Creatura Nova, la raccolta di poesie di Gennaro Carrano
Segnalo, dopo alcune recensioni pervenute al nostro Blog, la raccolta del giovane poeta napoletano Gennaro Carrano (nella foto a sinistra), vincitore di numerosi e importanti concorsi letterari.
Monika M Writer, così scrive della racccolta:
Poetica è già la copertina che ci introduce ad una lettura che appare di altri tempi .
Creatura Nova si compone di varie poesie che lette in sequenza dipingono un affresco d’altri tempi , ma dal moderno argomento : la violenza sulle donne , quella più subdola consumata tra le mura domestiche .
La narrazione inizia con Verginia che viene abusata dal fratello Adelfo, atto abilmente descritto nella poesia sotto riportata . Nonostante vi sia la versione moderna , riportata a fronte per ogni poesia , non rinuncerete al gusto di leggerla nella versione classica, così musicale.
Seppur breve, il libro è intenso ed emozionante, e avrete la netta sensazione di trovarvi davanti a qualcosa di molto prezioso .
La poesia appar oggi a molti come qualcosa che appartiene al passato , pleonastica. Si crede di poter far a meno di poesia in questa moderna società, io trovo, invece, sia indispensabile. Mi piace, a tal proposito, ricordar le parole di Moravia, rivolte a Pierpaolo, perché mai più si debba rimpiangere un poeta!
“[…] In questo era simile, era un elemento prezioso di qualsiasi società, qualsiasi società sarebbe stata contenta di avere Pasolini tra le sue file. Abbiamo perso prima di tutto un poeta e poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto dentro un secolo! Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta, il poeta dovrebbe esser sacro. Abbiamo perso dunque questo poeta straordinario […]”
Moravia (funerali di P.P. Pasolini )
Avvertenze :
Il libro è si di poesie, ma narra una storia ed è adatto anche a coloro che non sono esperti estimatori .
Controindicazioni :
Vi incanterete a leggere e rileggere strofe… dal sapore antico.
“Violentia”
(nella foto sotto un’opera di Roberta Lanzino)
Sono fièra quel canto molesto
l’ignobile fiera dal tocco nefasto .
Che pena , puella Verginia bella
sentirsi una farfalla che vola , volea
a colui che s’accaffò l’suo giglio , bocciolo parea ,
come bestia infame, fedò col suo bisbiglio .
Elli vedea solo un buco
ella bruco , perdè il suo baco .
Sentì lui , a se stesso , più omo d’un verme ?
Benedetta donna , piucchè pe’l dolor delle membra
ma de’l’alma
di smettere , implorava .
Proprio come chi del potere
sol di chi si mantien la verga
e null’altro,
continuò a trafugar il calice santo .
Bevette ogni goccia de’ le sue lacrime
come pe’ un ubriaco mai sia lece
una goccia di vino rovesciare face .
E non s’arresta . E poi s’arresta .
E poi s’arresta a ‘la luce d’o fragoroso piacere .
Violata la pulzella corica novamente
i lacci de’la vestalia
su ogni spalla .
Piangente s’en va.