‘Che non si sappia’ nuovo romanzo di Ausilio Bertoli
Che non si sappia
di Ausilio Bertoli
(Bertone editore, 2023)
Chiè Giuseppe Ausilio Bartoli
Giuseppe Ausilio Bertoli vive tra Grumolo delle Abbadesse (Vicenza), dov’è nato nel 1945, e Limena, in provincia di Padova.
Giornalista, insegnante, assistente universitario , è laureato in Sociologi a con la tesi Tipologia della comunicazione aziendale , pubblicata nel 1976 dal relatore Enrico Mascilli Migliorini nei Quaderni di sociologia della comunicazione .
Ha lavorato come responsabile delle relazioni esterne per la Cassa di risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona , ha collaborato con varie testate, tra cui Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza, La Voce dei Berici, Veneto ieri oggi domani e con il blog Letteratitudine.
La sua passione per la scrittura è nata negli anni ’60, con la pubblicazione di alcuni racconti e l’arrivo dei primi riconoscimenti per la sua ricca produzione, pubblicata in gran parte sulla rivista letteraria L’immaginazione e sul Giornale di Vicenza. Tra i vari premi ricevuti, Bertoli è stato insignito del premio alla carriera al concorso De Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca.
Oltre a romanzi e racconti (raccolti nelle antologie Gente tagliata , Giostra mentale e Veneti in controluce ) ha scritto anche saggi sul tema della comunicazione e il reportage Rosso Africa . Nel 2014 ha pubblicato il romanzo L’istinto primo (Pequod), seguito nel 2017 da Un mondo da buttare (Pequod) e dall’ultimo “ Che non si sanno ” (Bertoni, 2023).
Di cosa parla il libro
Borgonero è un piccolo centro abitato della provincia veneta dove vive il protagonista della storia, il sessantenne Italo , laureato in economia e cassiere di banca da poco in pensione. Diviso tra l’attaccamento al suo paese, dove vive anche l’anziana mamma, e l’amore per la compagna Helena , che invece lo vorrebbe con sé a Klagenfurt, in Carinzia, Italo è un impegnato nella vita cittadina e attento osservatore di quello che accade. Tanto che gira sempre con un piccolo taccuino su cui annota fatti, pensieri e riflessioni che la sera trasferisce nel blog chenonsisappia.com .
È il suo personale contributo a tirare fuori quanto sta accadendo nel piccolo borgo (nel blog chiamato Buconero ) che presto si rivelerà molto più marcio di quanto lo stesso Italo poteva immaginare: la vita del paese è di fatto in mano a un malavitoso , Melito , che, con la connivenza di alcuni amministratori locali, gestisce loschi traffici di droga e prostituzione tra l’Italia e la Bulgaria .
È Eva, la figlia di un amico di Italo, a scoperchiare il vaso di Pandora facendo emergere storie di ricatti, estorsioni e abusi sessuali, perpetrati dallo stesso Melito e dai suoi scagnozzi ai danni di tanti concittadini. Lei stessa e la sua amica Lucrezia sono vittime di violenza anche se Eva, devastata dalla vergogna, rivelerà quello che le è successo solo alla fine.
Italo sempre più sconvolto di fronte al degrado in cui il suo paese sta annegando, continua invano a denunciare quello che accade dalle pagine del suo blog. Poi, impotente di fronte ai silenzi, le omertà e le paure dei suoi stessi concittadini decide di trasferirsi in Carinzia da Helena.
Ma i guai di Borgonero lo inseguono fino a Klagenfurt e a quel punto Italo deve risolvere il proprio personale dilemma, finché l’imprevedibile corso degli eventi non ci mette lo zampino.
Che cosa ne penso
Italo, Eva, Lucrezia, il professor Barale, il parroco, il corrotto assessore Gino Gianferrulo, Laura Talli, la dottoressa Mantovan e tanti altri personaggi di primo e secondo piano che ruotano intorno al protagonista, Italo. Sono loro che fanno del romanzo Che non si sappia un grande affresco in chiave sociale della provincia italiana ai nostri giorni.
Siamo nel Nordest, ma potremmo essere ovunque: anche qui l’economia ha calato una marcia, il degrado morale si espande come un cancro, alimentato dalla malavita, che ha stracciato i confini delle aree più depresse del Paese per installarsi ovunque si apra uno spazio di manovra. Non a caso, Italo, sul suo blog, definisce Borgonero una Gotham City, «perché non si sa bene quando sia avvenuta la trasformazione da luogo tranquillo e sereno a regno del peccato. Pensateci: Gotham è sempre stata così nera? Nessuno ha ricordi in merito, ma tutti accettano il cambiamento come se fosse naturale», scrive.
Quello di Ausilio Bertoli è un romanzo sociale, di costume, narrato in prima persona dal protagonista, disarmato di fronte alla trasformazione del suo paese, alla quale tutti sembrano essersi assuefatti, chi perché ne ha tratto un qualche vantaggio, chi perché ha paura. E sono i più. Come l’autore stesso ha precisato, il romanzo «non dà risposte, ma solleva i dubbi le domande giuste».
È, infatti, l’anima del sociologo quella che viene fuori tra le righe . È il bisogno di raccontare eventi, talvolta forzatamente esagerati, dove tutto sembra svolgersi sotto gli occhi impotenti o indifferenti dei cittadini (le intimidazioni, i maltrattamenti degli immigrati, le violenze sessuali sulle ragazze del paese e sulle tante sciagurate che si ritrovano loro malgrado nel giro della prostituzione e del porno) che non vogliono o non ce la fanno a reagire. Lo sanno già che sono destinati a perdere la loro battaglia contro il malaffare.
L’unica soluzione è andare via. Lo fa Lucrezia, è il sogno di Eva , lo fa Italo. Oppure restare e subito. È un circolo vizioso che trascina verso il basso chiunque tenti di reagire, da Italo all’assessora Laura Talli , e che annega nell’isolamento e nella solitudine chi, al contrario, non ha più la forza di opporsi.
Eppure Bertoli lascia aperta una via alla speranza e al riscatto : cercare nelle proprie radici i semi per far germogliare la rinascita, personale e sociale. Si sente nella seconda parte del libro, si legge nelle parole del protagonista, si percepisce nell’aumento del ritmo, che fa assumere alla storia i contorni del thriller, con un finale inaspettato.
Che non si sappia è sicuramente un libro da leggere che ci porta a compiere un viaggio all’interno del male . Scritto con chiarezza e un linguaggio semplice, corretto e senza sbavature, « costringe il lettore – si legge nella presentazione del libro – a porsi domande di estrema attualità: ha senso, oggi, combattere contro le ingiustizie? Come sopravvivere a una realtà dominata dall’egoismo e dal danaro? Vieni a convivere con la violenza? Dove ci condurrà la sette di potere? Nella narrazione e nelle riflessioni personali, Bertoli cerca di dare risposte plausibili da studioso, qual è, dei fenomeni sociali ».
Recensione a cura di Lina Senserini , docente e giornalista.