“Cose da bambini” ottimo esordio di Toni Brunetti
Cose da bambini
di Toni Brunetti
Planet Book Edizioni
Chi è Toni Brunetti
Dopo la maturità si iscrive a Filosofia, però abbandona a metà percorso, per studiare grafica e illustrazione. Esordisce nel mondo del lavoro come Illustratore, ma presto viene attratto dal video, diventando regista e autore.
Nel 2011 è tra i fondatori di Kubrik Communication, agenzia di comunicazione, di cui è direttore creativo. Lettore onnivoro, ama il cinema, l’Inter, la storia del ‘900 e gli animali. Ha scritto racconti e sceneggiature. Cose da bambini, pubblicato nel 2021, è il suo primo romanzo.
Di cosa parla il libro
Cose da bambini. O forse sarebbe meglio dire cose da grandi, perché a 11 anni può capitare di dover crescere molto in fretta, lasciandosi alle spalle la spensieratezza dell’infanzia, le certezze della comfort zone familiare, per affrontare le paure più profonde, le incertezze per il futuro, il mondo fuori che a volte può essere anche molto cattivo.
È la sintesi della storia di Marco Berni, undicenne milanese, protagonista del libro ambientato nella periferia meneghina tra il 1969 e il 1970. Anni bui e difficili per tutto il Paese alle prese con nuove dinamiche sociali che di lì a poco sfociano negli Anni di piombo del terrorismo rosso e nero.
Marco vive la sua vita di ragazzino tutto calcio e fumetti, in una famiglia dai rapporti difficili: una sorella fragile e testarda, un padre irresponsabile e una madre, viceversa, afflitta dalle responsabilità. Per il ragazzino meglio cercare conforto nella filosofia spicciola del suo idolo dei fumetti, Tex Willer.
La situazione peggiora quando i Berni si trasferiscono all‘Anello, un quartiere difficile e violento, dove Marco fa amicizia Edo e il Fotaro e, in 12 mesi memorabili, sarà costretto ad affrontare tutti i suoi fantasmi. La scoperta dell’amore e la consapevolezza della paura di crescere lo spingeranno a compiere un’azione eroica e folle. Quell’impresa diventerà il punto di svolta della sua crescita personale.
Cosa ne penso
Cose da bambini è la storia dell‘innocenza perduta e dell’incredulità che si scontra con la brutalità del mondo.
Un romanzo di formazione e allo stesso tempo un thriller. Lo sfondo una periferia milanese – l’Anello – violenta e spietata, soprattutto con i più fragili. Ambientato tra il 12 dicembre 1969 e il 31 dicembre 1970, racconta una città non certo minore rispetto alla Milano rispettabile e in ascesa, polo di attrazione per generazioni di migranti in arrivo dal sud. Dieci anni dopo, in pieno periodo craxiano, sarebbe diventata la Milano da bere, edonista e spensierata, dei paninari e dei suv infangati ad hoc per fare un giro in centro, muscolare e fragile al contempo.
Tutto molto lontano dalla periferia, dove in un anno si consuma il passaggio veloce di Marco Berni dalla fanciullezza all’età (quasi) adulta, senza passare dalla necessaria adolescenza.
È lui che racconta la storia, in prima persona. «“Ragazzo, tu devi avere più segatura che cervello, nel cranio…” disse la voce di Tex nella mia testa, ben sapendo di avere ragione. Forse anche per questo la mia posizione in casa era strana: troppo piccolo per essere preso in considerazione, troppo grande per non capire che la tensione che covava sempre sotto la cenere rischiava prima o poi di fare divampare un incendio. Ero confuso, preso tra due fuochi e incapace di scegliere per chi parteggiare».
Così Marco si presenta all’inizio del romanzo, nel momento in cui prende confidenza con la nuova casa e la nuova vita, mentre in famiglia sale la tensione tra la sorella Mara, il padre e la madre, che un bel giorno, stufa e avvilita, fa le valige e si chiude la porta alle spalle.
La vita di Marco è un crescendo di emozioni e paure: Mara che cresce e si allontana, i primi turbamenti e il batticuore per Rossana, la ragazzina che frequenta la sua stessa scuola, i sogni di gloria calcistica nella primavera dell’Inter, illusioni e disillusioni. La casuale scoperta che il babbo ha un’altra donna, i mesi di silenzio, il muro sollevato da Marco destinato a sbriciolarsi sul divano in una sera di giugno, davanti alla tv e alla “partita del secolo”.
Intorno a lui e agli amici, Edo e il Fotaro, ruotano tanti altri ragazzini che restano sullo sfondo della singolare amicizia dei primi. Ma ruota anche un mondo di grandi che attrae e spaventa, fatto di tipi strani e inquietanti come Mefisto, il portiere cui Marco affibbia il curioso soprannome perché gli ricorda uno dei personaggi dei fumetti di Tex Willer; poi il vecchio ex ciclista Bido circondato da un’aura di paure, i vicini di casa mentecatti e curiosi come la signora Mascali, conturbanti come la bella signora Lenzi, tra la strage di piazza Fontana e lo scioglimento dei Beatles.
Cosa da bambini, racconta un mondo perduto, un modo di stare insieme tra ragazzi che oggi nessuno più conosce, a metà tra Stand by me (il film) e l’amicizia inossidabile dei protagonisti di The Sleepers.
E forse proprio questa è la forza dirompente della storia che inchioda il lettore ai personaggi, pagina dopo pagina, con la curiosità di andare a vedere “come andrà a finire”, che ne sarà di Marco, se si metterà con Rossana, se i genitori torneranno insieme, se Mara sarà felice, se Giulia tornerà a casa sana e salva. Niente è scontato, né si può anticipare la fine, spoilerarla come si usa dire. Sarebbe un peccato togliere al lettore il gusto di fare capolino nella vita di un ragazzino costretto a crescere in fretta, come il fanciullino di Pascoli, che guarda e racconta le cose con l’innocenza e a volte l’incoscienza dell’età.
E ne combina di cose…cose da bambini appunto, come sembrano non essercene più. Il libro lascia un sottile filo di commozione, quando si gira l’ultima pagina. Vuol dire che l’autore ha colpito ne segno.
Lina Senserini
docente e giornalista