Intervista a Giovanni Boschetti, esperto di Icone sacre

Intervista a Giovanni Boschetti, esperto di Icone sacre


Le sette porte. Il sogno di un amore

di Giovanni Boschetti

(BastogiLibri, 2021)


Giovanni Boschetti nasce a Montichiari, in provincia di Brescia, nel primo dopoguerra. Scrittore, appassionato e ormai esperto di Icone sacre, è diventato tra i primi studiosi anche dell’Arte delle Antiche Icone Russe.

Ha curato decine di mostre sull’arte russa in ogni parte d’Italia. Ha collaborato, a livello internazionale, con alcuni esperti russi sulla divulgazione di quest’arte.

Ha scritto diversi libri su queste due forme d’arte, compresa una storia per bambini. Con questa, ha fatto conoscere loro le Icone e la loro storia e, attualmente, è tradotta e pubblicata in Russia.

In Le sette porte. Il sogno di un amore rievoca momenti di vita vera, esperienze vissute, contornate da un alone di mistero che solleticano la fantasia.

Senza alcuna presunzione, tanto che a tratti sembra quasi voler negare a se stesso ciò che lo ha spinto a scrivere, il testo è arricchito da ipotesi, avvalorate da studiosi, su cosa saremo oltre la vita.


Lei è un esperto di icone sacre, uno fra i primi studiosi italiani di questa importante arte, in particolare delle Antiche Icone Russe che ritorna nei suoi libri, fra i quali anche Le sette porte. Il sogno di un Amore. Come nasce questa passione?

Da un episodio occasionale, anzi dalla concomitanza di due episodi.
Tanti anni fa in un viaggio a Merida, in Messico, all’uscita di una chiesa locale incontrai una donna giovane con un bambino in braccio di forse due anni. Quattro mani intrecciate far loro, quattro occhioni che si guardavano con immenso amore. Feci un gesto di benevolenza e lei, la donna dal volto bellissimo, ma consunto, rifiutando mi fece dono di un’immaginetta mariana.

 

Dopo alcuni anni, in un mio primo viaggio nelle terre di Russia, in una chiesetta sperduta in mezzo alla neve, ritrovai, in un’Icona antica, gli stessi volti, i medesimi occhi e le quattro mani intrecciate. Era una Madre di Dio di Korsun, un canone raro per il collezionismo internazionale.

 

Fu così che imparai ad apprezzare, e poi ad amare, le Antiche Icone Russe. Se si entra nella loro essenza, possono stravolgerti la vita, si, perché le Icone si possono amare. Fu soltanto una coincidenza? Non penso…

Raffigurare Gesù o la Madonna non è ritrarre solamente un uomo o una donna. Significa permettere a chi guarda di vedere oltre ciò che è stato costruito tecnicamente. Lei che ha a cuore e conosce l’Arte sacra, crede che miri a produrre immagini che facciano trasparire l’invisibile e l’infinito?

Innanzitutto mi permetto di denominarli Cristo e la Madre di Dio, terminologia prettamente ortodossa, ma che ha un significato estremamente trascendentale.
Madonna, dal latino, mia signora, a mio modo di pensare, banalizza il ruolo di Maria. Madre di Dio invece…
Pensi un po’ lei, Maria che viene denominata Madre di Dio, poiché suo figlio è Dio stesso incarnato, fatto uomo. Ma al contempo ne è Figlia poiché, come tutti gli umani e per chi ci crede, ovviamente, siamo figli di Dio. Un concetto altamente teologico e che non dobbiamo qui spiegare. Pensate a come è immensa tale definizione ortodossa.

Per rispondere alla Sua domanda le do alcune interpretazioni di come vanno lette le Icone.
L’Icona è una finestra sul mondo Divino, un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie quando dalla porticina entra in un mondo parallelo e meraviglioso.

 

– L’Icona non rappresenta una naturalità come le Madonne di un Tiziano, o un Raffaello che non sono altro che donne dell’epoca ben dipinte ma umane. Le raffigurazioni delle Sacre Icone vogliono rappresentare la trasfigurazione umana in un mondo venturo.

