“Avanti, entra” di Michele Mirenna
Per la rubrica Parlano i lettori pubblichiamo la recensione che ci è stata inviata da un nostro lettore, Stefano Mecchi, relativa al romanzo Avanti, entra di Michele Mirenna.
Chi è Michele Mirenna
Cantautore/scrittore nato a Paternò il 12 luglio del 1990. Reduce da due lavori letterari quali: “La vita è strana” (una raccolta di poesie e pensieri) e il romanzo “Scrivendo la mia strada”. Il 31 ottobre 2019 per lui significa l’uscita ufficiale del suo terzo lavoro nonché secondo romanzo, che porta il titolo di “Avanti, entra”.
Recensione
A differenza del precedente, questa storia ha colori apparentemente più cupi. Ad una prima occhiata infatti, sembra incentrarsi pienamente su atmosfere macabre al limite dell’horror estremo, sfociante nel genere tanto osannato dagli appassionati e criticato dai meno audaci, conosciuto come splatter.
Di quest’ultimo infatti quasi da subito se ne può assaporare una spolverata elegante che coglie lo spettatore con pregevole sorpresa. Senza mai infastidirlo. Perché appunto, si rivelerà essere solamente un bel vestito da togliere poi a fine serata, dando spazio a qualcosa che per i ricercatori ed estimatori del genere thriller/psicologico, renderà tutto il più soddisfacente possibile. Appagante sotto ogni aspetto.
Tutto ciò infatti, è soltanto una primissima conoscenza che l’autore rende appetibile grazie al suo stile, di quella che in realtà si evolverà come una potente introspezione di Davìd Satèn. Il personaggio descritto da Michele Mirenna, sembra accusare un disturbo anomalo tra i pazienti dell’istituto del Phelipe Moròn. Egli infatti, appare incapace di provare e dunque manifestare qualsiasi tipo di emozione.
Noi lettori, attraverso il Dott. Carl Versintièn, ci ritroveremo dunque a ripercorrere i fatti che lo hanno portato a vivere questa condizione, che in qualche modo ha condannato Davìd ad un’esistenza grigia e priva di qualsiasi forma di rapporto umano.
Il romanzo è un lento (mai noioso) scoprire fatti, eventi e ricordi passati tra gli scenari di una Francia in parte completamente ricreata da zero dall’autore stesso, con qualche eccezione nei riguardi di mete conosciute nel mondo come luoghi di anticonformismo sociale.
Il punto di forza di “Avanti, entra” però, è proprio la realtà vissuta dai personaggi. Mai scontata, prevedibile e soprattutto naturale nel suo evolversi. Con questo però, si arriverà ad un certo punto della storia in cui numerosi dubbi e certezze di star davvero comprendendo tutto, busseranno alla nostra porta e nemmeno con troppo riguardo.
Infatti, quello che si identifica come il punto più robusto dello stile narrativo di Michele Mirenna, può allo stesso tempo rivelarsi troppo profondo per tutti quei lettori che non hanno così tanta voglia di star lì ad interpretare i “dettagli”. Come biasimare dunque, colui che in alcuni frangenti, sentirà il bisogno di tornare pagine indietro ed esser sicuro di aver letto correttamente. Sarà normale che accada. Così come lo stesso lettore che vorrà di proprio gusto rileggere alcuni punti perché certo di poter scoprirne sfumature, che renderanno quella lettura ancora più preziosa di quanto già si possa percepire essere.
A voi la scelta dunque in completa libertà e senza timore di sembrare troppo superficiali o esageratamente “nerd” a riguardo.
La cosa certa però, è che l’epilogo di questa storia, saprà regalare qualcosa di veramente sottile soltanto a chi diventerà parte del mondo all’interno dell’istituto Phelipe Moròn.
Michele Mirenna plasma questo racconto in maniera del tutto personale. Forse con la presunzione di far passare per scontate alcune sue caratteristiche narrative, nonostante sia soltanto al suo secondo romanzo e non possa godere ancora di cotanta credibilità.
Prova a scrivere una grande storia che sappia incutere la paura nell’intimo del lettore, a tratti ci riesce, forse anche con troppa crudezza. Con la stessa maestria che ricorda i grandi autori del genere, dal quale sicuramente avrà preso ispirazione.
Il suo stile poi, la musicalità letteralmente personalizzata che vuole dare all’andamento del racconto, riescono a staccarlo da paragoni che non gli appartengono e che forse non è giusto fare. Come il personaggio del suo libro, l’autore sta tracciando una linea di ricordi grazie ai suoi lavori letterari e quest’ultimo intitolato “Avanti, entra”, segna un salto di qualità evidente che lo proietta ad un prossimo lavoro nel quale dovrà confermare tale e pretenziosa maturità.
Stefano Mecchi