Maurizio Maggi ci parla de “L’enigma dei ghiacci”
Ancora un’ altra bella intervista firmata Fausto Bailo con il prezioso supporto della Premiata Libreria Marconi di Bra
Maurizio Maggi (nella foto a sinistra) è nato a Torino. Ricercatore di studi socioeconomici, si è occupato per molto tempo di musei sia in Italia che in Australia, Brasile, Cina. In queste atmosfere è maturato il suo interesse per la scrittura nel campo narrativo.
È stato tra i finalisti per il Premio Italo Calvino 2014, con l’opera L’avamposto, una detective story ambientato nell’Afghanistan di oggi.
Nel 2016 viene dato alle stampe il suo primo libro dal titolo L’enigma dei ghiacci edito Longanesi.
Quando è nata in lei la passione per la scrittura?
“A parte qualche scellerato tentativo giovanile (chi non c’ha provato), direi da fine 2009, quando mi sono trasferito in un quartiere tranquillo”.
Quali scrittori hanno influenzato Maurizio Maggi?
“Da ragazzo, Fenoglio e Sagan perchè mi hanno fatto amare la lettura, l’influenza più importante: il primo passo per arrivare a scrivere, è leggere molto.
In tempi recenti ho ammirato lo stile di Ammaniti, la semplicità di Carver, certi personaggi di Nesbo. Ma parlo solo di scrittori che mi piacciono, magari mi avessero influenzato…”
Quale è stata la scintilla che l’ha portata al scrivere il suo ultimo romanzo?
“Che poi è anche il primo e l’unico pubblicato. Il contatto con il lago Vostok. L’articolo del quotidiano che ne dava l’annuncio, sembrava già la sinossi di un thriller”.
Come è nata l’idea di ambientare il suo libro in Antartide?
“Per il lago Vostok: un posto assurdo, eppure reale. Ma tutto l’Antardite è un luogo di frontiera, meno controllato e normato dalle leggi persino degli oceani”.
Descriva il suo libro con tre colori…
“È un libro d’avventure, quello che un tempo si sarebbe chiamata letteratura d’evasione. Non so se meriti dei colori. Direi tinte non impegnative, nel caso. Lavabili in acqua (fredda, ovviamente)”
Quale genere musicale rappresenta meglio il suo ultimo libro?
“Più che alla musica, mi fa pensare al respiro di persone che camminano, al fischio del vento, al ghiaccio che si frantuma sotto i ramponi. E fra un suono e l’altro, un silenzio infinito”.
Con quale scrittore Maurizio Maggi vorrebbe scrivere un romanzo a quattro mani?
“Visto che si fantastica, perchè non dire Francoise Sagan (nella foto a sinistra). L’immagino mentre passeggia in cielo, osservando incuriosita nuvolette dalle strane forme – Maggi chi? – chiederà con aria annoiata, mentre ne sceglie una a forma di spider e sfreccia via con i capelli al vento”.