Elisa Bisignano, sceneggiatrice del fumetto “La Llorona”
Elisa Bisignano nasce a Palermo e, dopo essersi diplomata al liceo artistico, viene a scoprire dell’esistenza della Scuola del Fumetto. Frequenta il triennio e una volta terminato si mette al lavoro con i suoi colleghi per formare “Ehm Autoproduzioni“.
Oltre ai lavori realizzati con Ehm (una piccola realtà editoriale indipendente che pubblicà fumetti e motion comics online) lavora anche alla serie “Willowisp” come autrice completa, e allo script di “Ma’ari” e “Aradia” per Evoluzione Publishing.
Madala è il titolo di un’opera antologica che si propone l’obiettivo di raccontare con il fumetto la bellezza e la poesia della fede attraverso diversi racconti popolari e tradizioni religiose, tratte dalle culture dei cinque continenti e filtrate dalla sensibilità e dai diversi stili di ogni autore.
Alla realizzazione di questi tre lavori hanno partecipato:
“La Llorona” Elisa Bisignano per i testi e Antonello Cosentino per le illustrazioni“Marinette” Luigi Formola per i testi e Fabrizio Castano per le illustrazioni
“Morgana“ Claudia Milazzo per i testi e Elisa Bisignano per le illustrazioni
Tutti i fumetti sono stati sapientemente colorati da Francesco Montalbano
- Clicca sul Link informativo per leggere il fumetto on-line.
Per questa intervista, ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn).
Intervista con Elisa Bisignano sceneggiatrice
Elisa, ci parli di lei e del suo incontro con il fumetto…
“Salve! Sono nata a Palermo nel ‘93 e ho sempre avuto una grande passione per il disegno e per le storie. Quella per il fumetto però si è sviluppata più tardi, dopo il liceo. Vinsi un piccolo concorso che mi permise di conoscere la Scuola del Fumetto e da lì è stato amore: dopotutto il fumetto unisce le mie due grandi passioni. Non mi sono più voltata indietro”.
Quando è entrato a far parte del progetto che ha consentito la realizzazione del fumetto: La Llorona?
“È stato un progetto che è nato un po’ per caso. Amo molto il brano “La Llorona” di Chavela Vargas e per curiosità ho iniziato a fare un po’ di ricerche sulle origini della canzone. Da lì ho scoperto che non c’è un testo unico per tutti, ma che le canzoni dedicate alla Llorona sono quasi una preghiera rivolta a questa donna piangente che vaga nella notte cercando i suoi figli.
Ho poi trovato vari articoli che spiegavano la sua connessione alla Dea Cihuacoatl e come gli indigeni, durante l’invasione spagnola, cercarono di mantenere in vita il culto della loro Dea Madre – a loro ormai proibito dai coloni – rivolgendo le loro preghiere a questo fantasma, una madre disperata per il destino dei suoi figli.
Antonello Cosentino, il mio ragazzo e collega, si è a sua volta innamorato della storia e da lì è partito il progetto MADALA“.
Quanto ha sentito parlare per la prima volta della Llorona, personaggio frutto del folklore dell’America Latina?
“Ho scoperto dell’esistenza della Llorona anni fa, quando facevo teatro. Una delle mie compagne di palcoscenico scelse di cantare una strofa della Llorona (se non sbaglio La Llorona dello studente) per uno dei nostri spettacoli e l’ho trovata estremamente toccante, pur non capendo la lingua. La potenza di una preghiera giunta a noi dal passato”.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione delle sceneggiatura?
“Non molto, principalmente perché il fumetto è quasi muto, quindi ho solo dovuto descrivere le inquadrature”.
Secondo lei, nel mondo globalizzato di oggi, c’è ancora spazio per personaggi come la Llorona?
“Naturalmente, anzi, penso che piano piano la società occidentale si renderà conto di quanto il mondo sia grande e vario e pieni di storie, culture e tradizioni differenti. Nonostante il tentativo di cancellazione di molte di queste culture durante il colonialismo, penso sia commovente scoprire che, seppur in modo inaspettato, esse siano riuscite a sopravvivere.
I discendenti di quelle popolazioni indigene sono ancora vivi e sono testimonianza di un passato che merita di essere raccontato, in primis da loro stessi e, quando i diretti interessati non sono disponibili, anche da da persone qualunque come noi. Anche per questo forse ho preferito che la storia fosse quasi muta: non sta a me raccontare a parole le sofferenze di una cultura a cui non appartengo, ma posso sempre confidare nelle immagini per cercare di mostrarlo.
Quale colore può meglio rappresentare Llorona?
“Il suo colore è il bianco (da qui il vestito con cui viene rappresentata), ma anche il rosso del sangue. Cihuacoatl era una Dea guerriera, ma anche protettrice delle donne gravide. Il parto era infatti considerato un atto di coraggio paragonabile alla guerra e le donne che morivano per dare alla luce i loro bambini venivano considerate alla stregua di un guerriero caduto in battaglia”.