 

– Ultimo esempio. Un pensiero di Pavel Florenskij, il Leonardo Da Vinci del XX secolo. Rimando a ricerche personali la grandezza di questo pensatore fra i più grandi di sempre. Lui dice che la Madre di Dio, in un’Icona, è soltanto mostrata dal pittore di Icone, poiché Lei e lì, che ci guarda, che è presente dietro la cortina della tavola iconografica. Splendido pensiero e Visione della madre di Dio

Sull’argomento, ha curato decine di mostre e ha anche pubblicato in Russia un libro per bambini, La straordinaria storia di Bubulina e Gesù proprio per far conoscere le Icone e la loro storia. Perché ha pensato ai bambini?

Le risponderò con una frase di Frère Daniel Ange, monaco e teologo: Dio si è dato un linguaggio da bambino; e questo linguaggio sono le Icone. Linguaggio dal vocabolario povero, come il loro, senza raggiri, come il loro. Con un simile linguaggio può essere detto loro tutto di Lui. Mi si dice che, a tutt’oggi, in Russia non vi sia ancora un libro così bello, sulle Icone, per i bambini.

Questo romanzo, è il suo esordio italiano in narrativa. Tre storie che si intrecciano e che convergono verso un unico punto: la potenza dell’amore. Di che amore, o amori, si tratta?

Faccio una premessa. L’Amore assoluto, quello con la A maiuscola. Vorrei definire questo aspetto del maiuscolo.

È un insieme di amore naturale come può essere l’amore verso un figlio, un genitore, un parente; amori intensi. Amore verso l’amato o l’amata, inverosimili se non si provano. E qui ognuno diventa più sensibile, più fragile, più vulnerabile; amori intensi. Oppure un amore verso persone bisognose, persone fragili, persone disabili, umili, degenti; amori intensi. Amore verso un animale, si, anche gli animali manifestano e pretendono amore; anche qui amori intensi.
Infine l’amore per Dio, per qualche entità non di questa dimensione. La storia dell’uomo è colma di figure trasportate da una intensità amorevole in questo senso. Basti pensare a Giovanna d’Arco, a Santa Teresa d’Avila, a S. Francesco, ai Folli in Cristo; amori intensi.

Tornando al romanzo vi è l’amore per i genitori, fortemente ricambiato. Vi è l’amore per il mondo sovrannaturale del protagonista fin da piccolo. L’amore verso una donna, intenso e vissuto in una purezza quasi angelica pur essendo un amore carnale. Poi l’amore di Violet per… quando, esce di scena. E ancora, l’amore tanto desiderato, quanto agognato dal protagonista, che si manifesta in… Qui mi fermo per non svelare troppo. Vi è anche un amore nella sua gratuità.

Una frase di Florenskij che dice: “La verità manifestata è amore. L’amore realizzato è bellezza […]” Il suo è un concetto estrapolato da un contesto ben più complesso e di non facile lettura. Ma di Amore parla.
Non posso svelare tutto il libro. È un libro definito in molti modi, ma è anche intrigante, proprio per alcuni aspetti dell’amore, così importanti, così vissuti. Amore con la A maiuscola!

Leggendo il suo libro emerge, prepotente, la forza dell’amore. Recentemente ho letto che Albert Einstein lo aveva già capito, tanto che, in una lettera che avrebbe scritto alla figlia Lieserl, ne parla in questi termini: “Quando proposi la teoria della relatività in pochi mi capirono… vi è una forza che comprende e gestisce tutte le altre ed è dietro a qualsiasi fenomeno che opera nell’universo… l’amore”. Un concetto che lei condivide?

Pienamente.
Lo ribadisco ai quattro venti dedicando un capitolo a Einstein e a figure come lui. Grandi della storia umana che interpretano, ognuno a modo loro, ma tutti convergenti verso un unico obiettivo. E qui vorrei anche spiegare perché nel libro vi sono più citazioni di grandi personaggi. Per avvalorare certi miei pensieri e la trama stessa del libro. Potrebbero essere elucubrazioni di un visionario se non ci fosse il conforto di grandi pensatori che dicono le medesime riflessioni.
Per meglio evidenziare il pensiero di Einstein su quella forza che è Amore, condiviso da molti, pur nelle loro personali convinzioni, riporto alcuni brani del mio libro.

