“Dante e la tartaruga” esordio di Vincenzo Spinelli

“Dante e la tartaruga” esordio di Vincenzo Spinelli


Titolo: Dante e la tartaruga
Autore: Vincenzo Spinelli
Editore: Il Seme bianco
Formato: cartaceo
Anno: 2019

Vincenzo Spinelli

Chi è Vincenzo Spinelli

Nato a Como nel 1985, di giorno fa il corriere per mantenersi e di notte scrive.

 

Ama il cinema, la letteratura, la musica e le donne, “ma non necessariamente in questo ordine”, ci dice.

 

Fin da piccolo nutre per il cinema una forte passione che lo porta, durante le scuole superiori, a scrivere sceneggiature. Deluso dal risultato di un cortometraggio girato con video-maker, perché (dicono) il video “era un’altra cosa” rispetto alla sceneggiatura, inizia a scrivere i primi racconti.

 

Da lì ai romanzi il passo è breve. Si innamora del periodo surrealista e di tutti quei libri vietati in una determinata epoca, e nel frattempo scopre la stand up comedy e, subito, se ne sente attratto come forma d’arte.

 

Nel 2016 partecipa a un concorso nazionale di racconti e viene menzionato tra i primi sedici. Questo fa scattare in lui la voglia di affinarsi e così partecipa a diversi corsi di scrittura creativa tenuti da Andrea Di Gregorio.

Dante e la tartaruga è il suo esordio in narrativa.

Di cosa parla Dante e la tartaruga

Siamo nella periferia bolognese e una coppia di fidanzati, Dante Chitano e Elena Bugetti, decide di uccidere la ricca e odiosa signora Scalpini di cui Elena è domestica.

I due sono in gravi ristrettezza finanziarie, anche perché Dante non ha grande simpatia per il lavoro e impiega tutte le sue energie nello scrivere, sognando di diventare un famoso scrittore e magari di rilevare la libreria Shakespeare and Company di Parigi.


«Oggi mi è caduta una tazzina del caffè, si è frantumata in mille pezzi ma non l’avevo fatto apposta, avevo le mani bagnate e mi è scivolata. Può succedere, ma a quanto pare faceva parte di una collezione di non so che cosa, e quando la signora Scalpini ha visto i cocci nel cestino è venuta da me con lo sguardo da cattiva e, dicendo “Per tutti i diavoli”, mi ha tirato uno schiaffo forte, ma forte che dovevi vedere e, oltre a tutte le altre offese, mi ha chiamata sgualdrina».


Il piano dei due è quello di fare un falso testamento in cui loro risultino eredi universali. Ce la faranno?

Cosa ne penso

La storia, il concatenarsi degli avvenimenti, prende fin dalle prime battute. La situazione iniziale è infatti subito turbata dalla precisa volontà dei protagonisti di commettere un omicidio. Da quel momento si crea una sorta di tensione narrativa, intervallata dalla descrizione degli stati d’animo di Dante e Elena e dalle citazioni di autorevoli personaggi come Edgar Allan Poe, Dostoevskij e Spartaco, ai quali Dante si rivolge in continuazione come amici e suoi alter ego.

 

Lo schema narrativo riflette quello della narrazione tradizionale: dall’equilibrio iniziale, si passa alle varie peripezie in un crescendo di ansia fino al momento in cui l’azione culmina per raggiungere la conclusione e un nuovo equilibrio, non necessariamente positivo.

 

I personaggi sono sostanzialmente due, Dante e Elena, anche se la perfida signora Scalpini, la padrona di casa e il notaio hanno un ruolo importante e strategico nella vicenda. L’autore ha sottolineato più volte la complessità caratteriale dei due protagonisti che, con enorme superficialità e incoscienza, affrontano le manovre che li porteranno ad uccidere.

Dante è sicuramente la figura centrale. Ambivalente, cinico, indifferente ai sentimenti e alla morale comune, privo di sensibilità e manipolatore. Un individuo all’apparenza debole che sfrutta la propria presunta debolezza per ottenere da Elena ciò che desidera, cioè che uccida per lui. Anche nel rapporto con lei non è in grado di leggerla e comprenderla. Si occupa prevalentemente di se stesso, e la percepisce solo in funzione della soddisfazione dei propri personali bisogni.

Elena appare più fragile, ma non meno superficiale, e sembra vivere in una sorta di dipendenza affettiva senza rendersene conto. A volte appare soggiogata da Dante, altre completamente avulsa da ciò che le sta intorno, leggera e pressapochista.

Dante e la tartaruga è la fotografia di una parte della società, certamente non la migliore, dove impera il Dio denaro e i sacrifici per migliorare e migliorarsi non sono contemplati. Anche le legittime ambizioni di Dante di diventare un apprezzato scrittore, appaiono senza fervore e le aspettative di Elena sono quelle del ceto medio.
Nel suo insieme, al di là della crudezza della trama, è una storia che tende al surreale e che sottolinea, con una perversa ironia, il lato tragicomico della realtà.

Il registro linguistico e stilistico è informale, i fatti sono descritti senza eufemismi, senza giri di parole, ma ciò non disturba, perfettamente consono alla linea del romanzo e nulla toglie al piacere della lettura.

 

Un romanzo quindi che ha un suo perché, che si legge in un soffio e che una volta preso in mano non si può lasciare. Sicuramente piacevole.

 

 


 

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