Lo scrittore Alessandro Pugi ci parla dei suoi romanzi
Alessandro Pugi vive nella splendida isola d’Elba, in Toscana, ma per molti anni ha lavorato nel carcere di Grosseto come Ispettore capo di polizia penitenziaria.
Ora, si dedica alla scrittura a tempo pieno ed i risultati si vedono… Scrive un romanzo dietro l’altro ottenendo successi di critica e pubblico. Scrittore poliedrico e curioso, è uscito recentemente in libreria con Il sussurro del diavolo un romanzo che ha subito ottenuto importanti riconoscimenti.
Per chi lo conosce, quest’ultimo successo non è però una sorpresa. E’ facile innamorarsi dei suoi romanzi. Narrano di persone come noi: carne, ossa e cuore. Soprattutto cuore. Anche nella vicenda più buia, crudele, fantasiosa o spietatamente reale, non manca mai quel pizzico di sentimento capace di suscitare emozioni e partecipazione totale in chi legge, quasi una commozione estetica. Una dote che difficilmente si acquisisce con il tempo o con la tecnica.
Anche in quest’ultima storia, che si snoda tra Milano, Roma, Madrid e San Paolo del Brasile, l’autore non perde di vista il lato umano e la caratterizzazione dei personaggi, pur nell’ottima costruzione di una spy-story che si ispira ad alcuni tragici eventi come Ustica, la strage di piazza Fontana, l’uccisione di Falcone e Borsellino e la trattativa Stato-mafia. Cosa coraggiosa e non facile, in un momento dove i noir e i gialli tendono sempre più a diventare appetibili sul piano dell’intrattenimento, meno su quello dell’aderenza alla realtà.
Tra inseguimenti, false piste e omicidi, il protagonista capirà che niente è come sembra, tutto è sfuggente come il mercurio… ma anche che esiste qualcosa di più terribile e pericolosa persino dei nemici: la verità.
8 romanzi in 10 anni, un ritmo da maratoneta. Dove trovi sempre nuove ispirazioni, attingi dalla realtà o spazi esclusivamente con la fantasia?
In realtà i romanzi nei quali ho scritto la parola fine sono 16 e sto ultimando il 17° e il 18°. Questo perché amo scrivere e continuo a farlo senza pensare a pubblicare o al commerciale. L’ispirazione è una cosa che non mi manca. Spesso arriva incanalata da una notizia del tg, a volte si presenta improvvisa, come una scintilla che accende un fuoco. Raramente sono rimasto a secco… C’è sempre qualcosa che mi frulla per la testa e che subito metto su carta, magari riprendendola dopo mesi e iniziando a contornarla di parole e personaggi.
Inizi nel 2010 con un The Spanners, un fantasy/thriller, e prosegui con romanzi più introspettivi quali Come il volo di una farfalla o Il cercatore di stelle. Dunque, non solo thriller…
Sì, ho scritto fantasy, thriller, romanzi romantici o d’attualità, spy story. Mi sono cimentato, e ancora lo faccio, con generi diversi e questo magari può spiazzare il lettore, ma fa parte di me sperimentare, non chiudermi in un solo genere.
Ha qualcosa di diverso dagli altri Il sussurro del diavolo?
Un romanzo scritto di getto nel 2012 che ha preso spunto dalle immagini di un film e da alcuni tragici eventi che hanno caratterizzato il nostro Paese. Ci sono molti lati oscuri nella politica.
Così è nata l’idea di una spy-story che vede protagonista proprio un Homegrown, un cittadino italiano nato da genitori stranieri. Un agente dei Servizi, incaricato, suo malgrado, a investigare su una strage che appare un atto terroristico, ma che invece nasconde verità innominabili. Ne è nato un romanzo di forte impatto sociologico criminale.
Tu vivi all’Isola d’Elba, un luogo magnifico e l’ambiente influisce molto sulla nostra vita. E’ fondamentale anche nei romanzi per evocare uno stato d’animo e far interagire i personaggi con il luogo. Quanto è importante per te l’ambientazione?
Solo L’origine del male è stato ambientato nell’Isola d’Elba. Credo che sia necessario dividere l’ambiente in cui si vive dalle pagine dei romanzi. Quando metto su carta un personaggio, ho bisogno di farlo esistere in un ambiente asettico rispetto a quello della mia realtà. Voglio che viva di vita propria e non sia condizionato dai ricordi, dalle immagini, dai posti in cui vivo tutti i giorni. Non so se questo sia giusto o meno, come modalità di lavoro, ma a me riesce più facile.
Se tu dovessi scegliere tre colori per descrivere i tuoi romanzi, quali sceglieresti e perché?
Il rosso: colore dell’amore, del cuore, della forza e della sensualità, perché nei miei romanzi c’è molta passione sia nel tratto dedicato all’amore tra i personaggi, sia in quello evidenziato nell’affrontare tematiche importanti come il razzismo, la disabilità, la violenza sulle donne.
Il verde: colore della natura, della vegetazione, della rinascita, dell’onestà, perché molti dei miei personaggi rinascono dalle proprie ceneri e le ambientazioni spesso sono foreste, boschi, paesaggi di campagna.
Il viola: colore della magia, del mistero, del sogno, della metamorfosi e spiritualità. In ogni mio romanzo c’è un rimando alla religione, al mistero, ai sogni, indicati come catalizzatori della verità o della menzogna.
Alessandro Pugi nasce nel 1972 a Portoferraio, Isola d’Elba, dove tutt’ora vive insieme alla moglie Cinzia e al figlio Deniel Nicolas. Diplomato perito commerciale, una carriera nella polizia penitenziaria come ispettore capo.
Ha pubblicato: The Spanners 2010, Il colore del cielo, l’Aquila, il Falco e il Cigno 2012, premiato al premio internazionale Pegasus Cattolica, Il Tredicesimo zodiaco 2012, La sottile linea del destino 2014, Come il volo di una farfalla 2016, finalista Premio Regione Abruzzo, Il cercatore di stelle 2018, premiato al Premio Michelangelo Buonarroti, L’Origine del Male, 2018, vincitore del Books for Peace 2019, Premio della giuria al Milano International, premiato al Premio internazionale Michelangelo Buonarroti, 3° al Premio La voce dei Poeti e Il sussurro del diavolo 2019, premiato al Premio Unitì per la legalità e finalista per il noir al concorso nazionale Giorgione Prunola di Castelfranco Veneto (TV).
Fra gli inediti Quello che non sai di lei 1°posto al premio Amori sui generis Città di Grosseto 2019 e La quiete dopo la tempesta, 2° posto premio Lexenia Arte e Giustizia 2019.
- Questa intervista potrete anche trovarla sul numero di maggio 2020 della rivista Maremma Magazine