Le formiche non hanno le ali

Silva Gentilini
Chi è Silva Gentilini
Silva Gentilini, nata a Orbetello nel 1961, ha lavorato come consulente story editor per Mediaset ed Endemol, occupandosi di fiction tv, e come giornalista free lance per le riviste «Cosmopolitan» e «Moda».
Ha pubblicato poesie e racconti con il poeta Roberto Roversi su La Tartana degli influssi ed è stata inserita nella Lista d’Onore al Premio Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano. Le formiche non hanno le ali, edito da Mondadori nel 2017, è il suo primo romanzo.
Di cosa parla
Monte Amiata, primi del novecento. Sedicenne di umili origini, Margherita, si innamora del figlio di un ricco paesano e rimane incinta. Come spesso accadeva a quei tempi in simili occasioni, viene praticamente ignorata dal ragazzo e dalla sua famiglia, mentre sia i suoi genitori che il paese la isolano, umiliandola.
Costretta dalle circostanze ad allontanarsi dal paese, abbandona il figlio
allaruota di un convento e si imbarca per l’America in cerca di fortuna con l’intento di ritornare appena possibile a riprenderselo, cosa che purtroppo non accadrà.
Nonostante nel nuovo continente Margherita riesca a trovare benessere, si sposi più volte ed abbia altri figli, l’idea di ritrovare quel bambino non la lascerà mai. La sua tenacia sarà comunque premiata e alla fine riuscirà a rintracciarlo, ma ostacolata anche dai disastrosi avvenimenti della seconda guerra mondiale, non proverà mai la gioia di riabbracciarlo.
In Maremma, agli inizi degli anni sessanta, una ragazza cresce sotto gli umori di un padre despota e bipolare. L’uomo alterna sempre minori momenti di calma a disturbi d’ansia, ira, nervosismo, litigiosità, instabilità affettiva e labilità emotiva che sfoga contro la moglie e la figlia. Tutto ciò culmina con una violenza sessuale a scapito di Emma che a soli diciassette anni si ritrova incinta di lui.
Complice un medico amico della madre, la ragazza partorisce un bambino che le viene subito strappato e, per mezzo di un’ostetrica compiacente, dato in adozione illegalmente.
Anche Emma, come tanti anni prima aveva fatto Margherita, cresce con il desiderio di ritrovare quel figlio frutto di violenza, ma non per questo meno amato.
E nonostante le due donne abbiano vissuto in differenti luoghi ed epoche storiche, il destino le legherà indissolubilmente l’una all’altra. Questa è la loro storia.
Cosa ne penso
Tante sono le cose da apprezzare in questo romanzo d’esordio che non sembra affatto un’opera prima, ma piuttosto il risultato di un lungo lavoro che si manifesta in genere negli scrittori maturi. La padronanza stilistica, ad esempio, con tutto il suo potere di attrazione e la straordinarietà del contenuto, vero autentico. E poi il plot, articolato e ben costruito, dove ogni personaggio ha il proprio spazio senza imporsi, ma nemmeno sparendo fra le righe.
Anche la scrittura scorre in modo piacevole e la storia è bella e avvincente, pur nella sua drammaticità.
E’ stata brava l’autrice a raccontare le storie di Margherita ed Emma senza
Le due Frida di Frida Kahlo
farle percepire come lontane l’una dall’altra, ma anzi creando fin dall’inizio la necessaria suspense per insinuare nella mente del lettore che un legame c’era.
Un altro pregio del romanzo è che trasmette sensazioni, emozioni autentiche. E parla d’amore, anche nella sua crudezza. Verso un uomo, la propria terra e origini, il proprio lavoro, i propri figli, la propria vita e perché no, il proprio destino.
E’ l’amore e la sua forza il filo conduttore. Un amore così intenso e profondo, grande e disinteressato, che abbraccia tutti gli aspetti della vita e che anche se non permetterà a nessuna delle due donne l’appagamento totale dei desideri, le nutrirà comunque sempre di nuove anche se incerte aspettative.
Una vicenda in parte autobiografica, per ammissione della stessa autrice, che con pudore e delicatezza, ma anche con determinazione, ha messo a nudo la propria anima offrendola ai lettori e dando la carica a chi vuol “cambiare rotta” prendendo finalmente in mano le redini del proprio destino.
Anche per il finale, coerentemente, Silva Gentilini non ha scelto soluzioni eclatanti, ma lo ha tenuto perfettamente in linea con la realtà, con quello che ci accade veramente. Tranquillità più o meno raggiunte attraverso il dolore, attraverso un percorso dello spirito che per arrivare alla luce deve per forza oltrepassare le tenebre.
Un romanzo adatto a tutti, ma che consiglio in particolare a quelli che hanno il coraggio di addentrarsi nei vicoli, spesso contorti, del cuore umano.