Paolo Castaldi e il “suo” Maradona

Paolo Castaldi e il “suo” Maradona

 

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Paolo Castaldi, nato a Milano, fumettista, illustratore. Esordisce con la prima graphic novel nel 2008 con due volumi dal titolo Nuvole Rapide (Edizioni Voilier)

 

Nel 2011 esce Etenesh, l’odissea di un migrante edito dalla BeccoGiallo con una superba prefazione realizzata da Moni Ovadia, il volume è stato tradotto sia in francese che in inglese dalla rivista statunitense di letteratura internazionale Words Without Borders.

 

Collabora con il mensile Emergency.

 

Continua la collaborazione con la casa editrice BeccoGiallo con i volumi Diego Armando Maradona, Viaggio nell’Italia dell’economia solidale, Gian maria Volontè. La sua ultima fatica è il volume dedicata al mondo del pugilato dal titolo Pugni, storie di boxe.

 

Fausto Bailo l’ha intervistato per noi.

Quando è nata in lei la passione per il fumetto?

“Un maggio del ‘91 e con i soldi della mancetta settimanale compro in edicola un numero de “L’uomo Ragno Classic” attirato soprattutto dalla copertina che ritrae un grosso omone in abito bianco che mena un mingherlino vestito con una tutina dai colori improbabili…

Solo dopo scopro che uno è tale Kingpin e l’altro niente meno che Spider Man… Leggevo solo Topolino all’epoca, e poco altro. Rimasi fulminato, mi si aprii un mondo. Con una matita ed un foglio si poteva raccontare di tutto. Amore e sentimenti, azione, paure, storie insomma. La forza del fumetto credo sia il suo essere “popolare” anche per quanto riguarda i mezzi di produzione. Io a 10 anni provavo già a disegnarmi fumetti sui quadernini a quadretti.

Se avessi voluto fare il regista, cosa avrei potuto fare? Anche se avessi avuto una piccola video camera avrei dovuto trovare amichetti che facessero gli attori, avrei dovuto pensare ad un set, insomma tutto molto più complesso! Il cammino è stato in seguito tutto indirizzato al raggiungimento di questo scopo. Liceo Artistico e subito dopo Scuola del fumetto di Milano. E poi nella mischia, come tutti! Sono stato fortunato. A 10 anni sapevo già cosa volevo per il mio futuro e ho seguito il binario del fumetto, senza deviazioni, ma non senza sacrifici. Anzi”.

Quali illustratori l’hanno formata?

Juan Gimenez, Pratt e Pazienza negli anni della scuola del fumetto. Durante la prima parte del mio percorso professionale, fino al 2009, ti direi gli “americani” Bill Sienkiewicz, David Mack, Alex Maleev, George Pratt, Ashley Wood, tutti artisti dal tratto pittorico e molto espressivo.

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Avevano scardinato una serratura, insegnandomi che il fumetto, per sua stessa natura, non è soggetto a limiti. A regole, caso mai. Ma all’interno di quelle regole, comunque elastiche, si può spaziare enormemente. Ha funzionato da interruttore… Ho iniziato a sperimentare moltissimo. Volevo chiedere sempre di più alla mia tavola… Durante la seconda parte, dal 2009 ad oggi, gli autori che mi hanno maggiormente ispirato sono stati Gipi, Igort, Paco Roca, Manuele Fior, De Crecy, Lancernet, Zezelj. Ultimamente mi piace moltissimo il tratto sviluppato da Jorge Gonzalez ( a destra una sua illustrazione). Trovo che abbia un segno bellissimo”.

 

Cosa l’ha spinta a realizzare un fumetto sul calcio?

“In realtà, prima di Maradona, non avevo in progetto di realizzare un fumetto sul calcio, anche se ho una certa fascinazione per i racconti sportivi. Lo sport regala sempre storie che sono specchio della società in cui viviamo, della nostra realtà. Spesso lo sport si è mescolato con politica, con i movimenti di protesta, lo sport “è sceso in piazza” e ha preso posizione. Lo sport ha raccontato la nostra storia meglio di molti articoli di giornale”.

