Il delitto Matteotti in una graphic novel

Il delitto Matteotti in una graphic novel

Riempiamo i granai di democrazia, fratellanza, giustizia sociale. In poche parole torniamo a pronunciare una semplice calda parola. Socialismo. (Bailo Fausto)

Nel 1973 la casa cinematografica Claudia Cinematografica, produsse il film Il delitto Matteotti, una bella opera per non dimenticare la figura dell’antifascista Giacomo Matteotti.
Quarantacinque anni dopo, con un’avvincente graphic novel, la BeccoGiallo lo ricorda come persona che non chinò la testa di fronte alla barbarie del fascismo che aveva preso il potere il Italia.

Firmata dallo sceneggiatore Francesco Barilli, con tavole realizzate da Manuel De Carli (a breve pubblicheremo anche la sua intervista), quest’opera dà di nuovo vita agli ideali di Matteotti, attraverso lo storico discorso che pronunciò il 30 maggio 1924 presso la Camera dei Deputati.

Come sempre grazie a Fausto Bailo e alla Premiata Libreria Marconi di Bra (Cuneo) per il loro prezioso contributo.

F. Barilli e M. De Carli

Intervista a Francesco Barilli, sceneggiatore.

Quando è entrato a far parte del progetto editoriale che ha consentito la realizzazione della graphic novel “Il delitto Matteotti”?

“In realtà il progetto è partito da me. Collaboro da anni con la casa editrice BeccoGiallo, nota proprio per la sua attività nel campo del fumetto storico e di realtà. Per lo stesso editore avevo già realizzato volumi su Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Carlo Giuliani: proporre la vicenda Matteotti è stato naturale, per me”.

Quanto è stato complesso realizzare una sceneggiatura che parte dal discorso pronunciato dall’onorevole Giacomo Matteotti il 30 maggio 1924 tenuto presso la Camera dei Deputati e si conclude il 10 giugno successivo con la sua barbara uccisione?

“Tutti i fatti storici che hanno, in diversa forma e misura, una connessione con la dimensione processuale sono, ovviamente, delicati.

 

Lo è la vicenda Matteotti quanto quelle di cui mi sono precedentemente occupato. Il punto, semmai, è cercare di fare un lavoro che non sia un semplice documentario a fumetti. Intendo dire che la complessità della ricerca storica esiste, certamente, ma in fondo è ancora più complessa (e affascinante) la fase successiva: trasformare quell’immensa mole di informazioni e documenti che si intende portare al lettore in qualcosa che abbia un valore narrativo“.

Avete consultato degli archivi storici?

“Certo, e sicuramente ha trovato maggiori difficoltà il disegnatore, Manuel De Carli, sulla parte iconografica. Ambientazioni, vestiti, divise, interni d’epoca: tutto difficile da reperire”.

Per la parte documentale è stato sufficiente internet e normalissime biblioteche. I libri consultati sono davvero molti e citerò solo i principali. Cronistoria del processo Matteotti (Mauro Del Giudice, Opere Nuove, 1985); Il pugnale di Mussolini. Storia di Amerigo Dumini, sicario di Matteotti (Giuseppe Mayda, Società Editrice Il Mulino, 2004); Il delitto Matteotti tra il Viminale e l’Aventino (Giuseppe Rossini, Società Editrice Il Mulino, 1966); Il delitto Matteotti (Mauro Canali, Società Editrice Il Mulino, 2004). Una menzione va certamente al bellissimo film di Lucio Battistrada e Florestano Vancini del 1973″.

I testi stenografici dei discorsi alla Camera dei deputati sintetizzati nel fumetto sono reperibili facilmente on line.

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione della sceneggiatura?

“Ho cominciato a documentarmi nel 2013. Direi un paio d’anni per la documentazione e la scrittura del telaio, attorno a cui poi si è sviluppata la collaborazione con Manuel, che ha contribuito molto al progetto, arrivando alla sceneggiatura e poi al prodotto finale. La sua collaborazione, intendo, non si è limitata alla mera realizzazione grafica, ma ha influito sulla regia complessiva della narrazione”.

Cosa l’ha incuriosita di più della figura storica di Giacomo Matteotti?

“Tutto quello che dici è importante: lo condivido e direi che mi ha colpito in ugual misura. In generale direi che Matteotti rappresenta, a mio avviso, un modo di fare politica nobile, prima ancora che coraggioso, di grande spessore culturale e morale. Un modo, insomma, assai diverso da quello che è, oggi, il fare politica. Un modo di cui, confesso, ho molta nostalgia”.

Come descriverebbe la breve ma intensissima vita di Matteotti?

“Forse vale quanto dicevo prima a proposito del suo modo di fare politica. La sua vita è stata anch’essa come l’attività politica: coerente, nobile e coraggiosa.”

Consiglierebbe questa graphic novel alle giovani generazioni?

“La Storia è maestra, si dice. Ed è sacrosanto, s’intende. Ma è davvero maestra se sa parlare agli esseri umani oggi, lo è se sa far capire l’attualità del proprio insegnamento. Altrimenti resta una pura testimonianza di memoria: anch’essa utile e da guardare con rispetto, certo, ma insufficiente se resta da sola. Quindi direi che il libro è pensato per parlare a tutti (non sono fra quelli che ritengono il fumetto un linguaggio nato per i ragazzi) ma con un occhio di riguardo, relativamente ai propri intenti didattici, proprio ai giovani“.

Progetti per il futuro?

Diverse cose bollono in pentola. Per semplicità e scaramanzia parlo solo del progetto più imminente: la storia di Vincent Van Gogh, raccontata (credo e spero) in modo evocativo e lirico, anche se sempre rigoroso rispetto agli eventi biografici, grazie alle tavole di Sakka, con cui torno a collaborare dopo Goodbye Marilyn. Il volume uscirà nella prossima primavera, sempre per BeccoGiallo“.

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