Il mio Salinger, ce ne parla Valentina Grande
Parlando di libri non possiamo non citare “il” classico per eccellenza, uscito il 16 luglio del 1951: Il giovane Holden, capolavoro scritto da Jerome David Salinger che deve la sua celebrità proprio al romanzo il cui protagonista, Holden Caulfield, divenne il prototipo dell’adolescente ribelle e confuso in cerca della verità e dell’innocenza al di fuori dell’artificiale mondo degli adulti.
Nel novembre del 2017 esce dalle rotative del gruppo BeccoGiallo, l’interessante graphic novel dal titolo: Il mio Salinger, realizzata dal duo Valentina Grande, sceneggiatrice ed Eva Rossetti, illustratrice.
Fausto Bailo le ha intervistate in esclusiva per noi (l’intervista a Eva Rossetti uscirà a giorni), per questo lo ringraziamo insieme alle autrici ed alla Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) che ha collaborato fattivamente.
Valentina Grande è docente di Lettere nella scuola pubblica. Autrice e conduttrice radiofonica dei programmi di letteratura McLuhan è qui e 42 la risposta in onda su Radio Onda d’Urto, Radio Città Fujiko e Radio Kairos, nel 2016 ha ideato e condotto per le stesse emittenti Simply Salinger, una rubrica monografica settimanale sulla vita e le opere di J.D. Salinger.
Quando ha sentito parlare per la prima volta dello scrittore Jerome David Salinger?
“A diciassette anni amavo una rivista dedicata ai fumetti che si chiamava Comix, la leggevo ogni settimana e nelle ultime pagine c’erano delle rubriche tematiche. In una di queste si parlava di JD Salinger e del romanzo “Il giovane Holden”. Andai ad acquistare subito il libro e lo lessi tutto d’un fiato: lo conobbi e mi innamorai della sua scrittura.
Quando è nata l’idea di creare una graphic novel vista attraverso gli occhi di Sylvia Welter?
“L’idea è nata durante la collaborazione alla trasmissione radiofonica Simply Salinger, una trasmissione monografica sull’autore. Studiando la sua vita ho scoperto dell’esistenza di questa prima moglie e mi sono chiesta come avesse vissuto la fama dell’autore dopo la fine del loro burrascoso e breve amore.
La mia passione per i fumetti mi ha condotta subito a immaginare una storia per immagini e quindi ho scritto il soggetto per un graphic novel”.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione della sua sceneggiatura?
“I tempi sono stati abbastanza lunghi, oltre un anno, perché prima ho dovuto effettuare una ricerca biografia accurata e poi ho iniziato a studiare il linguaggio tecnico da utilizzare nella realizzazione del lavoro.
Aver sempre letto fumetti mi ha aiutata moltissimo perché pur dovendo acquisire un linguaggio, conoscevo già visivamente una trama narrativa e come svilupparla”.
In passato ha realizzato altre sceneggiature per le graphic novel?
“Il mio Salinger è stata la mia prima sceneggiatura”.
Facendo un salto nel tempo, se negli ultimi anni di vita di Salinger, gli fosse capitata tra le mani la vostra graphic novel, quale sarebbe stata la sua reazione?
“La ritrosia di Salinger è cosa nota e anche la sua attenzione verso la sfera privata. Penso che non avrebbe affatto gradito che si usasse il suo nome, è anche vero che finora molti lettori del graphic novel mi hanno scritto per informarmi che hanno ripreso in mano i libri di Salinger o che hanno deciso di leggerlo per la prima volta. Questa per me è una grande soddisfazione.”
Quale la scena simbolo della graphic novel Il mio Salinger?
“Penso che la scena cardine del fumetto sia rappresentata dalla tavola in cui Sylvia vede passare di fronte a sé i personaggi creati da Salinger e dice a noi lettori che proprio attraverso loro ha incontrato veramente l’uomo e l’autore”.
Progetti per il futuro?
“Ho appena consegnato la mia seconda sceneggiatura, sempre una biografia e sempre su uno scrittore, ma al momento non posso dire di più”.