Intervista a Giovanni Boschetti, esperto di arte antica e icone russe
Intervista a Giovanni Boschetti, appassionato di arte antica, esperto di antiche icone russe. È stato uno fra i primi studiosi italiani di questa branca dell’arte sacra, interessandosi, parallelamente, anche alle Avanguardie russe.
Autore di numerosi libri, affronta temi spinosi e complessi di estrema attualità, per dimostrare alla fine di ogni percorso che solo recuperando la sua umanità il genere umano potrà ritrovare quell’equilibrio che al momento sembra impossibile.
Lei ha scritto tre libri molto diversi l’uno dall’altro, con il comune denominatore della spiritualità, intesa come vita interiore e non necessariamente fede religiosa. Qual è la sua percezione della spiritualità e come si concilia con un mondo che sembra averla persa?
«Se non utilizziamo la nostra spiritualità come possiamo definirci umani? Noi uomini, nel senso generale del termine, siamo dotati di naturalità come tutte le altre specie; inoltre abbiamo una spiritualità, derivante dalla nostra originaria divinizzazione, che insieme alla naturalità forma la nostra Umanità. Soltanto così ci differenziamo dalle specie viventi elevandoci nella conoscenza.
È necessario riflettere sul termine “Umanità”, senza la quale torniamo nella nostra disumana bestialità. Vedi la cattiveria e tutti i mali che scaturiscono dall’animo dell’uomo. Sicuramente la spiritualità non va confusa con la religiosità, che ne è una componente.
Per completare la sua domanda sulla perdita della spiritualità, no, non è persa, è soltanto sopita; basta risvegliarla».
E come lo ritiene possibile?
«Le rispondo con una riflessione. In Occidente imperversa lo strapotere della supponenza, nel senso che l’homo occidentalis è convinto di essere il mondo e non di essere nel mondo, come invece avviene in Oriente.
L’Occidente ha perso la morale, l’etica, i valori umani, deificando la tecnologia a nuova Dea. Ha relegato la propria spiritualità, e con essa Dio, nei meandri reconditi del proprio cuore. Gli orientali e tanti altri paesi dell’Africa e del Sud America, ancora non hanno perso la loro spiritualità e desiderano essere nel mondo con la propria storia, usi e costumi, lingua e religione.
Perché dobbiamo essere forzatamente tutti avvolti dal pensiero unico occidentale?
«L’Occidente ha perso i propri valori spirituali, quanto l’Oriente, invece, mantiene integra la propria spiritualità. Ma questo è un argomento complesso e che richiede più spazio.
Dunque, spiritualità = umanità?
«Per anticipare il leitmotiv di tutti i miei libri, quelli pubblicati e quelli da pubblicare, il tema dominante è l’uomo e la sua umanità. Romanzi in cui i sentimenti e i valori umani affiorano come ninfee in un romantico specchio d’acqua.
Nel suo La straordinaria storia di Bubulina e Gesù si rivolge ai bambini. Crede che siano loro la strada della salvezza?
«Inizio a risponderle con la frase di un frate francese, che è anche l’apertura del libro: Dio si è dato un linguaggio da bambino; e questo linguaggio sono le Icone. Linguaggio dal vocabolario povero, come il loro; senza raggiri, come il loro. Con un simile linguaggio può essere detto loro tutto di Lui. (Père Daniel Ange, monaco e teologo)
I bambini sono tutti Angeli che la natura umana ci regala affinché, poco per volta, l’uomo entri nella Conoscenza. Sono tutti Angeli nel senso che sono puliti, buoni, senza alcuna cattiveria, innocenti, che donano Amore. Poi si trasformano con l’egoismo, l’invidia, l’inganno, persino la cattiveria. Se il mondo fosse a modello dei bambini, forse sarebbe migliore.
È difficile dire che saranno loro la strada della salvezza, poiché la loro trasformazione in uomini è ineluttabile.
Jean-Jacques Rousseau, il filosofo svizzero tra i sostenitori del mito del buon selvaggio, riteneva che in ogni bambino esistesse un’originaria disposizione alla bontà. Anche Voltaire si riallacciò a questa concezione sostenendo che la natura del bambino non fosse malvagia, ma lo diventasse col tempo, così come il corpo diventa malato. Personalmente mi sono spinto oltre definendo i bambini Angeli».
Ritiene che questo libro dovrebbe essere letto anche dagli adulti? E perché?
