L’illustratore Timpano e The Shadow/Batman
Giovanni Paolo Timpano illustratore dotato di un’arte fuori dal comune. Attualmente nel mercato americano è in corso una sua mini serie di sei numeri dal titolo The Shadow/Batman con la sceneggiatura scritta con mano ferma da Steve Orlando. Una serie davvero imperdibile (da collezionare) per gli amanti di questi eroi del fumetto.
The Shadow/Batman è edito dalla Dynamite Entertainment, in Italia i volumi saranno distribuiti dalla RW Lion.
Un ringraziamento specialissimo a Fausto Bailo che l’ha intervistato per noi e alla Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) che, come sempre, ha collaborato fattivamente.
Quali sono stati i suoi inizi nel mercato dei fumetti in Italia?
“Più che in Italia direi negli Stati Uniti, poiché ho saltato quella che spesso viene chiamata la gavetta, fatta di piccoli editori italiani, fanzine e autoproduzioni per andare a lavorare direttamente con piccoli editori americani.
Praticamente la gavetta l’ho fatta con loro, questo perché ho sempre avuto la passione per il fumetto americano e per il loro modo di farlo. Per come la pensavo io, “farmi le ossa” in Italia per poi provare a sfondare nel mercato americano non avrebbe avuto molto senso.
Quindi, dopo un primo viaggio nel 2005 a San Diego, ho incominciato a collaborare con piccoli editori, come la Moonstone, per cui ho realizzato molti albi di personaggi come “The Phantom” (conosciuto come “L’uomo Mascherato” in Italia), “Captain Action”, “The Spider”, oppure per la Zenescope, realizzando la miniserie basata su le fiabe dei fratelli Grimm “The Library”.
Tra i vari libri apparsi nel mercato editoriale, quale di questi sceglierebbe per creare una graphic novel?
“Quando vent’anni fa lessi per la prima volta “Pulp” di Charles Bukowski me ne innamorai così tanto da pensare di farlo (non in maniera seria, ero ancora un ragazzino che sognava fare fumetti, nella sua cameretta) e mi ricordo che questo pensiero mi rimase per anni.
Oggi forse direi “Ready Player One” di Ernest Cline, perché è così pieno della roba che ho amato da piccolo che sarebbe una gioia realizzarlo, (anche se va detto che qualcosa di simile è stato fatto già, “Joe The Barbarian” di Grant Morrison e Sean G. Murphy).
Dopo aver fatto queste due premesse, dico la verità: il mio sogno è “Picnic sul ciglio della strada“ dei fratelli Strugackij, conosciuto anche come “Stalker”.Quello che amo di questo romanzo è che scatena la fantasia di chiunque ci metta le mani sopra, basti pensare a quanto il film “Stalker” di Tarkovskij ne prenda spunto ma poi viri su altri lidi, oppure alla serie di video game S.T.A.L.K.E.R. per PC.
Ecco quando immagino come sarebbe il fumetto di “Stalker”, penso sí al materiale di partenza del romanzo ma poi me ne allontano, o meglio, espando quel materiale che è pressoché infinito. Se uno pensa al cuore di questa storia: la Zona, questo spazio dove umano e alieno si confondono, dove la fisica è anarchia, dove il pericolo è sempre dietro l’angolo, ma anche incommensurabili fortune lo sono, e anche a tutto ciò che ci sta intorno: la figura degli “Stalker”, le loro famiglie, gli scienziati, le autorità che cercano di controllare la Zona, ecco tutto questo è creta che non aspetta altro che essere modellata”.
Lei quando è entrato a far parte del progetto editoriale che ha permesso la nascita della serie?
“Negli ultimi anni ho collaborato con la Dynamite realizzando molti numeri di The Shadow. Ho lavorato sulle due serie regolari, sul centesimo numero celebrativo, sulla miniserie Justice Inc. con protagonista lui insieme a Doc Savage e The Avenger. Quindi per certi versi ero diventato il disegnatore di riferimento del personaggio. Quando la Dynamite e la DC Comics hanno trovato l’accordo per far incontrare i loro due personaggi principali, per loro è sembrato naturale chiedere a me di disegnare questa serie, cosa che mi ha riempito di orgoglio”.
