famosa sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno e parlare per tre ore con il comandante De Falco è stato emozionante. Così come entrare al quinto piano della sede centrale della Protezione Civile ed essere ricevuti dal prefetto Gabrielli.
E poi c’è stato l’incontro toccante con le naufraghe Patrizia ed Ester che hanno sicuramente lasciato una traccia emotiva fortissima. Difficilissimo è stato raccogliere le testimonianze di Concetta Virzì, sorella di Luisa e di Kevin Rebello, fratello di Russel. Sono loro ad aver dato voce a chi,quella notte, non può più raccontarla. Ci hanno descritto con parole piene d’amore due persone meravigliose che il destino ha strappato alla vita in un modo insensato. Quando parli con un parente che su quella nave ha perso un sorella, un fratello,una mamma, una moglie, il dramma della Costa Concordia diventa ancora più inaccettabile.
Ho conservato un legame con tutte le nostre “voci”, una ventina. Con alcune è nato un vero e proprio rapporto di amicizia che rimarrà tra le cose più belle che questo lavoro mi ha lasciato. In occasione della prima presentazione del nostro libro, Concetta ci ha fatto omaggio di una targa e ci ha scritto una lettera in cui esprime tutta la gratitudine e la stima nei nostri confronti. Non finirò mai di ringraziarla per questo dono.
G:Con molte delle nostre “voci” è nato un rapporto speciale e la cronaca si è legata spesso alle emozioni. Per quanto mi riguarda, avendo passato con lui nella sala operativa della Protezione civile le prime ore dopo l’incidente, sono rimasto molto coinvolto dalle parole dell’ex presidente della Provincia, Leonardo Marras.
Tu, Guido, sei un noto giornalista toscano attualmente responsabile delle redazioni del quotidiano Il Tirreno di Piombino/Elba e Cecina. Questo libro è soltanto il frutto di un ottimo lavoro giornalistico oppure c’è di più?
G:Lavoro giornalistico sicuramente, tutto parte da tre mesi eccezionali per il nostro giornale, durante i quali la vicenda è stata al centro della cronaca e Il Tirreno un punto di riferimento per la stampa di tutto il mondo. Questo libro vuole anche essere una testimonianza di quello sforzo enorme. In fondo raccontiamo una vicenda che, fra qualche anno, sarà anche sui libri di storia.
E tu, Angela Cipriano, di cosa ti sei occupata principalmente nella stesura de Le voci della Concordia?
A: Questo è un libro che contiene anche parte della mia tesi di laurea che aveva per argomento proprio la Costa Concordia.Quel lavoro iniziale è stato poi integrato e attualizzato con quanto accaduto nei due anni di processo che ho seguito in prima persona per 72 udienze. Una bella scuola per chi, come me, non è giornalista!
Questo libro: un lavoro a quattro mani. Un’esperienza che pensate di ripetere, magari affrontando qualche altro caso di cronaca?
A: Non nascondo che scrivere un altro libro con Guido mi piacerebbe molto. La prima esperienza è stata più che positiva. Ci siamo trovati d’accordo su tutto praticamente da subito. Non era facile che accadesse su un argomento così controverso come la Costa Concordia.
G: In effetti ci stiamo già pensando. Non mancano certo le occasioni.