Come mai ha scelto di narrare la vita calcistica di Maradona?

“L’idea l’ho sempre avuta, anche se non credevo si potesse concretizzare così presto. Venivo dalla pubblicazione di un libro a fumetti dedicato al tema dell’immigrazione e dei diritti umani, Etenesh, sempre per BeccoGiallo. Il salto di argomento è stato rischioso. Mentre parlavo con l’editore di un possibile secondo titolo da pubblicare dopo Etenesh è saltato fuori quasi per caso il nome di Maradona.

 

libro-diego-armando-maradonaCercavano da tempo qualcuno che potesse lavorare ad un progetto sul Pibe, ma nessun autore aveva mai avanzato proposte interessanti. Non me lo sono fatto ripetere, mi sono fatto avanti e loro hanno accettato. Volevo scrivere una storia che rendesse giustizia a quegli aspetti legati a Maradona che spesso si tende ad ignorare, se vogliamo quelli più affascinanti e romantici, che passano sempre in secondo piano a favore di scandali, evasioni, abusi di stupefacenti che servono a riempire le pagine dei rotocalchi scandalistici.

 

Il mio doveva essere un libro di parte, un libro per Maradona e per i Maradoniani. Per mia nonna e mio padre, che sono di Napoli. Ero ben consapevole del rischio a cui andavo incontro ma avevo l’appoggio dell’editore, che devo dire, mi ha sempre supportato in tutte le scelte di sceneggiatura, anche le più coraggiose ed azzardate. E’ stato fondamentale. Da qui l’idea di non percorrere la strada della normale biografia. Anche perché ce ne sono già molte su Diego Armando Maradona tra gli scaffali delle librerie. Non volevo confondermi con il resto, ho preferito fare un libro che fosse mio in tutto e per tutto. Magari non per tutti, ma che fosse sincero. Inoltre io non ho conosciuto personalmente Diego quindi mi sembrava presuntuoso parlarne con il tono del biografo.

 

Ho raccontato le sue vicende attraverso gli occhi di altri personaggi perché è così che ho vissuto io il suo mito. Cosa ha rappresentato Maradona per un operaio di Napoli che si trasferisce al Nord in cerca di lavoro? Semplice sport o riscatto sociale? Queste erano le domande a cui doveva rispondere il mio fumetto. Fortunatamente ho trovato l’aiuto e l’appoggio di grandi artisti, scrittori e musicisti, che mi hanno accompagnato in questo cammino, come Maurizio De Giovanni, Valerio Jovine, Teo Manzo, che ha firmato una canzone ispirata al libro e Fabio Taffurelli autore del preciso e sentito approfondimento, consueto nei libri BeccoGiallo, che fa luce su tutti gli aspetti che non vengono raccontati nel fumetto”.

Con quale personaggio della letteratura paragonerebbe il “suo” Maradona?

“Il primo che mi viene in mente Cosimo Piovasco, il Barone Rampante di Calvino. Ribelle, testardo, altruista”.

Quale genere musicale rappresenta meglio la sua opera Maradona?

“Se dovessi farti un nome e un titolo ti direi Senza limiti di Valerio Jovine, del 2007, la colonna sonora di tutta la lavorazione del senza-limiti-di-valerio-jovinefumetto. Un reggae “bastardo” e “imbastardito”, meno caraibico e più mediterraneo. Una voce calda, passionale e sorridente, quella di Valerio, che si mescola alla musica popolare napoletana, ai ritmi latini e un po’ mediorientali.

Un guazzabuglio perfettamente riuscito di tutto quello che è Sud. D’italia. Del mondo. Della società che cade, magari per ingenuità, per debolezza, perché schiacciata da qualcun altro di più potente, ma che in qualche modo trova sempre la forza per rialzarsi e di andare avanti. Proprio come Diego”.

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