 

“Il più importante filosofo dell’ateismo, Anthony Flew, che proprio grazie ad Einstein ha di recente rinnegato l’enorme mole del suo lavoro precedente, proclamando di avere, oggi, raggiunto la certezza razionale dell’esistenza di Dio, ha scritto: “Einstein credeva chiaramente in una fonte trascendente della razionalità del mondo che definì variamente – mente superiore – spirito superiore illimitabile – forza ragionante superiore – e – forza misteriosa che muove le costellazioni.”

 

Ancora un altro pensiero di Einstein: “È certo che alla base di ogni lavoro scientifico qualificato troviamo il convincimento, simile al sentimento religioso, della razionalità e intelligibilità del mondo (…). Tale fermo convincimento, legato al sentimento profondo dell’esistenza di una mente superiore che si manifesta nel mondo dell’esperienza, costituisce per me l’idea di Dio”.

 

La scienza non riesce a dare una risposta totale. Quindi il mistero c’è certamente. Se quando morirò dovessi scoprire che c’è la vita eterna, direi a Dio che ho sbagliato. E forse, tutto sommato, sarebbe bello essersi sbagliati.” Esclamò Margherita Hack poco tempo prima di morire.

 

Infine Voltaire che dice: “Non riesco a immaginare come l’orologio dell’universo possa esistere senza un orologiaio.”
E se Dio non fosse altro che Amore? Magari sotto forma di una complessa equazione matematica da cui tutto, e ripeto tutto, dipende e si genera?

Nel suo libro viene affrontata la questione della separazione tra il mondo terreno e quello spirituale. Cosa è l’anima per lei? Può vivere separata dal corpo? E che differenza c’è tra anima e spirito?

Lo spirito, preferisco chiamarlo spiritualità.
È la vocazione naturale dell’uomo di elevarsi verso qualcosa, verso qualcuno che si prenda cura di lui, ossia quel senso di appartenenza a qualcosa di più grande, immenso in cui ogni naturalità si trasforma in ascendenza. È molto singolare un pensiero di Pavel Florenskij. Lei penserà…”questo Florenskij lo mette in tutte le salse”. Si, poiché è stato un grande pensatore dell’uomo, di Dio, dell’Umanità. Lo chiamano il Genio dei Santi. Il suo pensiero a proposito: “La mia più intima persuasione è questa: nulla si perde completamente, nulla svanisce, ma si custodisce in qualche tempo e in qualche luogo. Ciò che è immagine del bene e ha valore rimane, anche se noi cessiamo di percepirlo; senza questa consapevolezza la vita si perderebbe nel vuoto e nel non senso”.
Da qui scaturisce la convinzione che la spiritualità ognuno la possiede; poi là si può utilizzare, percepire, dimenticarla. Ma lei è lì, sempre pronta a entrare in azione ogni volta che “sentiamo” prove tangibili della sua presenza.

L’anima?
Le rispondo con una parte di un brano di un mio prossimo libro: Human – lo specchio della vita. Ancora è un titolo non definitivo, ma abbastanza preciso.

 

“[…] Dunque, la vita. Mi sono fatto questa idea. Vi è un enorme contenitore, la vita appunto. In questo contenitore, un enorme frullatore, vi è tutto quanto riguarda la vita di un essere, un uomo. Sentimenti, valori, idee, pensieri, considerazioni, decisioni, sensazioni, emozioni. Vicende, episodi, fatti, situazioni, esperienze, momenti. Tutto intercalato da spiritualità, riflessione, aneliti. Un pizzico di intimità, quella vera, quella che avvicina a Te, Dio; e poi una lacrima di estasi… Una frullatina ogni tanto e tanta, tanta pazienza affinché alla fine, ciò che ne esce sia il mix perfetto a cui ogni uomo dovrebbe aspirare.
In questo frullatore della vita umana, tutto chiuso e sigillato, così da essere impenetrabile a chiunque, vi è un pertugio, piccolissimo, quasi invisibile. Da lì, una volta che il frullatore cessa di girare e si ferma per sempre, esce una lievissima esalazione, quasi invisibile, che ascende lentamente nel vuoto dell’Eternità fino a giungere negli strati più alti dell’Infinito. È l’anima che cerca una sua collocazione in attesa del tuo giudizio o di chi per Te. Tutta una vita per una goccia, se vogliamo quantificarla, di spirito puro, perché tu, solo quello vuoi di noi umani. […]

È la nostra essenza, la nostra anima, la sostanza, lo spirito che si sono formati nella vita stessa di ogni creatura.

