Nel cuore di una donna, esordio di Chiara Albertini
CHI E’ CHIARA ALBERTINI
Nata e cresciuta a Milano Marittima, in provincia di Ravenna, è laureata in Lingue e Letterature Straniere. Ha all’attivo una tesi in Lingua e letteratura inglese con un saggio sull’ amata e famosa scrittrice inglese del XX secolo Ellis Peters dal titolo Il Medioevo in giallo nella narrativa di Ellis Peters.
Da sempre affascinata da questo periodo storico ha infatti condotto studi al limite del poliziesco sui secoli bui e, a tutt’oggi, questo saggio rimane il primo e unico lavoro in ambito italiano sull’argomento (Vincitore al Premio Carver/2012; secondo posto al Premio Franzkafkaitalia/2012)
Appassionata di lettura e scrittura, per un arricchimento personale e culturale, ha conseguito un diploma in Tecniche di redazione: editing, correzione di bozze. Dalla carta al web. Nella vita lavora nel settore turistico-immobiliare: un mondo, dice lei, che non le appartiene del tutto. Nel cuore di una donna è il suo romanzo d’esordio.
DI COSA PARLA NEL CUORE DI UNA DONNA
La storia abbraccia generazioni ed epoche diverse. Si va dagli anni sessanta a ritroso nel tempo, attraversando Boston e Amberley, un piccolo borgo del West Sussex inglese.
Narra le vicende della quasi sessantenne Susan, moglie e madre, che su suggerimento della sorella Beth si fa coraggio e va a trovare la madre, malata terminale, con quale aveva interrotto fin dalla adolescenza ogni contatto.
Un incontro che sconvolgerà la sua apparentemente ordinata esistenza, riportando a galla verità mal sepolte e segreti insospettati.
Co-protagonisti la figlia Carol, dal carattere rassicurante e comprensivo, e il caparbio marito Paul i quali, fino ad allora, non avevano mai sospettato dell’esistenza della vecchia madre.
COSA NE PENSO
Considerato che l’autrice è poco più che trentenne, il fatto che abbia sentito l’esigenza di calarsi nei pensieri e nella personalità di due donne così avanti negli anni è la prima cosa che mi ha colpito.
Nel cuore di una donna non è un libro facile, lo premetto. Non è facile, infatti, trovare il coraggio di affrontare il proprio passato, i propri incubi anche se sapientemente congelati. Non è facile fare i conti con noi stessi, con i nostri errori, paure e ferite. No, non è facile, ma è l’unica strada per riuscire a guardare nella profondità dei nostri cuori e vivere più consapevolmente.
Mi è piaciuto come l’autrice ha costruito Susan, donna di grande personalità e carattere ma, ahimè (o fortunatamente?), anche lei con il suo tallone d’Achille.
Interessante anche la figura della figlia che, con estrema dolcezza, aiuterà la madre nel suo percorso.
Prima quasi inconsapevolmente trasportata dagli eventi, poi sempre più cosciente, anche se spiazzata e quasi stordita, Susan
affronterà il suo viaggio verso la piena coscienza di sé, dei suoi limiti, della vita passata e futura.
La narrazione procede con ritmi incalzanti, anche grazie ai segreti che danno tensione e drammaticità al romanzo.
Ciò tiene desta l’attenzione del lettore che non sente la necessità, come a volte accade, di fare pause, quasi a prendere fiato per continuare.
Nel cuore di una donna è una storia molto intima che può essere letta da vari punti di vista, per questo ognuno di noi può ritrovarci un pezzettino della propria esistenza. In alcuni passaggi mi ha ricordato il romanzo di Hannah Richell Le bambine che cercavano conchiglie, adorato dalla critica e fenomeno editoriale del 2012, dove si parla di segreti familiari e di quanto essi spesso continuino a perseguitarci.
Per essere un romanzo d’esordio, quindi, è sicuramente un buon lavoro, anche dal punto di vista del plot ben articolato. L’autrice ha superato brillantemente la prova dell’opera prima, già difficile in sé, ma in questo caso, data la vicenda narrata, ancora più impegnativa.