Recensione “Il giardino delle bestie”
Per la nostra rubrica Recensione Libri questa è la volta di un romanzo che ha avuto un grandissimo successo e che non può lasciare indifferenti. Per tutti gli amanti dei bei romanzi e per coloro che amano i personaggi nascosti tra le pieghe della storia e che non si accontentano del de’jà vu, questo è sicuramente un romanzo da leggere e se andrete avanti nella recensione del libro, capirete il perchè… Buona lettura!”
IL GIARDINO DELLE BESTIE – BERLINO 1934
di Erik Larson (Editore Neri Pozza, pagg. 560)
-INCIPIT-
Un giorno, all’alba di tempi molto bui, un padre e una figlia americani si ritrovarono improvvisamente trapiantati dalla loro confortevole casa di Chicago nel cuore della Berlino nazista. Vi resteranno per quattro anni e mezzo, ma sono soltanto i primi dodici mesi i protagonisti del racconto che segue, poiché concisero con l’ascesa di Hitler da cancelliere a tiranno assoluto, quando tutto era un’incognita e non esisteva alcuna certezza. Quel primo anno si trasformò in una sorta di prologo che conteneva in nuce tutti i temi della grandiosa epica di guerra e di sterminio che si sarebbero sviluppati di lì a poco.
DI COSA PARLA
Il giardino delle bestie è la storia vera dell’ambasciatore Usa W. Dodd e di sua figlia Martha che negli anni trenta si ritrovano improvvisamente catapultati dalla loro accogliente casa di Chicago nel cuore della Berlino nazista.
Dodd è un rispettabile professore di storia all’università e inaspettatamente riceve una telefonata dal presidente degli Stati Uniti F.D. Roosevelt che gli annuncia la sua volontà di nominarlo ambasciatore a Berlino.
Così parte per l’Europa insieme a Martha e si ritrova in una città addobbata di stendardi e bandiere
naziste, a stretto contatto con Hitler, Goering, Goebbles e le SS, ma anche con una Berlino ancora apparentemente normale. Fa acquisti nei giganteschi empori della città, organizza tè, segue gli amori della figlia e passeggia nel Tiergarten, il parco principale.
Ma ecco che nel 1934 accade qualcosa che fa emergere la vera natura di Hitler e del nazismo e così la grande Berlino apparirà agli occhi di Dodd e di Martha come veramente è: un immenso Tiergarten, cioè un giardino delle bestie.
Ma non basterà “La notte dei lunghi coltelli” ,quando Hitler elimina nel sangue centinaia di oppositori politici e nemici interni al partito, a convincere gli Usa che qualcosa di mostruoso sta
crescendo nel ventre dell’Europa e tutte le denunce del povero Dodd resteranno inascoltate costringendolo alle dimissioni nel Natale 1937.
COSA NE PENSO
Il giardino delle bestie è una storia romanzata basata su fatti realmente accaduti durante l’ascesa di Hitler al potere nella Germania nazista degli anni ‘30.
In America ha conquistato immediatamente la vetta della classifica del New York Times, affascinando milioni di lettori. Una ricostruzione storica che si legge come un romanzo d’amore.
E non c’è da stupirsi perché Erik Larson è bravissimo a ricostruire episodi storici con impeccabile piglio narrativo. Il giardino delle bestie diventerà infatti presto un film interpretato da Tom Hanks dal probabile titolo “Il diario di Martha – L’amante del III Reich.
Racconterà le vicende di un ambasciatore Usa, alieno alla vita diplomatica e alla politica, e di sua figlia Martha, la stravagante figlia ventiquattrenne, invaghita di Hitler e della Gestapo ed eccitata dall’atmosfera della “rivoluzione nazista”, come lei stessa la chiama.
E’ un libro che non annoia e che, al di là della valenza storica, offre un quadro magnifico della complessa psicologia dei personaggi e soprattutto di questa giovane donna, mangiatrice di uomini, che legherà a sé il capo della Gestapo e poi una spia sovietica.
La sua figura, sorprendente e nello stesso spiacevole, è forse la più interessante ma nella realtà non sarebbe piaciuta a molti. Era civetta e manipolatrice. Forse l’unica cosa che la salva, anche agli occhi della posterità, è il suo passaggio dall’amore verso il nazismo all’odio, che si svelerà anche attraverso i suoi rapporti con gli uomini. Da un nazista doc passerà infatti ad un infiltrato russo. Larson è stato veramente molto in gamba a scovare, fra le mille pubblicazioni sull’argomento, questa storia “fresca” ed ancora inedita basata sui diari nei quali Martha annotava minuziosamente le sue esperienze e ciò che le accadeva intorno.
Interessanti anche i rapporti tra Dodd e Roosvelt che forse fu l’unico a credergli. Il Presidente però era troppo preso a risolvere il problema della Depressione e attaccare i nazisti gli avrebbe scatenato contro gli isolazionisti, intralciando il New Deal. Ecco perchè poi lo lasciò solo!
Una cosa invece che può stupire è l’antisemitismo negli USA.
Certo, tutti sanno che c’era stato e che ad esempio i golf club erano vietati agli ebrei, ma in tanti non sospettavano che avesse riguardato anche il mondo più colto e civile. Basti pensare che i tre uomini alla testa del Dipartimento di Stato sotto il Ministro degli Esteri Hull, proprio quelli che determinavano la politica di immigrazione, erano i primi a covare un profondo disprezzo per gli ebrei.
Un’ultima annotazione: leggendo Il giardino delle bestie è evidente che Berlino, negli anni trenta, agli occhi dei visitatori non appariva tetra e buia, ma brulicante di vita e di arte e, nello stesso momento in cui gli ebrei si avviavano alle camere a gas, dava ancora la sensazione di essere civile e pacifica. Soltanto quelli che casualmente incappavano nelle SS, magari per un mancato saluto a braccio teso durante una parata, cominciavano, a proprie spese, ad intuire l’atroce verità…
di Dianora Tinti