Al mutar del vento. La vera storia di Arianna, Teseo e il Minotauro
Al mutar del vento.
La vera storia di Arianna, Teseo e il Minotauro (Convivio Editore, 2020) di Paola Maria Liotta
Chi è Paola Maria Liotta
Docente di materie letterarie e latino nei licei. Insegna dal 1993 ed è autrice di varie sillogi poetiche. Al 2019 risale il suo secondo romanzo, Piano Concerto Schumann (Il Seme Bianco, Roma), finalista al Premio internazionale Città di Sarzana (2020). Ha pubblicato un’opera teatrale, l’atto unico Briseide (Il Convivio, 2019), per cui ha ricevuto delle segnalazioni di merito e apprezzamenti. Di scritture, di sogni e di chimere è il suo Blog
Al mutar del vento. La vera storia di Arianna, Teseo e il Minotauro è il suo terzo romanzo.
Di cosa parla Al mutar del vento
L’opera narra, in maniera singolare, la storia mitologica di Arianna, Teseo e il Minotauro ed è divisa in tre parti: Monologhi in forma di visioni, Dialoghi di vento e di mare e Narrazioni di terra e di cielo e si conclude con un Epilogo dal titolo Fusione d’amore.
Nella prima parte, attraverso monologhi, l’autrice fa parlare Pasìfae, Minos, Europa, Arianna, Naucrate, Dedalo, Icaro, Teseo e Asterio, i quali danno la propria visione della vicenda.
Nella seconda si occupa di tutta una serie di coppie come Pasifae e Arianna, Europa e Asterio, Naucrate e Dedalo, Padre e Figlio, Asterio e Minosse, Teseo e Arianna.
Nella terza, invece, si concentra sul mito di Arianna che si sviluppa come naturale conseguenza delle prime due parti, quasi fossero la necessaria premessa. In questa ultima parte la giovane donna che si innamora di Teseo, emerge con prepotenza lasciando in chi legge un sogno e nel cuore sensazioni dolci e amare…
Cosa ne penso
Un libro che fa riscoprire la bellezza di un mondo immaginario. Parlare di miti o leggende è sempre affascinante, ma lo è ancora di più se lo si fa con leggerezza e padronanza mitologica, come in questo caso.
Paola Maria Liotta ha rispolverato uno dei miti più̀ dibattuti e indagati di ogni tempo, quello del personaggio ovidiano di Arianna, e lo ha reinterpretato trattandolo con benevolenza e gioiosa curiosità.
Nel mito greco, Arianna era la principessa dell’isola di Creta, figlia di Minosse e Pasifae. Gli abitanti di Atene, sottomessa a Creta, erano costretti ad un orribile tributo: dovevano dare sette ragazzi e sette ragazze ad un terribile mostro, il Minotauro, come pasto annuale. La creatura era Asterio, il fratellastro di Arianna, ed abitava nel labirinto/palazzo di Cnosso.
Per due volte Atene aveva pagato il tributo imposto da Minosse ma, alla vigilia della terza, aveva deciso di porre fine a questa disumana tradizione inviando a CretaTeseo, figlio del re Egeo, per uccidere il Minotauro. Teseo era di straordinaria bellezza e Arianna si era innamorata subito di lui. Non potendo sopportare l’idea che il giovane, pur riuscendo a sconfiggere il Minotauro, avesse potuto non trovare l’uscita del labirinto, aveva studiato uno stratagemma legando allo stipite della porta di entrata l’estremità̀ di un gomitolo di lana che il giovane doveva tenere con sé per ritrovare la strada del ritorno.
Il mito continua poi con Teseo che uccide il Minotauro, esce dal labirinto e, dopo una notte d’amore con Arianna, la abbandona per far ritorno a Atene.
Pur mantenendo la struttura conosciuta della storia e una scrupolosa aderenza al mito, l’autrice rivede e corregge, fra gli altri, anche il rapporto tra Arianna e Asterio. Non c’è alcun tradimento nei confronti del fratellastro che lei non vuole vedere ucciso, ma finalmente libero.
Ecco che Paola Maria Liotta mette in evidenza tutto il lato umano della giovane che ama il fratellastro e soffre per il suo
allontanamento ad opere del padre tiranno. Emergono in lei dolorose solitudini e sofferenze dovute ai difficili rapporti, per motivi diversi, sia con il padre che con la madre. Ma Arianna non è il solo personaggio ben indagato psicologicamente. Anche tutti gli altri sono tratteggiati nelle loro caratteristiche più intimi e le vicende sembrano passare in secondo piano rispetto ai loro aneliti e sensazioni più nascoste.
Un’impresa non facile quella di rendere credibile e attuale tutta una serie di figure che si muove in un’epoca non definita e intreccia avventure con eroi, divinità, esseri antropomorfi spesso onnipotenti o immortali, in un dedalo di tradimenti, appetiti bestiali e sacrifici umani.
Eppure l’autrice riesce mirabilmente a restituirci una storia che, anche grazie ad una scrittura che si plasma perfettamente alla vicenda mitologica, ci tuffa sì in un universo delle meraviglie, ma ci appare anche straordinariamente reale.
Volgi la tua nave, Teseo, e torna indietro al mutar del vento… dice Arianna disperata per l’amore perduto, nelle Heroides di Publio Ovidio Nasone.
Ed è una giovane donna disperata quella che invoca l’amato o piange per la tortura inflitta al fratellastro. Non c’è niente di divino in questi sentimenti dove ognuno di noi può riconoscersi.
Ma qui c’è ancora di più. Arianna, si chiede l’autrice, è stata davvero abbandonata oppure è stata lei stessa a incoraggiare Teseo alla partenza, perché destinato a qualcosa di più grande? Ha forse preferito rimanere accanto al vecchio e tormentato padre? O addirittura è stato Dioniso, dio dell’ebrezza, a intimare Teseo di abbandonarla?
La scelta della figura femminile per rappresentare lo stato d’abbandono è emblematica, perché sottolineava il potere maschile e la posizione di sudditanza della donna nei confronti dell’uomo, detentore del potere sociale e culturale nelle società patrilineari.
Pur non potendo scostarsi troppo dal mito, Paola Maria Liotta cerca invece di chiedersi se davvero le cose sarebbero potute andare diversamente e con maestria conclude regalandoci l’immagine struggente di due innamorati che vibrano negli spazi siderali per l’eternità.
Al mutar del vento è colto, scritto bene e ricco di fascino: un bel libro!