Il respiro del guerriero, esordio di Mattia Biliotti
Personaggio estremamente interessante Mattia Biliotti, giovane scrittore esordiente con ancora tanto da dire…

Mattia Biliotti
Chi è Mattia Biliotti
Nato a Roma nel novembre del 1993, è sempre stato molto creativo e attratto dalla cultura orientale fin da piccolo.
Ha compiuto studi scientifici e attualmente, come la maggior parte dei giovani della sua età, si barcamena tra piccole collaborazioni in vari campi.
Coltiva i suoi hobby, interessandosi al cinema, anche di animazione, ai libri e alla musica di ogni genere. Si definisce uno dei classici “underrated” che hanno voglia di dimostrare chi sono e quanto valgono. Il respiro del guerriero è la sua prima pubblicazione.
Cosa puoi dire ai nostri lettori in più su di te?
Sicuramente che sono una persona sia introversa che solare. Per essere più preciso, mi definirei cauta, nel senso che non mi apro più di tanto con le persone che non hanno la mia piena fiducia. Al contrario con i miei amici parlo di tutto senza filtri, sono proprio come una seconda famiglia per me.
Nella tua biografia ho letto che sei appassionato di cinema e di musica…
Esatto. Sono cinefilo, guardo qualsiasi genere di film, tranne gli horror che non mi prendono. Ascolto musica appena ne ho la possibilità: quando guido, con gli amici, quando mi alleno e a casa.
E questa attrazione per l’oriente?
Nata con me, direi.
Mi piace tutto di quel mondo, dai samurai ( la loro filosofia, la via del guerriero ed i suoi dogmi), all’ambiente naturale così diverso dal nostro, passando dai film del maestro Hayao Miyazaki, le cui opere, come peraltro tutti film di animazione orientale in generale, mi stregano proprio.
Nonostante gli asiatici possano apparire inespressivi e freddi, hanno un gran cuore e forza d’animo, capaci nei film, nei libri e nei film di animazione di trasmettere emozioni più di chiunque altro.
Arriviamo al tuo libro Il respiro del guerriero…
Quest’opera è per me più di un semplice romanzo. Come ho scritto nel libro, da molti sono stato sottovalutato ma, quest’anno soprattutto, dimostrerò quanto valgo, i miei talenti e la mia voglia di emergere, non certo per sete di fama o gloria, ma per un profondo desiderio di rivalsa.
“Nella storia che a breve vi racconterò, i sentimenti saranno i veri personaggi… e le emozioni prenderanno vita. Un viaggio verso le terre più profonde dell’animo umano.”
Di cosa parla
Sullo sfondo di un oriente onirico e fantastico, Il respiro del guerriero narra la storia di un ragazzo, Al, valoroso guerriero del Villaggio di Hokhaito, che tra mille difficoltà e peripezie, riuscirà a portare a termine l’ultima difficilissima missione e diventare un eroe.
“La grandezza di un eroe non si misura dalle sue vittorie, dalle sue sconfitte o da ciò che ha compiuto negli ultimi giorni del suo cammino, ma dalla forza d’animo con cui ha affrontato la sua intera vita.”
Cosa ne penso
Ammetto subito con estrema franchezza che questa storia mi è piaciuta molto, soprattutto per il modo in cui è stato costruito il romanzo. Il giovane Mattia Biliotti si è servito di una lunga metafora e soltanto nelle ultime due pagine il lettore scoprirà a cosa si voleva riferire e chi è veramente Al.
Il respiro del guerriero non è soltanto una storia, ma un atto d’amore, universalizzato e decontestualizzato, insomma trasformato in qualcosa di assolutamente condivisibile che ti cattura fin dalle prime battute.
Ognuno di noi può riconoscersi e ritrovarsi in quel giovane che combatte ogni giorno contro strane creature e belve(Dal film Prince of Persia)
feroci (chi di noi quotidianamente non combatte la sua personale battaglia?) La sua lotta per la sopravvivenza, le sue vittorie e i suoi stati d’animo diventano i nostri, un patrimonio universale che accomuna tutti.
Sta proprio qui la bravura dell’autore che ha saputo trattare efficacemente i sentimenti con grande profondità e delicatezza (Ci fu un attimo di silenzio, e di confusione. Poi tutte le foglie iniziarono a muoversi e a mutare. Si trasformarono in bellissime farfalle che iniziarono a sbattere le ali e a volare verso un piccolo foro dal quale si scorgeva la luna, loro madre, che illuminava completamente la foresta) trasmettendo al lettore il suo messaggio d’amore e di sofferenza senza appesantirlo.
Tratto dal romanzo: Il “respiro dei guerrieri” era un dirupo formato da rocce sporgenti che sovrastava, avvolto dalle più candide e spumose nuvole, il bosco di Naughtinton, attraversato interamente dal sentiero che portava fuori dalle mura del villaggio. Si dice che tutti i più impavidi e valorosi guerrieri avessero esalato, sotto il secolare albero, il loro ultimo respiro.