Una graphic novel per ricordare il grande Gino Bartali
“Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca» (Gino Bartali)
Il Giro D’Italia festeggia 101 candeline! Tanti sono stati i grandi ciclisti che hanno indossato la mitica maglia rosa: da Alfredo Binda, a Eddy Merckx, Marco Pantani e, come non citarli, i mitici duellanti Coppi-Bartali.
Ed è proprio nella fatica, nella polvere, nelle cadute e nelle sconfitte la bellezza del ciclismo…
Per la prima volta Il Giro non sarà inaugurato in Europa, ma partirà da Gerusalemme per ricordare non solo lo sportivo, ma soprattutto l’uomo, che salvò centinaia di ebrei salvandoli dai campi di concentramento: Gino Bartali.
Con grande piacere abbiamo intervistato sia lo sceneggiatore Andrea Laprovitera che l’illustratore Iacopo Vecchio (la sua intervista sarà pubblicata fra qualche giorno), genitori di questa straordinaria graphic novel Gino Bartali (edito BeccoGiallo).
E, con la fantasia, ci piace immaginarlo che sfoglia il fumetto dicendo «L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!»
Fausto Bailo li ha intervistati in esclusiva per noi, per questo lo ringraziamo insieme agli autori ed alla Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) che ha collaborato fattivamente.
Intervista Andrea Laprovitera
Come è nato il progetto che si è concretizzato con la pubblicazione della graphic novel Gino Bartali?
“Per prima cosa grazie per avermi invitato (di nuovo) qui a parlare di fumetto, storia e ciclismo, ma soprattutto di una grande persona che, secondo me, supera in valore assoluto, anche il campione sportivo.
Bartali è nato nella mia mente per caso. Un giorno stavo leggendo un libro di narrativa contemporanea (non dico il titolo per non fare pubblicità) quando, a un certo punto, solo per contestualizzare il momento, l’autore fa riferimento a Bartali e al Tour de France del 1948.
Da quella scintilla, una piccola pulce che entra nell’orecchio, è nata la mia curiosità e da lì è scaturita la genesi della mia storia che poi ha incontrato il favore di Guido e Federico della Becca Giallo Editore.
Grazie al loro interesse l’idea è maturata e si è trasformata in un graphic novel ora in libreria”.
Quanto è stato importante il lavoro di documentazione storica?
“La documentazione per me è un momento fondamentale nella costruzione del soggetto e poi della sceneggiatura, proprio per questo cerco di essere il più preciso possibile per rispetto dei lettori e della storia.
Non si può raccontare un fatto diverso da quello che è realmente accaduto, si può offrire il proprio punto di vista, ma questa è un’altra cosa. In “Gino Bartali”, per esempio, ho riportato tutte le tappe del Tour fedelmente, ho guardato tra gli archivi francesi del Tour de France, ho cercato le prime pagine dei giornali sportivi dell’epoca poi… in altri momenti più introspettivi, ho messo del mio ricostruendo alcuni passaggi importanti della sua vita, sportiva, personale e familiare mentre si svolgono le corse, ma questa, ovviamente è farina del mio sacco.
Un espediente narrativo per raccontare Bartali attraverso i suoi pensieri e parole che però, in realtà, sono i miei. Tutto questo nel pieno rispetto della persona e del campione (mi sono andato ad ascoltare anche le sue
interviste, per capire come parlava). Spero di esserci riuscito”.Tra le varie gare realizzate da Bartali, quale le è piaciuta di più?
“Dal punto di vista sportivo Gino Bartali non si discute, il suo palmares parla per lui e non c’è nulla da aggiungere. Quello che possiamo dire invece è che, se possibile, l’uomo supera il campione.
Bartali durante la guerra, fece da corriere andando avanti e indietro tra Firenze e Assisi trasportando, nella canna della sua bicicletta, documenti e passaporti falsi per famiglie ebree ricercate.
Grazie al suo impegno più di 800 persone si sono salvate e proprio per questo è stato nominato nel 2013 “Giusto” tra le nazioni per la sua attività a favore degli ebrei”.
Secondo lei quale degli attuali ciclisti può essere paragonato a Bartali?
“Guarda non saprei che dire di preciso. Del ciclismo mi piace l’idea che è alla base, la fatica, il sacrificio, la sfida dell’uomo con se stesso, con gli altri e con la natura. Non faccio il tifo per nessuno in particolare, ma rimango sempre stupito dalla forza di questi grandi atleti che fanno duecento chilometri al giorno. Non so se c’è un atleta che può somigliare a Bartali, se c’è però deve avere di sicuro alcune doti specifiche; umiltà, forza, coraggio e lealtà”.
Quale canzone può rappresentare la colonna sonora del fumetto Gino Bartali?
“Troppo facile… scegliete voi la se vi piace di più la versione di Paolo Conte o Enzo Jannacci”.
Progetti per il futuro?
“Sono stati due anni molto prolifici per me, con bel cinque libri usciti “Il vecchio e il mare” per Nicola Pesce Editore (2016), “La linea
d’ombra” Kleiner Flug (2017), “Balto” Edizioni Segni d’Autore (2017), “Flop e Morgana” Shockdom (2018) e ora “Bartali” Becco Giallo (2018), ma non ho intenzione di fermarmi. Sto lavorando ad altre storie sia per Becco giallo che per Edizioni Segni d’Autore, inoltre sto preparando un progetto per tornare a pubblicare in Francia dopo un po’ di anni, spero di riuscire a fare tutto e a farlo bene.
Un saluto a tutti e buona lettura e se qualcuno, dopo aver letto il libro volesse esprimere un giudizio o semplicemente fare due chiacchiere non esiti a scrivermi… vi aspetto volentieri”.