Christian Biasi e la sua “Celtic Saga”
Chi è Christian Biasi
L’autore nasce a Trento dove vive attualmente dopo numerose esperienze all’estero in Costa Rica, Argentina e Spagna.
Diplomato al Liceo Scientifico, ha frequentato anche la facoltà di Architettura all’università di Venezia. E’ diplomato all’Accademia Italiana Chef come chef professionista.
L’amore profondo per la lettura e la storia antica, l’ha avvicinato alla scrittura, in gioventù con alcuni racconti, poi con veri e propri romanzi. Celtic Saga Libro I Gwenvael il principe luminoso (2017-Indipendently Published) e Celtic Saga Libro II La profezia dei Cavalieri Aquila sono i primi due romanzi di una saga ispirata al mondo celtico.
Di cosa parla
Celtic Saga Libro II La profezia dei Cavalieri AquilaNel Libro I Gwenvael il principe luminoso prende l’avvio la storia della saga. Siamo nel 407 a.C. e a Cintugeno, capo del clan dell’Aquila dei Galli Cenomani, viene profetizzato che un grande pericolo è ormai alle porte. Il suo successore, Etitovius, capisce che quella profezia è più vera che mai: i soldati romani si stanno avvicinando minacciosi per distruggere il loro popolo.
Non resta quindi che difendersi e scappare. Anche il protagonista, Gwenvael, i cui genitori Etitovius e Athesia sono stati uccisi dai Romani, lo farà e dopo varie peripezie giungerà sulle coste della Parisia, nella misteriosa Britannia.
Con grande valore combatterà uomini e misteri e, grazie ad un’altra profezia diventerà Rìgh dei Parisi.
Nel frattempo Balor, il dio-demone bandito dai loro dèi, i Luminosi, si sta risvegliando ed è pronto anche lui alla battaglia. Per questo Gwenvael va in Irlanda. Là legherà il suo destino a quello della principessa Árainn Ailìs, con la quale sembra riuscire a creare un momento di serenità per il suo popolo.
In questo secondo libro, La profezia dei Cavalieri Aquila, la storia prosegue. Siamo nel 42 a.C. e non sono sufficienti gli sforzi di Gwenvael e Ailìs per garantire la serenità, perchè nemici di tutte le specie non cessano di tramare contro di loro e l’umanità. Tantissimi sono i personaggi che combatteranno per, e contro, la pace: figure storiche, i triunviri romani Ottaviano e Marco Antonio per esempio, ma anche mitologiche come Re Frödhi dei Daner e Re Fjölnir degli Svear. Non mancano nemmeno i poteri oscuri, le forze maledette e arcane a complottare, come il temibile dio Balor che si sta per risvegliare:
«É il nostro compito preparare il suo ritorno! Ci vorranno innumerevoli giri di ruota, centinaia, o forse migliaia! Perché l’unico modo in cui egli possa tornare, è che noi riusciamo a rompere la circolarità del tempo, e che esso diventi lineare, così da permettere a Balor di attraversare la barriera, che lo tiene al di fuori di questo piano dell’esistenza!»
E nonostante l’aiuto dei druidi, dell’ordine dei Cavalieri Aquila e di importanti alleanze, per Gwenvael e la sua sposa Ailìs non sarà per niente facile sconfiggere il male portato dagli eserciti e dalle forze dell’occulto per la conquista della supremazia.
Cosa ne penso
La profezia dei Cavalieri Aquila è un fantasy e, come molti, difficilmente definibile.Tuttavia, potremmo definirlo un fantasy storico con forti connotazioni mitiche/medioevali.
L’autore ambienta infatti la vicenda in un preciso momento storico di cui ne trasmette lo spirito, gli usi, i costumi e i comportamenti attraverso dettagli realistici e, in alcuni passaggi, anche con aderenza a fatti documentati. Tra i personaggi figure
realmente esistite e di pura invenzione.
Sono però gli aspetti mitici legati alla leggenda (cultura, folklore, mitologia celtica) e medievaleggianti (presenza di re, regine, principesse, cavalieri, castelli) a prevalere su quelli più strettamente riconducibili alla storia che comunque è ben resa nella sua realtà dell’epoca.
Chiaro e ben imbastito, questo romanzo ha tutte le caratteristiche per essere letto agevolmente, cosa che non accade spesso soprattutto nei fantasy che hanno tanti personaggi e trame elaborate. Biasi ha intelligentemente inserito, all’inizio, un indipensabile riassunto del primo libro, la mappa dove si svolgono le vicende, la genealogia e, alla fine, un glossario che permette di capire meglio il significato di parole e locuzioni oltre che un prezioso indice dei personaggi che aiuta moltissimo a districarsi nella giungla dei nomi.
Questo romanzo si base su una certosina ricerca storica che traspare ovunque, rendendolo una lettura non soltanto fantasiosa, ritmata e piacevole, ma anche colta.
L’azione, gli scontri, gli intrighi di palazzo e le fughe sono al centro del plot che però non si risparmia quando si tratta di trattare legami d’amore, di amicizia e scene familiari. L’intreccio riesce a miscelare con coerenza questi ingredienti che rendono la storia più credibile e appassionante, conferendole quel tocco di passione e umanità che non guasta.
«Lui sapeva che Ailìs era preoccupata, ma non per gli stessi motivi suoi. Era la prima volta che lei si staccava dai bambini, sapeva che erano al sicuro affidati alle cure di Lughaid e Derbforgaill, e di tutta la loro corte a Temair, con Tormaid ed Etione a sorvegliare sulla loro sicurezza, ma lei non poteva fare a meno di essere in pena. »
I personaggi sono ben caratterizzati, convincenti, credibili, dotati di personalità e non risultano mai funzionali alla trama che, al contrario si sviluppa per essere loro congeniale.
Tra realtà storiche, rituali, miti, leggende ancora in grado di affascinare, un romanzo ben scritto che appassiona, riportandoci indietro nel tempo e solleticando i nostri istinti più atavici, adatto non soltanto agli appassionati del genere, ma a tutti coloro che vogliono trascorrere qualche momento di relax non proprio fine a se stesso.