«Bubulina sarà letto anche dagli adulti. In Russia, poiché è stato tradotto e pubblicato a Mosca, sta conquistando anche la fascia degli adulti, dopo essere penetrato nel circuito degli adolescenti, il più difficile per un libro. Sta entrando nelle scuole russe come insegnamento alla catechesi, alla conoscenza del mondo iconografico, attraverso il quale si entra in contatto con il trascendente.
Ora è tornato in Italia, riveduto e corretto in una nuova edizione, e sarà pubblicato prossimamente.La storia di Bubulina non è un libro banale… scrivere per i bambini è più difficile poiché si devono mondare i pensieri complessi di chi scrive in argomenti puliti e veritieri, non contaminati dalla brutalità della vita degli uomini. Mi è stato riferito che in Russia il libro è stato molto gradito e questo mi appaga più di ogni riconoscimento letterario. Bubulina sarà un evento letterario per il mercato, ne sono sicuro. Basta trovare la via giusta per proporlo, posizionarlo, presentarlo. Ci aggiorneremo alla pubblicazione».
Quanto pesa la sua formazione e la sua passione per l’arte sacra nelle opere che scrive?
«Moltissimo. Non avrei potuto scrivere di Bubulina senza la conoscenza dell’arte delle Sacre Icone.
Né avrei potuto scrivere il libro Le sette porte – Il sogno di un Amore senza gli approfondimenti dell’Essenza delle Icone raffigurata nelle medesime.
Anche nel terzo libro e in quelli di prossima pubblicazione, la conoscenza e la passione per l’arte sacra, da non confondere con l’arte religiosa occidentale, è stata fondamentale».
Questo perché?
«Perché attraverso questa passione, la conoscenza si è aperta in un mondo così vasto e avvolgente da non poter pensare di vivere senza. Il trascendente, come mondo, è quanto di più spirituale ci possa essere; ecco perché la spiritualità è fondamentale nell’uomo. Ciò non vuole assolutamente dire che quanto scrivo sia da considerarsi religioso, sacro, devozionale. No! Sono tutti libri in cui l’uomo è protagonista con la sua Umanità.
La sua ultima fatica ruota intorno alla controversa figura di Putin, che è solo il pretesto per una durissima analisi degli errori dell’Est e dell’Ovest e una condanna di tutte le guerre. Perché questa scelta con il conflitto in corso?
«Putin, l’Angelo di Dio, è un libro composto da posizioni contrapposte per arrivare a una Verità…Ma quale? La contaminazione tra bene e male è indissolubile e fa scaturire una cosa soltanto: la morte, che primeggia sulla vita.
Conoscendo la Russia e il popolo russo, mi sono permesso di scrivere anche un’altra verità, magari contrapposta, affinché insieme concorrano a una Verità accettabile.
Putin certamente non è un santo, come non lo è l’Ucraino, protagonista di un evento molto più grande di lui. In mezzo, un popolo che soffre e che non sa cosa stia succedendo.
Fino a qualche decennio fa, ucraini e russi erano un solo popolo, ma troppi interessi non hanno tratto insegnamenti dalla storia, così ci troviamo immersi in una guerra che poteva e doveva essere evitata».
Questo libro non è per tutti, è complesso e richiede conoscenze storiche approfondite per comprenderlo appieno. Non teme che il messaggio possa essere frainteso?
Il libro è scritto in una forma così particolare proprio per dare al lettore una visione che avvicini il mondo a questa orribile guerra, per capire le verità contrapposte. Non a caso si apre con una frase di Pavel Florenskij: La verità è un’antinomia».
Per il resto è ben scritto, bello, pulito, scorrevole. Non sono d’accordo che sia complesso. Non è storia o saggistica, nemmeno cronaca, soltanto un romanzo per coinvolgere il più possibile il lettore. Sarà il lettore stesso a capire e a stabilire una sua verità.
E come mi piace sottolineare sempre, il mondo intero non può morire con una Coca-Cola in una mano e un panino del McDonald’s nell’altra. È questo che l’occidente dovrebbe capire. Purtroppo sta serpeggiando il mostro del pensiero unico, in Occidente. Un subdolo inganno in cui tutti si ritroveranno a ubbidire ciecamente a un unico governo mondiale.
Nel libro è spiegato velatamente il pensiero occidentale e quello orientale, perché Putin sia così mistico e soprattutto, perché sia così amato e benvoluto dal suo popolo; perché la Cina, l’India e tutto il mondo non occidentale siano così ritrosi alla supponenza americana. Insomma, credo sia un libro utile per comprendere che ci sono molte verità.»
Intervista a cura della Redazione di Letteratura e dintorni