L’uomo che piantava gli alberi, parla Andrea Oberosler
Nel 1953 in Francia venne dato alle stampe il racconto breve dal titolo: L’homme qui plantait des arbres (L’uomo che piantava gli alberi) scritto da Jean Giono che ebbe un grande successo, tanto che numerose furono le sue trasposizioni sia nel mondo della celluloide che del teatro.
Nel 1987 Frédéric Back (disegnatore, illustratore, sceneggiatore, regista) realizzò il cortometraggio con lo stesso titolo e con quest’opera ricevette numeri premi tra cui l’Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione.
Nel 2006 il racconto fu adattato per il teatro di Edimburgo da Richard Medrington.
Recentemente la rivista mensile Illustrati ha dedicato buona grande spazio al racconto di Jean Giono e molti sono stati gli illustratori che hanno preso parte ha questa iniziativa. Andrea Oberosler, ad esempio, è stato l’autore della copertina.
Ringraziamo Fausto Bailo e la Premiata Libreria Marconi di Bra (Cn) che ci hanno permesso di intervistarlo.
Andrea, quando è nata in lei la passione per l’illustrazione?
“Disegno da quando ho memoria. Da sempre stata la mia grande passione e non ho mai smesso di coltivarla.
Il mio primo amore è stata l’animazione che ho scoperto, come tantissimi altri, grazie ai film Disney e uno dei miei sogni nel cassetto era proprio imparare a fare cartoni animati, sogno che ho realizzato alla Scuola di Internazionale di Comics di Firenze, dove mi sono diplomato in disegno animato.
Ora lavoro come freelance e molto con l’illustrazione che mi dà la possibilità di esprimere tante cose che non saprei trasmettere altrimenti”.
Quali sono stati i suoi maestri di riferimento?
“Le fonti di ispirazione sono moltissime! Primo tra tutti (per quanto riguarda l’animazione) Hayao Miyazaki: trovo impressionante l’altissima qualità dei suoi film, ogni volta che rivedo Principessa Mononoke penso di voler fare un cortometraggio bello e curato come quello. Per quanto riguarda l’illustrazione invece sono molto ispirato da autori le cui immagini hanno un sapore un po’ gotico, come Ana Juan, Isabella Mazzanti e Edward Gorey“.
Quando ha sentito parlare per la prima volta del libro: L’uomo che piantava gli alberi?
“É stato un caro amico a parlarmene la prima volta, non lo conoscevo assolutamente. Avendomi incuriosito sono subito andato a cercarlo e me lo sono letto. La storia è molto bella e offre tanti spunti di riflessione”.
Come è avvenuto il suo incontro con il mensile Illustrati di Logosedizioni?
“Conoscevo Illustrati e Logosedizioni già da alcuni anni. Dal momento che nel loro catalogo hanno libri illustrati con toni cupi e a tratti gotici (ma non solo!) che piacciono a me, ne sono subito stato attratto. Ci sono alcuni loro autori (come Stefano Bessoni, Ana Juan e Roger Olmos) che riescono anche a influenzare il mio modo di fare illustrazione”.
Come è nata l’illustrazione che è stata pubblicata sulla copertina del mensile?
“Uno dei miei bozzetti è stato selezionato per la copertina. Mi piaceva l’idea che Elzéard Bouffier, guardando la ghianda che tiene in mano, immaginasse la grande foresta che ne sarebbe potuta nascere, rappresentata dagli alberi sul cappello”.
Quanto tempo è stato necessario per la realizzazione della tavola?
“Non saprei quantificare in modo preciso, ma direi alcune ore. Ci sono stati più passaggi: prima il bozzetto a matita, poi con la china diluita ho dato le campiture grigie e poi con la penna ho dato tutto il tratteggio”.
Progetti per il futuro…
“Ho un po’ di idee per la testa, sia per un paio di cortometraggi che per alcuni libri. Devo solo capire da quale cominciare!”