‘Il mistero del tempio cimmero’ di Ferdinando Gangemi 

‘Il mistero del tempio cimmero’ di Ferdinando Gangemi 


Il mistero del tempio cimmero

Le acque flegree, il termalismo, l’Averno, La Sibilla Cumana e il c.d. Tempio di Apollo immaginato

di Ferdinando Gangemi 

( Artegraphe edizioni, 2024)


Chi è Ferdinando Gangemi

Laureato con lode in Architettura nel 1987, presso l’Università Federico II di Napoli, Fedinando Gangemi vive nel capoluogo campano. Svolge la professione occupandosi di consulenza tecnica, progettazione e direzione lavori. Eclettico e pieno di interessi, comunicazione, grafica, web design e web marketing, dal 1988 si dedica alla divulgazione e promozione dell’area flegrea. Porta la sua firma la brochure Tour archeologico dei Campi Flegrei corredata da una mappa artistica, ristampata in II edizione nel 2018.

Nel 2000 ha creato il sito http://www.campiflegrei.it sul quale, tra le altre cose, ha pubblicato la ricostruzione del Foro di Liternum. Nel 2022 è uscito il saggio Il velario dell’anfiteatro cumano e due anni dopo Il mistero del tempio cimmero, sottotitolo Le acque flegree, il termalismo, l’Averno, La Sibilla Cumana e il c.d. Tempio di Apollo immaginato (Artegraphe edizioni). Come scrive lui stesso, la cultura ha un potere salvifico e «mediante il mio lavoro e le mie passioni, ho sempre cercato di infondere nel prossimo l’amore per la conoscenza e per la vita nella sua accezione più ampia».

Di cosa parla il libro

Il lavoro di Gangemi nasce intorno a uno dei grandi misteri della storia e del mito – la Sibilla Cumana – e dall’esigenza di fare chiarezza su questa straordinaria figura, superando le ordinarie informazioni tramandate dai poeti. Da qui, lo studio si allarga in centri concentrici. Vengono esplorate le vicende della comunità cimmera che si insediò nel misterioso e ostile territorio del lago d’Averno a Cuma, consacrandolo a divinità ctonie e fondando quello che è stato il più famoso tempio necromantico dell’Occidente. Questo luogo sacro fu consultato dagli eroi dei poemi epici come Ulisse ed Enea, oltre che da personaggi storici come Annibale e Scipione.

Lago d’Averno

 

Il testo si sviluppa partendo dalla sintesi degli eventi vulcanici che hanno modellato l’area flegrea, arricchendola di numerose sorgenti termominerali. Queste risorse hanno reso ancora più famosa la regione, scelta dagli antichi romani come luogo privilegiato per rilassarsi e dedicarsi alla cura e ai piaceri della vita, in magnifiche strutture termali che testimoniavano l’opulenza dell’epoca. Dopo la fine dell’Impero romano d’Occidente, molti edifici vennero distrutti dai terremoti per il bradisismo discendente. Si è così modificata la linea di costa e sommersa Baia. Poi questi luoghi furono definitivamente depredati durante le invasioni barbariche.

 

I resti dell’architettura romana resero ancora più affascinante l’area flegrea, dove in epoca medievale si rinnovò la pratica termale. Le straordinarie proprietà curative delle acque furono raccontate da poeti, studiosi e viaggiatori, mentre le strutture furono studiate dai maggiori architetti del Rinascimento. I loro resoconti hanno fornito alla nobile arte importanti riferimenti, basilari per l’architettura moderna. Tra questi edifici, uno dei più studiati è stato il complesso balneare noto come tempio di Apollo sul lago d’Averno, caratterizzato da un’aula termale le cui dimensioni sono di poco inferiori al Pantheon di Roma. Una struttura approfondita nel testo e indagata con moderne tecnologie, per ricostruirla virtualmente e dare compimento all’opera dei ricercatori che hanno tentato di comprendere la sontuosità dei suoi caratteri stilistici.

Cosa ne penso

La grande passione di Ferdinando Gangemi per la divulgazione della cultura e per la storia dell’area Flegrea è alla base di questo interessantissimo saggio.  «Destinato alle decine di migliaia di visitatori che si recano nei Campi Flegrei, affinché possano apprezzarne appieno l’enorme patrimonio storico, archeologico, naturalistico, culturale, termale ed enogastronomico», spiega l’autore. Che ci tiene a precisare di non essere un ricercatore universitario né uno scrittore di professione: solo un appassionato cultore della storia locale che desidera far conoscere in aspetti meno noti. Non a caso, la citazione di Goethe che apre il libro: «D’altronde detesto tutto ciò che mi istruisce soltanto, senza ampliare o eccitare immediatamente la mia attività».

Con questa premessa, il lavoro di Gangemi nasce proprio con la volontà di mettere a disposizione di chi voglia approfondire la storia dei Campi Flegrei. Un compendio estremamente curato, basato sulle fonti, accompagnato da un’ampia bibliografia e documentazione di immagini tratte da pubblicazioni del XVII secolo. Contiene mappe geografiche e immagini satellitari, oltre alla stupefacente ricostruzione del magnifico tempio di Apollo.

Cuma

 

Un testo che non trascura le peculiari caratteristiche fisiche e geologiche del territorio, la storia del termalismo e la pratica termale nei Campi Flegrei, prima di entrare nel dettaglio del Lago d’Averno e della grotta della Sibilla Cumana. «Un antro irto di scogli, cupo, circondato da nero lago», lo descrive Virgilio, nel VI libro dell’Eneide. Non manca il collegamento con il tempio di Apollo, a cui vengono dedicati tre capitoli.

Del resto il lago d’Averno è tra i siti più interessanti dell’area, identificato nel mito come ingresso all’Ade, la soglia invalicabile che metteva in comunicazione il regno dei vivi con quello dei morti. Regno evocato dai primi per conoscere la propria sorte, e dal quale solo pochi eletti sono potuti tornare indietro senza perdere il senno. Come Enea, appunto, che nel libro VI del capolavoro virgiliano scende negli inferi per parlare con il padre Anchise. I dintorni del lago ospitavano la grotta della Sibilla, cercata nei secoli, identificata in una cavità sulla sponda ovest, scoperta durante il periodo Borbonico, scrive Gangemi.

I resti dell’imponente costruzione termale, cosiddetta tempio di Apollo (alla cui ricostruzione virtuale è dedicato un capitolo) sono invece sulla sponda est del lago. Un luogo dove presumibilmente si trovava l’area sacra dell’antico tempio cimmero, dedicato a divinità ctonie e ai rispettivi riti, è spiegato. Un aspetto che contribuisce ad alimentare l’aura di mistero che pervade questi luoghi, dove la bellezza e l’amenità del paesaggio si mescolano all’oscurità che ne ha accompagnato la storia, alimentando miti e leggende.

Gangemi non ha la pretesa di dipanare la matassa dei secoli che hanno sovrapposto popoli, culture e religioni, né dare risposte certe sul mistero del tempio cimmero. Ha invece il merito di mettere a disposizione dei lettori interessati a visitare i Campi Flegrei un testo ricchissimo che spazia dall’architettura, alla storia, alla letteratura classica, all’archeologia, al mito, per raccontare un territorio in un modo decisamente alternativo e intrigante.


Recensione a cura di Lina Senserini, docente e giornalista


 

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