Azzurra dei ciliegi di Stefano Mosele
Chi è Stefano Mosele
Nasce a Levico Terme, in Trentino, città con la quale ha un rapporto di odio/amore, per sua ammissione: Ho un rapporto complicato con la mia città, dice, per certi versi la cerco, per altri mi allontano, soprattutto quando tento di affermare il mio spirito artistico.
Nel 2007 pubblica la sua prima silloge poetica, Rintocchi di campane. Nel 2010 si autoproduce una seconda raccolta di componimenti poetici, Giullare!, contenente anche alcuni testi di canzone poi incisi in un CD da Eterogenea, gruppo folk rock attivo fino al 2016 nel quale suonava il basso elettrico.
Azzurra dei ciliegi è la sua ultima fatica letteraria.
Di cosa parla Azzurra dei ciliegi
Una giovane ragazza, Azzurra, ha un malore e viene portata d’urgenza all’ospedale. Il verdetto clinico parla di coma e il fratello, nel tentativo di scuoterla, decide di farle ascoltare le sue canzoni preferite.
Questo induce la ragazza, che sente le canzoni e percepisce ciò che le accade intorno, a ricordare episodi rimossi della sua vita: l’infanzia, il nonno che le racconta le favole, un ragazzo dai contorni indefiniti e altri più grandi con i quali si incontra nei pressi di una casa abbandonata.
Ma non è tutto. Azzurra si rivede anche, il giorno del suo tredicesimo compleanno, ricevere una lettera, chiusa in una busta di carta gialla da un sigillo in ceralacca, che racconta lo strano incontro di un ragazzo con i Nafix, creature fantastiche, piccolissimi folletti dai grandi occhi che hanno il compito di custodire i sogni degli uomini e di dar loro l’energia per realizzarli. Da allora, senza sapere chi sia il mittente, ne riceve una ogni compleanno, con il seguito della storia.
Rimane però il mistero su chi sia l’autore delle lettere e soprattutto rimane il dilemma se Azzurra riuscirà a dare un senso a ciò che sta vivendo e a comprendere il suo passato.
Cosa ne penso
Siamo di fronte a un romanzo metafisico, ma anche a un urban fantasy con contaminazioni di elfpunk e fantasy contemporaneo. Nonostante la presenza di elfi (La strana creatura era lì, alta poco meno di dieci centimetri, che mi guardava con un tenero sorriso e due occhi grandi come i bottoni del mio soprabito.) e una realtà non verificabile mediante l’esperienza, la vicenda si svolge, infatti, nel mondo reale, urbano, e la protagonista affronta eventi straordinari, fuori e dentro di lei.
Il plot, si regge sull’equilibrio tra sogno e realtà, misteri di mente e animo umano, e accadimenti razionali. E’ pervaso dalla convinzione, quasi filosofica, che ognuno di noi sia dotato di una intelligenza speciale e quasi magica per affrontare le difficoltà della vita.
Scritto in maniera estremamente lieve, il romanzo risente della formazione poetica dell’autore. Sulle ali delle canzoni che Azzurra ama di più si snoda infatti la storia, ricca di suggestioni e capace di suscitare sogni, fantasie e delicati sentimenti. Sospesa tra vita e morte, tra la fugace realtà e il per sempre, la protagonista riesce a riportare il proprio io nella propria esistenza, pur sotto diversa forma.
E mentre Gerard de Nerval affermava: Il sogno é una seconda vita. Non ho mai varcato senza tremare le porte d’avorio o di corno che ci separano dal mondo invisibile. Azzurra, senza paura, proietta la propria coscienza oltre il conosciuto, si abbandona al sogno che scivola oltre la vita.
Una lettura che consiglio agli appassionati del genere, ma anche a chi crede che il fantasy possa aspirare a qualcosa più di vampiri e innamoramenti. Un autore agli inizi, ma decisamente promettente.