Parla Francesco Montalbano, colorista di “Madala”
Dopo averchiacchierato con l’autrice Elisa Bisignano e l’illustratore Antonello Cosentino dell’Antologia Madala non poteva mancare il colorista Francesco Montalbano che, con i suoi colori, ha dato vita a tutte le tavole della serie.
Ricordo che Madala è un’opera antologica che si propone l’obiettivo di raccontare con il fumetto la bellezza e la poesia della fede attraverso diversi racconti popolari e tradizioni religiose, tratte dalle culture dei cinque continenti e filtrate dalla sensibilità e dai diversi stili di ogni autore.
- Ancora una volta, ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) per aver reso possibile questa intervista.
Francesco Montalbano nasce a Palermo nel 1988 e consegue il diploma presso l’istituto d’arte di Sciacca come designer di architettura e arredamento.
La sua passione per il disegno e l’illustrazione lo portano a intraprendere gli studi presso la Scuola del Fumetto Grafimated Cartoon di Palermo. Alla fine del corso triennale, insieme ad alcuni colleghi, fonda Ehm Autoproduzioni, una piccola realtà di autoproduzioni attiva ormai da circa sei anni.
Nel 2015 collabora con Grafimated Cartoon per Mondadori Comics, colorando due episodi di Ken Parker “Color”, creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo. Oltre che con Ehm Autoproduzioni lavora ai colori con Evoluzione Publishing, una casa editrice indipendente californiana.
Francesco, ci parli di lei e del suo incontro con il fumetto…
“I miei primi incontri con il fumetto avvennero nella prima metà degli anni novanta, avevo circa quattro o cinque anni quando sfogliavo ogni genere di fumetto che trovavo per casa. La mia famiglia mi abituò alla lettura molto presto, conservo ancora molti libri illustrati, quelli storici erano quelli che amavo di più e con cui mi addormentavo la sera. Dunque tra fumetti,cartoni, libri illustrati e videogames avevo parecchio materiale da cui prendere ispirazione per i miei scarabocchi, che divennero qualcosa di un po’ più concreto dopo aver studiato alla Scuola del fumetto di Palermo, dove ho conosciuto persone splendide e trascorso anni meravigliosi”.
Quando nasce la sua passione artistica?
“La mia famiglia mi ha sempre assecondato in questa passione, in modo particolare è stata la sorella di mia madre a trasmettermi la passione per la pittura e il disegno fin dai miei primi anni. E’ sempre stato un bisogno più che una sorta di ambizione, dovevo farlo e basta. Riempivo interi quaderni e album, alcuni dei quali custoditi da mio padre che li recuperava dall’immondizia… Cestinavo quasi sempre ciò che disegnavo”.
Quando è entrato a far parte del progetto Madala come colorista?
“Diciamo che in qualità di co-fondatore di Ehm Autoproduzioni sapevo che avrei lavorato al progetto fin dalla fase d’ ideazione”.
Cosa vuol dire essere un colorista?
“Il colorista è un po’ come il direttore della fotografia nel cinema, il cui compito è creare l’atmosfera, l’emozionalità e a volte la tridimensionalità. Bisogna però anche saper accettare una posizione di terzo piano all’interno del fumetto. Chi legge un fumetto a colori non sempre farà i complimenti al colorista, nonostante l’importanza di quest’ultimo nella realizzazione del progetto. Il colorista può salvare un disegno mediocre, ma anche distruggerne uno ottimo”.
Che strumenti adopera per colorare le tavole?
“Preferisco la colorazione digitale per ovvi motivi logistici, infatti ormai da tempo è il metodo più richiesto e diffuso”.
Quali sono i colori che predilige usare?
“Lo stile e il metodo che scelgo dipende spesso da chi vado a colorare. Su Madala, così come in altre delle nostre autoproduzioni, adotto uno stile diverso per ogni disegnatore. Per intenderci, mentre sulle tavole di Antonello Cosentino (l’illustratore dell’Antologia) posso incentrare la lavorazione del colore sui contrasti chiaro-scuro, non posso farlo sulle tavole dialtri, dove invece bisogna mantenere magari uno stile flat puntando più sulle alternanze caldo-freddo e i colori complementari”.