Amy – vita di Amy Winehouse, parla la sceneggiatrice
“La vita è breve. Può succedere di tutto, e di solito è così, quindi non serve a nulla stare fermi a pensare a tutti i “se” e i “ma”.
(AMY WINEHOUSE)
Dopo l’intervista all’illustratrice Liuba Gabriele ecco, come promesso, quella alla sceneggiatrice Lorenza Tonani. Questo formidabile duo ha realizzato il superlativo Amy – vita di Amy Winehouse.
Lorenza Tonani è laureata in Storia dell’Arte e lavora nel mondo artistico da diversi anni come curatrice. Nel 2011 fonda la casa editrice Hop! di cui è direttrice editoriale.
E’ autrice di tutti i testi della collana “Per aspera ad astra“, del testo di “Amore mio illuminato” della collana “20” e co-autrice con Ilaria Bernardini del libro per ragazzi “Facciamo foresta!“, punto di vista di un bambino sulla separazione dei genitori.
Lorenza, ci parli di lei e del suo incontro con il fumetto…
“Lavoravo nell’arte e sentivo il bisogno di creare qualcosa di personale. Ho incontrato nel 2010 le vignette di Pénélope Bagieu sul web e me ne sono innamorata. La casa editrice è nata così, con l’idea di portare il fumetto al femminile in un momento in cui in Italia non era così di moda… Hop! è stata pioniera in questo senso”.
Direttrice di una Casa Editoriale, cosa non facile…
“Come direttrice editoriale cerco di seguire un filone preciso nei contenuti, ponendo le scelte formali a metà strada tra fumetto e illustrazione. Trovo sempre le biografie illustrate della collana Per aspera ad astra definite come graphic novel. Nella mia intenzione sono nate come picture book (albi illustrati) per un target adulto. Quindi con tavola doppia e testo sovrapposto.
Un testo naturalmente più lungo di quello riservato agli albi per bambini, trattandosi di tappe di una vita spesso molto densa di avvenimenti e sentimenti. Ci sono però molti fumetti che stanno modificando il concetto di gabbia, con diverse immagini a tutta pagina e flusso di pensiero in didascalia. Per cui accetto anche la definizione di graphic novel“.
E l’idea di creare un book dedicato alla cantate inglese Amy Winehouse, com’è nata?
“Come undicesima uscita della collana “Per aspera ad astra“, che alterna miti del passato come Chanel e Frida Kahlo a figure contemporanee come Marina Abramovic e Madonna, mi sembrava che Amy potesse rappresentare bene quello che è il nucleo concettuale della collana, il connubio tra talento, sofferenza, riscatto. Purtroppo con l’epilogo più triste tra le protagoniste della raccolta”.
Quanto è stato complesso realizzare una sceneggiatura basata su un’artista come Amy Winehouse?
“Leggo biografie, edite da case editrici più vicine al mondo musicale per non tralasciare l’aspetto tecnico, accanto a biografie più coinvolte, come quella del padre Mitch. Ragiono per sintesi, rielaborando letture e fonti, scegliendo 40 tappe (questo il format della collana) fondamentali di una vita. E scrivo un testo che lasci modo all’illustrazione di colpire nel segno, in termini di emotività. Sono vite illustrate. Per questo all’illustratore è dato il privilegio del nome in copertina”.
La potenza della voce di Amy la paragonerebbe a quale opera del Rinascimento?
“Mi sposterei un po’ più avanti e direi La Giuditta e Oloferne di Caravaggio, per i toni, il buio e gli squarci di luce. Per il coraggio e per il taglio netto con il sistema discografico”.
Progetti per il futuro?
“Continuare la raccolta delle biografie e portare avanti la collana 20 che, riproponendo il formato delle biografie illustrate, prende avvio questa volta da un tema (dall’amore, alla moda, al mistero) e lo sviluppa intorno a diverse personalità della cultura, del costume, della società”.