Intervista a Emma Piazza, astro nascente della letteratura italiana
Emma Piazza, giovane astro nascente della letteratura italiana, vive a Barcellona dove lavora come scout letterario.
Con il nuovo anno avviene il suo esordio come scrittrice con il libro: L’isola che brucia edito dalla Rizzoli.
La sua abilità narrativa risiede nella forza descrittiva degna di Cormac McCarthy, ma allo stesso tempo nella fluidità di Rafik Schami.
Se venisse creato una movimento giovanile che racchiude in sé i nuovi artisti emergenti sullo stile della Beat Generation,Emma Piazza sarebbe una delle autrici di riferimento.
L’isola che brucia: un libro che non può mancare nella nostra libreria.
Un ringraziamento speciale a Fausto Bailo che l’ha intervistata per noi e alla Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) che, come sempre, ha collaborato fattivamente.
Quali sono stati i suoi scrittori di formazione?
“É una domanda difficile dato che sono una lettrice onnivora e, tra lavoro e piacere, leggo di tutto. Sicuramente mi sono formata sui
classici, da quelli che ho scoperto grazie alla scuola a quelli che trovavo nella libreria dei miei nonni.
Classiconi duri e puri, i russi, i francesi, gli americani, come Steinbeck o Saul Bellow, e tanti italiani, dai neorealisti a Moravia, ma anche precedenti, come Verga o Dante. Per lavoro negli ultimi anni invece scopro talenti e leggo di tutto.
Anche tanti thriller, ovviamente, e le mie vedute in quanto a letteratura si sono ampliate di molto. Mi vengono in mente un paio di thriller italiani recenti, La sostanza del male di Luca D’Andrea oppure Sandrone Dazieri, Uccidi il padre, ma anche i thriller di Mirko Zilahy”
Quale è stata la scintilla che l’ha portata a scrivere L’isola che brucia?
“Volevo scrivere un libro che parlasse delle mie origini francesi (corse), ma che avesse una trama avvincente che potesse intrattenere il lettore. L’ultima volta che sono stata in Corsica a trovare mio padre ammiravo la bellezza selvaggia dell’isola, il suo fascino ambiguo, e ho pensato che fosse l’ambientazione perfetta per un thriller”.
Com’è avvenuto il suo incontro con la casa editrice Rizzoli?
“Ho proposto il mio progetto tramite la mia agente, Laura Ceccacci, e l’editore se n’è innamorato”.
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione di questo libro?
“Circa 8 mesi, giorno in più giorno in meno”.
Quale genere musicale riassume meglio la vicenda narrata nel suo primo romanzo?
“Non saprei esattamente che genere, ma mi fa pensare, ad esempio, alla colonna sonora del film Requiem for a Dream o a mad World di Gary Jules”.
Quale colore riassume meglio la trama del suo romanzo?
“Direi color mora, che non è nero, ma non è un colore chiaro, rasserenante. E’ il colore dell’alba che “sorge ma anche dei lividi…”
Progetti per il futuro?
“Scrivere, scrivere, scrivere. Ho tante idee, una sorta di thriller, già iniziato, che parla di un gruppo di ragazzi, ambientato a Pavia, ma anche voglia di lanciarmi in qualcosa di nuovo”.