Brucia, un fumetto per onorare il 1^Maggio

Brucia, un fumetto per onorare il 1^Maggio

Onoriamo il 1^ Maggio con due graphic novel che affrontano il tema del lavoro: Brucia di Silvia Rocchi (Rizzoli Lizard) e O Stablmend (Hazard Edizioni).

Ricordiamo anche che novantuno anni fa usciva un capolavoro della filmografia internazionale Modern Times di Charlie Chaplin, un film che oggi verrebbe definito opera neorealistica: visione dissacrante della modernità e rapporto uomo-macchina.

Silvia Rocchi

Silvia Rocchi

Iniziamo con Brucia, poi proseguiremo tra qualche giorno con O Stablmend.

 

Silvia Rocchi sceneggiatrice e illustratrice, dopo aver realizzato le illustrazioni delle biografie a fumetti su Alda Merini, Tiziano Terzani ed Ettore Majorana, collabora con le maggiori case editrici italiane tra le quali BeccoGiallo, Eris Edizioni e Rizzoli Lizard.

 

Esordisce come sceneggiatrice con la sua ultima opera, il fumetto Brucia (Rizzoli Lizard) dove affronta il tema delle morti bianche, in una fabbrica di provincia negli Anni Ottanta, attraverso la l’amicizia tra due donne.

Un ringraziamento a Fausto Bailo che ha permesso questa intervista e alla Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) che, come sempre, ha collaborato fattivamente.

Quando è nata in lei la passione per l’illustrazione?

“In generale, il mio mondo e il mio modo di lavorare non sono legati solo all’illustrazione. E’ vero che mi piacciono i fumetti da sempre, ma amo anche dipingere, perciò mi divido tra queste due grandi passioni. Disegno sin da quando ero piccola e, in generale, tendo a avvicinare le varie discipline, sia che si tratti di illustrazione, fumetto o pittura. Crescendo, poi, ho iniziato a leggere anche manga, autori europei, italiani e francofoni. Ho frequentato l’Accademia di Belle Arti prima a Firenze e poi a Bologna e Bruxelles, dove ho potuto sviluppare in maniera sempre più professionale ciò che faccio”.

Quali sono stati i suoi illustratori di riferimento?

Rumiko Takahashi

Rumiko Takahashi

“Direi che i primissimi riferimenti sono Rumiko Takahashi, Ai Yazawa, poi Mattotti, Gipi, Ricci, Amanda Vahamaki, Dominique Goblet, Ben Shahn, Pinter, Bernie Fuchs, Depero, Schifano”.

Quale è stata la scintilla che l’ha portata ad scrivere sia la sceneggiatura che l’illustrazione di Brucia?

Brucia è una storia che avevo in mente e in pancia da un po’ di tempo. Volevo raccontare come si sopravvive ai vuoti, quelli più grandi di noi e inspiegabili… Volevo portare alla luce un problema della nostra società, ossia che per di lavoro si può anche morire, e questo non è e non deve essere in nessun modo giustificabile. Nella mia storia però non c’è solo questo: racconto anche la vita quotidiana fatta di piccole cose, che certo non mitizzo, ma ritraggo per quella che è. Storie d’amore adolescenziali, altre più adulte, gesti da bar, chiacchiere alla mensa del lavoro, tragitti in macchina… cose così”.

Cosa l’ha spinta ad ambientare la storia negli anni ottanta?

“Volevo raccontare le vite di due donne in un lungo arco di tempo, quindi sono partita dagli anni ’80 per incontrarle ancora giovani e (più o meno) piene di speranze. Ho scelto un periodo che non fosse caratterizzato – per quanto riguarda la storia italiana/europea – da una forte connotazione politica, com’era stato per esempio il periodo precedente. Poi mi è piaciuto sottolineare come quegli anni siano stati anche quelli della provincia, dove tutto arrivava in maniera ovattata, dove il tempo scorreva più libero da quella pressione che gli uomini – gli intellettuali – hanno attribuito ad altri periodi storici.”

brucia fumetto Quanto è stato difficile parlare delle morti bianche

“Molto difficile, perché io stessa mi sono affezionata ai personaggi che poi perdo nel corso del racconto. Ed è stato un lavoro abbastanza lungo e preciso, perché sono andata alla ricerca dei numeri esatti di morti dall’inizio della storia sino ad oggi. Ho anche scoperto varie cose, tra le quali la più amara è stata che proprio in quel periodo i decessi sono stati tantissimi, per vari fattori”.

Quale tecnica grafica predilige per la realizzazione delle sue tavole?

“Nei miei libri precedenti ho lavorato sempre con il colore. Questa volta ho voluto mettermi alla prova con il bianco e nero. Ho disegnato le scene in maniera molto accurata, volevo che il processo di analisi della tavola passasse dal segno e non dalle campiture. Credo peraltro che il disegno in bianco e nero sia una prova a cui ogni disegnatore dovrebbe sottoporsi”!

In passato ha realizzato altre graphic novel?

“Ho iniziato a pubblicare fumetti con BeccoGiallo, ho scritto e disegnato due storie ispirate alle vite di Alda Merini e Tiziano Terzani: rispettivamente Ci sono notti che non accadono mai nel 2012 e L’esistenza delle formiche nel 2013.
Nel 2014 ho partecipato all’antologia di Hop edizioni La fine dell’amore insieme ad altre 12 autrici, le cui storie erano scritte da Ilaria Bernardini.
Successivamente nel 2015 ho disegnato la storia scritta da Francesca Riccioni dal titolo Il segreto di Majorana (Rizzoli Lizard), un racconto dove si parla del grande fisico siciliano attraverso due personaggi che si chiedono cosa possa significare scomparire ai giorni nostri.
Nel 2016 invece ho lavorato a due progetti, uno scritto e disegnato a quattro mani con Alice Milani, il fumetto Tumulto (Eris Edizioni), un racconto di formazione, di amicizia e di viaggio (in moto) attraverso i Balcani; l’altro, scritto da Diego Bertelli, una storia – I giorni del vino e delle rose – che assomiglia a una matrioska, fatta di incastri e riferimenti dai Dream Syndicate al cinema di Blake Edwards”.

Quale tavola rappresenta meglio la sintesi di Brucia?

“Nel libro a pagina 103 i segni prendono tutta lo spazio a disposizione e il vuoto si fa nero, sempre più buio. Penso che sia la chiave di tutto”.

Progetti per il futuro?

“Mi piacerebbe lavorare sia a storie brevi che lunghe; riprendere il colore e farlo tornare in modo diverso rispetto ai miei primi lavori, insomma, raccontare altre cose. Poi vorrei continuare anche con l’accuratezza e il ritmo narrativo di Brucia. Le idee e i progetti sono tanti, vedremo come si svilupperanno…”

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