A volte è difficile rispondere a domande inquietanti e apparentemente semplici. Inquietanti per la complessità della risposta, apparentemente semplici poiché nascondono variegate risposte assolutamente non univoche.

È evidente, leggendo il suo libro, la sua profonda e intima vicinanza a Dio ed anche l’aspirazione ad un Amore alto, semplice e sincero. Posso chiederle cosa pensa della reincarnazione?

Purtroppo in questo contesto ho poca dimestichezza. Veramente. Non mi sono mai posto questa domanda perché non penso vi sia la reincarnazione verso altri individui. Potrebbe essere se vi fossero trasmigrazioni spirituali o addirittura dell’anima, ma mi sembra poco probabile e non convincente.

Non vorrei sembrare irrispettoso verso chi crede in questa metamorfosi spirituale, più che umana, ma mi viene in mente la mia cagnolina morta da poche settimane. Un amore intenso, corrisposto da sembrare una simbiosi. Ebbene, lei era la reincarnazione della mia nonna materna in quanto aveva le stesse abitudini e gli stessi suoi comportamenti nei nostri confronti. In questo caso dovrei credere alla reincarnazione? Non ce la faccio.

Sembra che vi siano riferimenti, nientemeno di Cristo stesso, alla preesistenza dell’anima e alla possibilità che questa ha di reincarnarsi portandosi dietro colpe e meriti, e restano ancora molti.

Ma una fa delle scelte, personalmente ho scelto una logica meno evanescente e più concreta. I numeri, la matematica, le equazioni universali. Le ultime scoperte, analisi, fenomeni fisici, soluzioni fisico-matematiche, portano sempre più verso mondi in cui i numeri sono alla base di ogni cosa… persino un pensiero è un insieme di numeri. D’altronde la tecnologia sta mostrando all’umanità proprio questo. Dovrà essere l’uomo a non perdere il suo pensiero, la sua spiritualità, la sua sensibilità.

Si è prefisso un target di lettori, quando ha scritto questo libro? Insomma, a chi si rivolge, a chi lo consiglia?

A tutti, è molto più semplice. È facile da leggere, fluido, scorrevole, non è minimamente infarcito di nefandezze o sconcezze, nessuna volgarità.
Poi vi sono tre storie che si fondono in una con due soli protagonisti. Vi è una Tri-Unità. Mi piace pensare alla Trinità divina.
È toccante”…”la forma è pulita e la sostanza appartiene a una mano spirituale di cui non è possibile tradurre il confine”…”Ho terminato di leggere il tuo libro. Anche l’Accademia della Crusca ti darebbe la sua più ampia approvazione. Ora l’ho posato sul mio comodino, lo rileggerò perché sollecita a profonde riflessioni…”. Alcuni giudizi di lettori.

 

A parte ogni paragone irrispettoso sulla Trinità, penso che questo libro farà pensare, oggi non si pensa più. Soltanto cliccare, retwittare, commentare, fare like, guardare lo streaming live. Aggiornare la pagina, rispondere al messaggio su WhatsApp; fare la fotografia e taggare gli amici. Leggere le notizie, rispondere a una mail; controllare il telefono che squilla e prima bloccare il video su YouTube. Le sembra pensare tutto questo?

 

E poi, me lo lasci dire, il lettore viene preso per mano e, come Virgilio accompagna Dante, lui sarà accompagnato in un mondo…
Alice nel paese delle meraviglie? – Avatar? No, miei cari lettori. No. Molto di più!

Sta scrivendo ancora sull’argomento?

Si, e non poco.
Si tratta di altre storie molto umane in cui l’uomo e la sua Umanità sono padroni assoluti senza commettere, però, l’errore che l’umanità stessa fece dopo la Rivoluzione francese: quella di porre l’uomo al centro dell’universo dimenticando Dio o rinnegandolo. L’Uomo, con la sua Umanità, farà parte integrante dell’Universo nella sua forma primaria: la sua divinizzazione.
Nessun uomo vuole sparire nel Nulla!


 

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