Chi mai in qualche dove, esordio di Andrea Carloni
Chi mai in qualche dove
(& MyBook editore, 2019, 72 pp, euro 9,50)
Chi è Andrea Carloni
Romano, classe 1977, Andrea Carloni, vive e lavora da circa 15 anni in in provincia di Vicenza dove si occupa di trasporti. Grande appassionato di lettura, in particolare di racconti, si ispira molto a celebri raccolte tra cui Borges, Faulkner, Hawthorne, Kafka, Poe.
Edito da &My Book, è una antologia di esordio e raccoglie alcuni dei suoi racconti premiati nei Concorsi letterari sul territorio nazionale. Sta attualmente lavorando al suo primo romanzo. Gestisce il canale video su Youtube “Ritratto di Ulisse”, basato sull’omonimo romanzo di James Joyce.
Di cosa parla il libro
Il libro è una raccolta di sei racconti, vincitori di altrettanti Premi letterari in Italia tra il 2015 e il 2018, che l’autore ha deciso di riproporre in questa particolare edizione : “Dead ringers”, primo classificato al premio letterario “Gustavo Pece 2018”, Roma; “Un incontro con il maestro Hisham”, premio speciale della critica al concorso letterario “Sima Onlus 2018”, Milano; “Breve storia di Jimmy Late”, primo classificato al Concorso letterario “& MyBook Anthology 2017”, Vasto (CH); “La scommessa”, primo classificato concorso nazionale “…Adesso raccontami Natale 2018”, Salerno; “Il padre”, premio speciale unico per il Veneto al concorso letterario “Ambiart 2015”, Milano; “Non guardare verso il mare”, primo classificato premio letterario “Donna sopra le righe 2018”, Siena.
La morte e la famiglia (Dead ringers), la ricerca, il viaggio e le domande senza risposta (Un incontro con il maestro Hisham), il futuro distopico (Breve storia di Jimmy Late), le debolezze umane e la paura (Il padre), la fede e l’imponderabile (La scommessa), l’amore e la malattia (Non guardare verso il mare) sono i temi trattati in questi sei racconti che si intrecciano, pur nella loro diversità, in un ritratto dell’uomo e del suo mondo, come è stato e come potrebbe essere, dell’inutile tentativo del genere umano di cercare risposte agli interrogativi della vita.
Cosa ne penso di Chi mai in qualche dove
“…Perché mai un autore dovrebbe lasciarsi sfuggire l’occasione di conquistare anche un solo ascoltatore?”. Si apre con questa
citazione da “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij, la raccolta di racconti firmata Andrea Carloni.
Ma il titolo del libro va oltre la citazione. È una domanda che di certo si annida nella mente di chiunque affronti l’esperienza della scrittura, immaginando un lettore ignoto che scorrerà le righe della storia: quali esperienze avrà vissuto, quanti anni ha, cosa gli ha riservato la vita, se ha conosciuto l’amore, se cerca risposte metafisiche alle domande esistenziali, se ha sofferto. E cosa cercherà quel lettore ignoro tra le pagine del libro?
Chi inizia a leggere un romanzo o un racconto si appresta a fare un viaggio – o più viaggi se sono più racconti – a incontrare persone, a visitare luoghi, a conoscere nuovi odori e nuovi sapori, a sentire altre emozioni. A vivere, in sintesi, altre vite in un mondo sconosciuto e in un tempo indefinito. Un viaggio a termine del quale si sarà arricchito di nuove esperienze che lo accompagneranno a lungo nella sua vita reale.
In fondo è questa la forza dei libri. Qualcuno ha detto che “che le rose, l’arte e i libri non sono commerciali, non producono consumo né danaro. Ma…senza rose, senza arte, senza libri…siamo perduti!”.
Leggendo i racconti di Andrea Carloni si ha proprio questa certezza, che senza la bellezza saremmo perduti. La bellezza di un fiore, di un’opera d’arte o di quelle pagine di carta frusciante dall’inconfondibile odore di libro – si perché va bene l’ebook, ma il fascino della carta è un’altra cosa – nelle quali immergersi nelle giornate di pioggia, la sera prima di dormire, su una spiaggia assolata, in treno…
Ma in questa raccolta c’è qualcosa in più del puro piacere della lettura. Ci sono gli argomenti che l’autore lascia cadere come se fossero piume, ma che arrivano a terra con la pesantezza del piombo: il primo è la morte, il mistero su cui, insieme alla nascita, l’uomo si interroga da quando ha sviluppato la capacità di pensare. La morte di una persona amata, di un animale, di un fratello (uno dei due gemelli nel racconto “Dead ringers” che apre la raccolta), che accada per una malattia (“Non guardare il mare”), per noncuranza, per distrazione (il cavallo del racconto “Il padre”) e che è sì la fine della vita, ma può anche essere la fine della sofferenza e la rinascita in un altro mondo e in un’altra forma.
Alla morte si accompagna la paura dell’ignoto e la ricerca di risposte che non ci sarà dato avere (“La scommessa”), l’affannoso desiderio di capire che spinge gli uomini ad andare oltre, spesso inutilmente, la semplice esperienza sensoriale. Ma a che prezzo!
In fondo, il mondo è cambiato, il progresso ha portato benessere, si vive più a lungo, ma non è detto che si viva meglio.
Perché l’uomo alla fine ha bisogno di cose semplici. Può andare bene un mondo sotto controllo, dove le malattie sono debellate, dove l’ingegneria genetica produce solo bambini sani. Poi, per qualche invisibile bug nel sistema, ecco che esce fuori un Jimmy Late, imperfetto per lo standard del futuro distopico narrato dall’autore nella “Breve storia di Jimmy Late”, ma che proprio per quella sua imperdonabile imperfezione fisica nasconde la grandezza della libertà e della creatività che nessun codice genetico precostituito potrà mai riprodurre.
Una raccolta di racconti sicuramente consigliata a tutti!
(Recensione a cura di Lina Senserini, docente e giornalista professionista)