I curricula sentimentali di Chiara Gamberale
Con enorme piacere ospitiamo nel nostro Blog Chiara Gamberale, una fra le più note scrittrici italiane. Il bravo Fausto Bailo l’ha intervistata per noi.
Chiara Gamberale (a destra nella foto) nasce a Roma, personaggio prolifico nel mondo delle arti comunicative.
Dal 2005 al 2008 è stata autrice e conduttrice su Radio 24 della trasmissione radiofonica Trovati un bravo ragazzo. Dal 2010 sino al 2012 ha condotto il programma radiofonico Io, Chiara e l’Oscuro su Rai Radio 2, dal 2002 ha cominciato una collaborazione con alcuni programmi Rai.
Attualmente collabora con La Stampa e con il settimanale Vanity Fair.
Tiene un blog su sito iodonna.it del Corrire delle Sera. Ma sopra ogni cosa è prolifica autrice di romanzi.
Che cosa l’ha spinta a diventare una scrittrice?
Una sfrenata passione per le storie. E una fiducia incondizionata nella fantasia, unica chiave possibile, per me, per comprendere la realtà.
Nel campo letterario quali sono gli scrittori che l’hanno formata?
Tanti, troppi: dalla prima Louise May Alcott (nella foto a sinistra, famosa per aver scritto la quadrilogia Piccole donne) all’ultimo di cui mi sono innamorata, il giapponese Inoue Yasushi (nel ritratto a destra). Sono onnivora e sempre in cerca di una scintilla, di un talento a cui aspirare, a cui ispirarmi.
Dove è nata l’ispirazione che ha motivato Chiara Gamberale a scrivere il suo ultimo romanzo Adesso?
Dall’urgenza di capire come l’Adesso, cioè il dio dell’innamoramento, ci formi e ci deformi.
Descriva la sua opera con tre aggettivi…
Sentita, Disperata, Fiduciosa.
Ci può spiegare il significato di “curriculum sentimentale”?
A circa metà della narrazione, ipotizzo la possibilità, per non soffrire più, di scambiarsi un curriculum sentimentale, quando incontriamo qualcuno che ci agita “una pallina sotto alle costole, all’altezza della pancia”. Naturalmente i due protagonisti, Lidia e Pietro, non se lo scambieranno, perché farlo toglierebbe all’amore il suo aspetto per me più importante: quello di darci la possibilità di raccontare a noi stessi una storia nuova, su di noi, grazie all’altro. Ma io comunque scrivo i due curricula, pieni e vuoti dei vissuti e delle esperienze di Lidia e Pietro, così che da quel momento in poi, ogni volta che sbagliano, stia al lettore decidere se giudicarli o compatirli, in virtù di quello che hanno subito nel loro passato.
Con quale scrittore le piacerebbe scrivere un libro a quattro mani?
Ne ho già scritto uno con Massimo Gramellini, mio grande amico. Amerei scriverne uno con Emanuele Trevi che è stato mio marito e resta la persona con cui ho il più profondo scambio creativo, nel profondo. In nome di una fiducia condivisa proprio nella fantasia come unico accesso possibile alla realtà.