Quanto tempo è stato necessario per realizzare le tavole complessive di The Shadow/Batman?
“Non parlo al passato perché ci sto ancora lavorando. E’ uscito sí il primo numero ma io sto esattamente lavorando al quarto, per un totale di sei. Però il calcolo è abbastanza facile, realizzo un numero ogni cinque settimane circa, quindi a occhio e croce alla fine ci saranno voluti otto mesi”.
Quale genere musicale rappresenta meglio la trama?
“Oddio non saprei, ammetto di non essere ferratissimo sulla musica. Però posso dire cosa ascolto mentre lo disegno: solitamente colonne sonore da film, mi viene abbastanza automatico fare il collegamento tra il lavorare su Shadow/Batman ed il sentire le soundtrack degli ultimi film di Batman, composte da Hans Zimmer. Così come ricordo che quando lavoravo su Lone Ranger, un western, mettevo su Ennio Morricone. Oppure per lo sci-fi colonne sonore da film come gli Alien, Gravity, District 9, Avatar. Sono accostamenti banali ma funzionano a meraviglia”.
Quale divinità dell’antica Grecia può essere paragonata ai due personaggi del fumetto: The Shadow/Batman?
“Su Shadow non ho dubbi, Ares, il dio della guerra. Questo personaggio ha intrapreso una lotta, una guerra al crimine molto violenta e bagnata di sangue, si dei colpevoli, ma spesso anche di innocenti. Non è un personaggio positivo in toto, ha un passato fatto di crimini e per questo è così sanguinario nella sua missione, lui per primo è stato un criminale, quindi sente di dover usare ogni mezzo per arrivare alla fine di questa guerra. Il problema è che questa guerra non sembra mai avere fine e questo è uno dei punti cardine della storia di Shadow/Batman. Su Batman invece faccio più fatica, questo perché, a differenza di Shadow che è un personaggio per me ben definito,l’altro è molto sfaccettato. A seconda di come lo guardi può sembrarti un fine stratega, un guerriero lucido, ma allo stesso tempo uno schizofrenico, una persona non stabile, un sociopatico. Per questo mi è difficile prendere una figura simbolica come una divinità dell’antica Grecia e metterla in parallelo con le mille sfaccettature di Bruce Wayne”.
Quale illustrazione rappresenta meglio la sintesi del fumetto?
“Tra quelle allegate qui sicuramente quella che inizia con Batman, Robin e The Shadow che discutono nella Bat-caverna. E’ la sintesi, in quanto questa storia è una storia di famiglia, dove Shadow è il nonno, Batman il padre e Robin il figlio. The Shadow, sia editorialmente che nella storia, ha avuto un ruolo importantissimo nella formazione di Batman, è stato suo maestro come ora lui lo per Robin.
La giovane spalla ha un ruolo importate nella serie, egli chiede a Batman di avere più spazio, di poter agire più autonomamente, ma Bruce Wayne fatica a concederglielo e da qui si crea una frattura tra i due che sarà il perno della storia. Steve Orlando, lo scrittore, ha colto l’occasione per scrivere un racconto di famiglia, non l’ennesimo fumetto tutto azione e basta, anzi, sorrido perché ho appena letto una recensione del secondo numero, in parte negativa perché “i personaggi parlano troppo”.
Progetti per il futuro?
“Una volta terminato The Shadow/Batman tornerò a lavorare su “Eclipse”, la serie Image Comics che ho creato insieme allo scrittore Zack Kaplan. Abbiamo realizzato 8 numeri per ora e adesso ci apprestiamo a iniziarne altri 8. Tra l’altro ci tengo a comunicare che questa serie ha esordito in Italia il 2 novembre scorso, presso tutte le librerie (contemporaneamente a Lucca Comics, dove sarò presente a promuoverla) per la Panini: il volume sarà un prestigioso cartonato di quasi 200 pagine contente tutti e 8 i numeri per ora usciti negli Stati Uniti”.